sabato 29 marzo 2014

Uno sguardo complessivo alla storia: Fascismo e Resistenza (III)

            Con l’8 settembre 1943 l’esercito italiano si dissolse e circa 600 mila soldati ed ufficiali furono disarmati dai tedeschi e rinchiusi nei campi di concentramento del Reich, altri soldati, che si opposero ai tedeschi per non farsi disarmare, come a Cefalonia e Corfù, vennero trucidati, più di diecimila! Il Re e il Capo delle Forze Armate, maresciallo Badoglio,  fuggirono nel sud d’Italia, a Brindisi, e Mussolini, imprigionato il 25 luglio 1943 sul Gran Sasso, liberato il 12 settembre 1943 dai paracadutisti tedeschi costituirà in accordo con Hitler, la RSI nell’Italia non ancora liberata, stato fantoccio, al servizio del nazisti, con capitale a Salò, sul Lago di Garda.

            Ai nuovi minacciosi richiami alle armi dei giovani italiani, per inquadrarli nelle Brigate nere della RSI, moltissimi non si presentano rifugiandosi nelle campagne, nei boschi e sulle montagne. A settembre del 1943 sorgono le prime bande partigiane, formate da vecchi antifascisti, comunisti, socialisti, repubblicani e cattolici e ingrossate dai “renitenti alla leva”, cioè dai giovani nati negli anni 1923, 1924 e 1925, che rifiutano la chiamata alle armi. A Massa Marittima un gruppo di giovani si riunisce clandestinamente nella Torre del Candeliere dando vita ad una delle primissime formazioni della Resistenza a nord di Roma,  quella che più tardi si trasformerà attraverso una fase politico-militare molto complessa, nella Terza Brigata Garibaldi al comando di un militare di carriera, il maggiore Mario Chirici, dalla quale si formerà la XXIII Brigata Garibaldi,  al comando di Alberto Bargagna.

            Le Brigate partigiane saranno sciolte agli inizi di luglio 1944 dopo nove mesi di lotta, mentre gli americani, inglesi ed i francesi delle armate d’Oltremare, avanzando da Roma verso il Nord, libereranno quasi tutto il territorio della Toscana e dell’Italia Centrale arrestandosi su una delle ultime linee di difesa tedesche sugli Appennini liguri-emiliano-romagnoli, la “linea gotica”. Si ricostituiscono inoltre i primi raggruppamenti del nuovo esercito italiano con gli ex militari e molti partigiani che si arruolano spontaneamente per combattere contro nazisti e fascisti e contribuire alla liberazione d’Italia. Sono i Gruppi di Combattimento “Cremona” e “Friuli”.

            Nel Nord Italia la guerra, dopo il freddissimo lungo inverno del 1944 proseguirà fino al 25 Aprile 1945, giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia lancia l’ordine dell’insurrezione generale che porterà in breve alla liberazione da parte dei partigiani delle maggiori città, Genova, Torino, Milano, Bologna…Mussolini, in fuga verso la Svizzera con l’amante e alcuni fedelissimi, sarà catturato nei pressi del confine e fucilato il 28 aprile.

            L’8 maggio Truman, Churchill e Stalin annunciano al mondo la fine della guerra in Europa e la bandiera rossa sventolerà sulle macerie di Berlino. In Asia si combatte ancora, su molti fronti, una guerra sanguinosissima e gli americani decidono di sperimentare  le nuovissime armi atomiche, sganciando  il 6 ed il 9 agosto 1945 due bombe sulle città di Hiroschima e Nagasaki e causando la pressoché distruzione delle medesime e la morte immediata di oltre 200.000 persone civili, alle quali si aggiungeranno negli anni seguenti altre migliaia di morti per i tumori causati dalle radiazioni atomiche. L’imperatore del Giappone è costretto a firmare la resa senza condizioni, come la Germania hitleriana, il 15 agosto 1945.

                                                                                  (continua)





Nessun commento:

Posta un commento