mercoledì 30 giugno 2021

 




Le fotografie mi sono state messe a disposizione dall'amico Panicucci Giuseppe (Ponsacco, PI).


29 giugno 1944.

 

E’  il giorno della LIBERAZIONE dal nazifascismo del Comune di Castelnuovo di Val di Cecina (PI). Entrò infatti in Castelnuovo, nel primo pomeriggio, un gruppo di soldati americani di un Reggimento di Fanteria  e di Esploratori dell V Armata USA, al comando del Sergente Nocenti Agostino, un italo-americano, nipote di Pietro di Lucino, un’antica famiglia castelnuovina! E’ noto l’incontro, presso la curva della Stregaia, con Telene e Nastasia, due donne del paese che si recavano alla Fattoria di Bruciano  a cercare un po’ di farina. Il Sergente fermò le due donne e le chiese, in uno stentato italiano, notizie dei suoi parenti castelnuovini. Telene  rispose che in America  c’erano i tre fratelli di suo marito, i Francini. Il Sergento allora esclamò: Io sono il cognato di Ugo Franks di Masontown! E con grande gioia prese a bordo della jeep le due donne riportandole a Castelnuovo tra il tripudio della popolazione! Ma questo non fu un caso isolato e tra i soldati americani che sopraggiunsero nei giorni successivi, arrivarono altri paesani, figli di quelle centinaia di emigranti castelnuovini che nei primi venti anni del secolo avevano originato una delle più grandi emigrazione di massa della sua storia. Il Comandante  americano Major R.A. Civil Affairs Officer, C. Robertson,  si stabilì a Volterra e seguì con amicizia il trapasso del potere amministrativo del nostro Comune nei 10 mesi del suo mandato. Sottolineando in un documento ufficiale, al momento della sua partenza dal sud della provincia di Pisa, l’amicizia e l’accoglienza, ebbe parole di augurio per la nostra popolazione dichiarando che avrebbe seguito sempre  con affettuoso interesse gli avvenimenti di Castelnuovo! Forse nel 2044, Centenario della nostra Liberazione, occorrerà titolare una via o una piazza di Castelnuovo a suo nome ed a quello della V^ Armata americana!

martedì 29 giugno 2021

 



Cosa fai Carlo?

 

Oggi ore 16 dovevo essere a Siena dal mio dentista, ma “contrordine compagni”, come si diceva una volta! La gentile Assistente telefona alle ore 10 che sono costretti a rimandare l’appuntamento al 9 luglio ore 15,30! No problem! Cambio di programma: in mattinata rimango in casa…il lavoro non mi manca. Ieri ho ultimato la stesura e la stampa, con la mia laser jet, dell’ultima fatica, il  terzo tomo di 429 pagine, di una trilogia, cioè le vicende sindacali-politiche-industriali nel grande complesso geotermico di Larderello dal 1940 al 1985. Ho pubblicato il primo volume nel 1998: “Fabbrica Amica, Sindacato e lotta politica a Larderello (1944-1956”, ormai esaurito e non più ristampato. In questo terzo volume affronto il periodo 1964-1985: “Passioni, speranze, illusioni. Antologia di scritti politici e sindacali”, ma, purtroppo, quest’opera resterà inedita, data la sua mole, il disinteresse generale ed anche i suoi alti costi di stampa! Mancherà inoltre il Volume Secondo, che avrebbe dovuto affrontare il periodo vissuto dalla Larderello SpA, negli anni della “nazionalizzazione” dell’Energia Elettrica in Italia, quindi per gli anni 1957-1964, tenendo conto della scorporazione del settore chimico da quello elettrico e minerario e del nuovo ruolo dell’ENEL e dell’ENI. Avevo pensato, per questo secondo volume, di poterlo trasformare in una Tesi di Laurea presso una delle grandi Università Toscane, non avendo più le forze fisiche per farlo. Un sogno!

sabato 19 giugno 2021

 Nella Fotografia: Mario Fatarella, l'ultimo testimone vivente dei 21 minatori di Niccioleta deportati il 15 giugno 1944 da Castelnuovo di Val di Cecina, nei campi di lavoro in Germania. Accanto a lui la prof. Katia Taddei, storica, ricercatrice, alla quale si devono i più aggiornati studi sulla strage degli 83 minatori uccisi tra il 13 ed il 14 giugno 1944. E con lei l'amico di entrambi, Carlo Groppi, l'autore del saggio "La piccola Banda di Ariano" , seconda edizione ampliata, 2003, che ha al centro la vicenda dei 4 partigiani catturati dai nazisti e uccisi a Castelnuovo poche ore prima dei minatori!



EMIL BLOK, il criminale giardiniere...nelle Germania Occidentale. 14 giugno 2021. Nonostante il covid molte persone sono state presenti alla celebrazione del ricordo dell'uccisione di 77 minatori di Niccioleta a Castelnuovo di Val di Cecina. Ai brevi, ma significativi interventi di Sindaci del territorio, ha fatto seguito quello della prof. Katia Taddei, castenuovina e mia carissima giovane amica che da decenni dedica gran parte della sua vita alla ricerca storica, pubblicando saggi, collaborando con le Università, frugando in Archivi non solo in Italia, per ricostruire con verità le stragi nazifasciste in Toscana. Quello che sappiamo lo dobbiamo moltissimo alle sue ricerche. L'ultima ha portato a delineare la biografia del criminale nazista Emil Blok, il comandante del Battaglione nazi-fascista autore delle stragi e dei crimini in Toscana e nel Nord Italia tra il 1944-1945. Il suo intervento sul luogo che ci ricorda la strage dei 77 minatori è stato appassionante! Grazie Katia per quello che hai fatto e per quello che farai! In questa foto Mario Fatarella l'ultimo testimone della strage e della deportazione dei 21 giovani in Germania, nostro amico, Katia Taddei e Carlo.
Re: articolo terme che riprendono 1 messaggio CE Pier Paolo Fiorenzani A: Carlo Groppi 18 giugno 2021 17:35 Carissimo Carlo, leggo d'un fiato il tuo civico "sfogo", ma di grande interesse storico, topografico e attuale. Mi suggerisce d'insistere nel mio convincimento circa i Bagni delle Galleraie, da ricondurre al patrimonio comunale nell'occasione della terza asta giudiziaria (prezzo base ridotto del 25%) prevista per il 28 Ottobre, proprio nel giorno di Santo com Patrono di Radicondoli, che spero illumini gli Amministratori di un Municipio ricco e sfortunato cronico. L'acquisizione de Le Galleraie porti, intanto, a bloccare lo scempio dei locali depredati e impiastricciati di allucinanti pitture, tappezzati di cartelle cliniche calpestate in barba ad ogni doverosa privacy, il che è indecente, anzi puzza di crimine impunito. Messo in sicurezza il complesso, a costo di murare porte e sbarrare finestre sbartrate alla delinquenza, si potrà attendere alla rimessa in efficienza riscaldando, fra l'altro, acque termali e locali proprio col teleriscaldamento che già l'Enel assicura alla confinante azienda demaniale del "Palazzo". Si ridurranno, così, i costi di gestione prima assai gravati dalla bolletta elettrica, rendendoli competitivi e appetibili anche all'intervento privato o, comunque, a forme di cooperazione locale. Il tutto anche se il Comune di Radicondoli dovesse restituire annualmente qualcosa a storiche e rare sorgenti dal probabile affioramento raffreddato e danneggiato dai vicini sondaggi geotermici. Senza considerare le ingenti risorse finanziarie destinate dall'Europa, dallo Stato e dalla Regione Toscana alla proclamata svolta ambientalista presieduta appunto dalla UE e guidata del nostro neonato Ministero della Transizione Ecologica. E tutta questione di apertura mentale, di ricerca delle risorse e, quindi, di volontà politica. Nel frattempo, i cittadini viciniori potranno anche attingere l'acqua termale e curarsi a casa come avveniva negli anni 1970-'80, mentre ricostruivamo il complesso in oggetto e quello di Petriolo, Quanto sopra porto a conoscenza sia di quanti possano esprimere incoraggiamento e soprattutto dei futuri Decisori. Penserei, anzi, di libro sul "delitto Galleraie" questo nostro carteggio, sempre che Tu mi autorizzi. Ti ringrazio dell'apprezzamento al mio possibile servizio da pensionato e delle belle considerazioni che mi rivolgi e che ricambio con uguale sentimento e amicizia. In attesa che sia possibile il bel giro termale con la tua Panda e, quanto meno, d'incontrarsi presto, giungano anche ai tuoi Cari i miei affettuosi saluti, Pier Paolo Il giorno ven 18 giu 2021 alle ore 12:30 Carlo Groppi ha scritto: Caro Pier Paolo, fa sempre piacere constatare il tuo AMORE per i nostri piccoli territori, i quali, più o meno, si avvicinano sempre di più alla "solitudine sociale". Il turismo termale, legato sia alle manifestazioni naturali ancora esistenti, sia a quello che si potrebbe con il teleriscaldamento geotermico è da anni o sofferente o defunto. Probabilmente questo tipo di investimenti economici non assicura agli imprenditori (pubblici o privati) una "rendita" sufficiente. Il continuo decremento della popolazione ha portato molti Comuni sull'orlo della solitudine sociale, nemmeno lontanamente compensata dalla presenza degli extracomunitari con residenza stabile. La Geotermia Industriale avrebbe bisogno di un quasi totale rinnovamento, abbattendo e ricostruendo tutti gli impianti esistenti, per un impatto ambientale ZERO! Ciò vorrebbe dire una commessa di almeno 40 anni di incremento dell'occupazione, con l'eliminazione dell'impatto nocivo dei fluidi geotermici. Si deve tuttavia tener presente che l'intenso sfruttamento delle riserve geotermiche, accumulate in un sistema di rialimentazione profondo, ha portato a dover reperire tali risorse ben oltre i tre-quattromila metri di profondità, anche oltre i 5000! se ciò fosse possibile! Ma, come saprai, oggi non esiste una tecnologia capace di farlo e nessuna industria vuol rischiare. Stando così le cose io credo che entro mezzo secolo la produzione di energia geotermoelettrica chiuda i battenti. Solare, vento, biomasse, maree ecc. ecc. saranno le energie del futuro del pianeta. E' anche in tale visione che le antiche e più recenti sorgenti naturali-artificiali termali potrebbero inserirsi positivamente innescando il processo nuovo rinascimento di questo territorio . Ma guardandomi intorno, che desolazione! Avevamo a Castelnuovo fin dal 1400 la "Fossa del Ricciardi", una grande vasca naturale alimentata da sorgenti calde spontanee, ma ormai abbiamo perduto anche la sua ubicazione! e così è per le tante sorgenti naturali di acque famose fin dal Rinascimento, come quelle di Bagno al Morbo, usato dalla famiglia De Medici, del Bagno La Perla, del Bagno di San Michele delle Formiche di Montecerboli, quello del Bagnone del Sasso, di epoca etrusco-romana; la Fonte del Latte della Leccia; quelle del Bagnolo di Monterotondo; ed anche quelle delle Galleraie che tu ben conosci, per non parlare del "lago sulfureo" a Lago Boracifero e delle Biancane di Monterotondo, del Sasso ed alle manifestazioni imponenti di San Federico ed alle altre innumerevoli sorgenti un tempo usate per scopi medicali sparse sul territorio, oggi prosciugate e disperse. Non parlo dell'Amiata, perchè da circa 36 anni non mi sono più occupato di quel territorio, ma le sorgenti termali geotermiche erano numerose. A Larderello c'è una grande e diciamo pure moderna "piscina geotermica", ma l'essere geotermica non vuol dire che ci sono acque geotermali nelle quali immergersi, ma solo acque potabili riscaldate da un sistema di scambio con tubazioni di vapore geotermico! OK! meglio di niente: si può fare attività natatoria per riabilitazione, nuoto dei bambini ed anche di pensionati! Adesso abbiamo a Sasso Pisano una vasca di acqua calda per immersioni, con accanto un biolago miniaturale, realizzato dal Comune al tempo mio, ma è ben poca cosa: meglio che niente! Poco discosto c'è un vecchio lavatoio nel quale sgorga una sorgente calda geotermale, ed è li che abusivamente molti vanno a bagnarsi anche d'inverno! Vieni una volta da me e in un giorno, o al massimo due, ti farò fare il giro con la mia Panda! Ciao caro amico! Sei molto prezioso con le tue osservazioni! Carlo

domenica 13 giugno 2021

 




Le orchidee selvatiche.

 

Nella pulsante giovinezza

vedevo fiorire le rose.

Dalla finestra il ciliegio

entrava col suo profumo

nella piccola cucina ad arricchire

la modesta mensa

e la nonna innaffiava

il vaso d’un geranio stento.

Il vento che scendeva dal selvatico

portava aromi della falciatura

del fieno e del castagno.

Qualche fiore ho raccolto

in quella beata solitudine

e nell’ancheggiar di fresche gonnelle

di ragazzine maliziose.

Ma è nell’età tarda

che ho scoperto l’esotica bellezza

delle spontanee orchidee,

misterioso e raro fiore

di umide prode

senza profumo:

fiore proibito, che sul suo stelo muore.

Tra tutte non ho mai trovato

l’orchidea nera

la più rara, forse mortale

per chi di lei s’innamora,

e mi contento, sul finir della primavera,

dell'improvvisa visita di quelle

porpora-vinaccia,

gialla, e bianca-albina

che immergo dentro i  ricordi

con deliziosa nostalgia.

martedì 8 giugno 2021





 

EVANESCENTI MEMORIE SENILI. 

 

            Dal 1943 al 1946 ho abitato al podere Carbonciolo, il podere sperduto sui monti, dove abitavano i nonni materni e dov’era nata, nel 1921, la mia mamma. La nostra famiglia s’era spezzata presto e madre e i due figli, io di quasi cinque anni di età e mia sorella di due, ritornarono al podere, mentre mio padre ebbe, nella casa diventata troppo grande per lui; i suoi genitori, i miei amati nonni Dario ed Enélide. Sulla poggiata ad ovest dell’Aia dei Diavoli, il Carbonciolo era sormontato da un altro podere più grande: il Pian del Serri. Questi due poderi non avevano campi grandi da coltivare il grano, ma campicelli appena appena sufficienti a sfamare chi li abitava, e la loro più importante risorsa era la pastorizia. Cominciai ad andare alle scuole elementari del Capoluogo del Comune di Castelnuovo di Val di Cecina, nell’ottobre 1944, tre mesi dopo la Liberazione da parte dei soldati americani. Avevo infatti compiuto i 6 anni di età! Il Carbonciolo era assai lontano e mai nessuno mi accompagnò lungo quegli impervi sentieri in quelle albe ancora non sbocciate. Correvo, correvo, fin che era possibile, su quegli stretti sentieri del bosco, riposandomi un po’ quando giungevo al campo sportivo del Monte, dove il bosco cedeva alle pietre ed ai magri campicelli. Il ritorno era in piena luce e non avevo più paura. Ma ci devo essere andato poco alla Scuola, non ho ricordi, né pagella, so soltanto che fui “bocciato” e costretto a ripetere l’anno! Ero già grandicello, ormai, ed anche stanco di quella vita rude, sempre a pascolare le pecore, a dormire da piedi con mamma, zia e sorella, un po’ di pane con il cacio e magari un pezzetto di forma di fichi per companatico…le gambe tutte rigate dagli spini, e soltanto l’amore di Lupetta, la mia cagna amata! In più mi presi una malattia strana, “la rogna” alla bassa schiena, e così per alcune settimane mi dovetti recare a Sasso Pisano dal dottor Casalini a fare le medicazioni. Naturalmente attraverso sentieri, tra campi e boschi e poi guadare il fiume Cornia…Ma alla fine la “rogna” fu vinta! Fu allora che meditai la “fuga”: così nella primavera del 1946, all’uscita della scuola, andai a bussare a casa del mio babbo, dov’erano anche i nonni, che senza farmi tante domande, mi dissero: “vieni”! Da quella sera e per 20 anni ho sempre dormito con Renzo (un padre quasi fratello maggiore, amico e confidente ed in più virtuoso musicista, sì che la casa era sempre colma di suoni). La mia “libertà” era massima. Due o tre volte ogni anno, forse in occasione delle Fiere, anche mia sorella veniva in paese e avendo fatto tardi la sera, per non rimandarla col buio al podere, l’accompagnavo fino a cento metri di distanza dal “Pian del Serri”. Poi, ritornavo indietro. La mamma si era “accompagnata” con un uomo venuto dalla Sicilia, con il quale ha trascorso tutto il resto della sua vita. Intanto erano nati gli altri miei due fratelli ed una sorella e così, quando crescevano, andavo talvolta  a trovarli mentre pascolavano le pecore. In quel tempo si usava ballare nei poderi, al suono di una fisarmonica, e fu proprio in una di queste veglie in Bruciano che dopo 12 anni incontrai mia madre che vi aveva accompagnato la mia sorella maggiore. M’insegnarono qual’era tra tutte quelle donne che sedevano intorno alla stanza “da ballo”, non l’avrei riconosciuta, ma le andai incontro chiedendole di tenermi il cappotto, eravamo in inverno,  faceva molto freddo, ed ero andato lassù con la motocicletta! Nessuna emozione, eravamo troppo diversi e fino alla sua morte i nostri rapporti sono stati formali e rari. Poi lasciarono il Pian del Serri, si trasferirono  a Gambassi e dopo a Castelfiorentino, la sorella maggiore si sposò e gli altri trovarono un lavoro ed una professione e misero su famiglia. Gli ho sempre voluto bene e non perché portano il mio stesso cognome (Groppi), anche se nati da un altro padre fuori del matrimonio e che solo con la Legge sul Divorzio gli fu data la possibilità o di mantenere il cognome Groppi o prendere quello del loro padre naturale. Non turbò le nostre vite nessun problema di denaro e possessi di altri beni. Così il Giudice disse a loro: “Ragazzi, ora se volete, potete prendere il cognome del vostro padre naturale, oppure potete decidere di mantenere quello che avete adesso, cioè Groppi. Ritiratevi in altra stanza a prendere la decisione e poi ritornate in Aula!” Giorgio, Fulvio e Giuseppina, i miei fratelli e sorella, rientrarono in Aula e il Giudice gli chiese “Allora, avete deciso?” “Si, signor Giudice!” “E quale cognome volete adottare?” “Noi vorremmo mantenere il cognome che già abbiamo, cioè Groppi!” Al che il Giudice disse “Bene, però adesso occorre sentire Renzo Groppi – cioè il mio babbo – se è d’accordo. Lei signor Renzo è d’accordo che essi abbiano tutti il cognome Groppi?” Al che mio padre, con aria  molto soddisfatta pronunciò le famose parole: ”Signor Giudice, se anche tutti i bambini del Mondo avessero il cognome Groppi, io sarei  felicissimo!” A queste parole il Giudice battè il suo martello e la seduta fu tolta, con soddisfazione generale. E fu così che  i tre fratelli e le due sorelle vissero in amicizia e amore le loro vite, non mancando  visite rare e incontri. E recentemente, per la morte di una nostra zia a Castelnuovo, ci siamo ritrovati tutti e cinque nella mia casa. In armonia e affetto. Eravamo soltanto noi senza mariti né mogli. Commentò così questo incontro una sorella, dicendo: “Per le vicende delle nostre vite, ritrovarci qui, tutti e cinque, e volendoci bene, è  un fatto meraviglioso. Si può essere molto felici!”

 Pian del Serri.

 Questa strada io la conosco,

non l’ho mai dimenticata,

fa una curva laggiù il bosco,

sulla via di Pietralata!

 Le ginestre sono in fiore,

le bianche pietre sul poggiolo

sembran tombe, e m'innamoro

solo d’un bocciolo strano

di sangue e d’oro

ricordo lontano.

 Ci ritorno vecchio e stanco,

con la nostalgia dei rimpianti,

muti accordi del mio cuore,

per chi non mi dette amore.

 Sbatte una finestra,

rotta, al libeccio,

l’erba geme sulla spianata,

la sorgente disseccata

è nascosta dai farfali

e dallo spino.

 Non dovevo venire ad esumare

fantasie, cadaveri, tormenti,

che appartengono

ormai soltanto al vento,

e all’innocenza di un bambino.

lunedì 7 giugno 2021


 

Primavera 2021.

 

Caro lettore, cara lettrice,

ti ringrazio per seguire il mio modesto diario sul Blog “GRAZIEALLAVITA”, sul quale pubblico qualche poesia, dando così seguito  ai testi  che iniziarono ad uscire, in tirature limitate, a partire dall’anno 2007 con “La cometa Swan” e che, negli anni della “pandemia” si sono interrotti, se non per una decina di testi che saranno pubblicati nell’anno 2021, sulla Rivista Trimestrale LA COMUNITA’ DI POMARANCE, diretta da Jader Spinelli, mio carissimo amico. Fin dal 1972 mi ero dedicato alla microstoria locale, ma adesso, con il passar del tempo, non sono più in grado di sostenere una ricerca così complessa e faticosa e, in fondo, senza alcuna prospettiva editoriale. Ho ancora nel cassetto alcuni volumi “manoscritti”, praticamente ultimati, come, ad esempio: 

1)      Memorie lontane (Interviste e storie di Castelnuovo).

2)      Italia bella mostrati gentile, 1859-1900 (Cronologia Storica di Castelnuovo).

3)      Passioni, speranze, illusioni (storia Sindacato a Larderello, 1962-1985.

4)   Proverbi, II edizione (selezione da oltre 13000 proverbi).    

5)   Dina Ferri. Ricordi di giovinezze lontane.

6)   Itinerario poetico nelle Colline Metallifere Toscane.

7)   Lettere di quasi amore: Klement e Ulda.

9)   Agnes e Martin: L’amore, il dolore. Una storia romantica.

    10)   Elegia Volterrana, Poesia, 2016.

Mentre ho in una fase  più o meno avanzata altri lavori, che credo resteranno soltanto degli abbozzi:

1) Su Fratelli! Su compagni! Note di storia del movimento operaio nella Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina  (1902– 1910) attraverso i suoi protagonisti  (95%).

2) La grande illusione. Per una storia del periodo fascista, della Resistenza e dell’attività del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nel territorio della Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina (1919-1946) (35%).

3) Il sogno negato. Storia del Partito Socialista Italiano (PSI) in un centro operaio della provincia di Pisa: Castelnuovo di Val di Cecina. 29 giugno 1944-7 giugno 1953. Dalla guerriglia partigiana, all’esperienza del CLN ed alla ripresa della vita democratica. La sconfitta del “Fronte Popolare” il 18 aprile 1948 e il tentativo di “colpo di stato” messo in atto dalla Democrazia cristiana nel giugno 1953, con un cenno alle vicende dei protagonisti e delle battaglie proletarie, dal primo “Circolo Socialista” alla conquista del Comune, prima dell’avvento del fascismo e tra gli operai della “Boracifera”. (95%).

4) Il lungo sonno di Castelnuovo sotto i granduchi di Toscana e il Marchesato degli Albizzi. Cronologia storica della Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina (1501-1859), Vol. 3 (45%).

Ormai soltanto la poesia mi rimane amica fedele ed a Lei dedico quel briciolo di creatività che ancora mi resta.

giovedì 3 giugno 2021

Frugando tra le vecchie carte... 


Frugando tra le vecchie carte...: mi sarebbe piaciuto accogliere l'invito del Capitano per il "Corsicana", circa trent'anni fa', e, naturalmente, tirare la cordicella, ma purtroppo ero Sindaco di un Comune! e il moralismo trionfò! Ma Lui, imperterrito, ogni anno mi spediva queste cartoline, che conservo gelosamente. Grazie "Capitano!", sarai in Purgatorio, in attesa della promozione, perchè, a parte gli errori di gioventù, sei stato un uomo buono.



 

3 Giugno 2021.

Metto solo una foto per dar vita, almeno in effige, alla "ragazza che non c'era"  del post precedente. E' quella a sinistra ed io scatto la foto.  Si chiama Luana. Siamo a Cala Martina (o Cala Violina", nel Golfo di Follonica), agosto 1958. Buona giornata a chi legge questo post, buona salute, creatività!

mercoledì 2 giugno 2021

 






W. L’ITALIA! W.  la REPUBBLICA!

 2 Giugno2021: 75°della proclamazione della Repubblica Italiana. Una meravigliosa nazione per antichità, storia, arte, sapienza, creatività. Sede di altri due Stati: la Repubblica di San Marino; lo Stato della Città del Vaticano, sede del Papa, discendente di Pietro, la più alta carica della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. L’Italia possiede una Costituzione moderna, avanzata e aperta, per stare al passo con la storia dell’Umanità, la quale non cancella, né dimentica, gli orrori del fascismo, dell’imperialismo, delle “leggi razziali” e guida al raggiungimento delle pari dignità tra uomini e donne, nativi e immigrati,  alla solidarietà tra i ceti, ed alla Pace. Sono fiero di essere “italiano” e, allo stesso tempo, cittadino del Mondo. Nel microscopico Comune toscano di Castelnuovo di Val di Cecina, nella provincia di Pisa, e nelle Colline Metallifere, questo giorno di Festa, nel mezzo di una “pandemia”  che ancora morde, si trascorre in famiglia e nelle prime gitarelle al mare, al fiume, nei boschi…in pizzeria, nei bar all’aperto…e in piccole comitive (sperando che non si abbassino troppo le precauzioni anticovid!). E per non dimenticare il nostro passato, del quale restano testimonianze, metto l’immagine di resti etruschi del 3°-4° sec. a.C. ma ne esistono altri risalenti al 7° sec. a. C! Metto anche l’immagine della nostra montagna alta 1051 metri slm, emersa da un mare profondo oltre 2000 metri, i cui resti della vita si ritrovano ancora nelle belle ammoniti! Metto anche una foto di una centrale geotermoelettrica moderna, per dimostrare che l’impatto ambientale, tra le azioni dell’uomo e la natura, possono coesistere; e quella di un “quercione” ultracentenario, sotto al quale mi son fatto ritrarre per vanità. Metto anche un “ricordo” della mia età giovanile, tra amici, dei quali manca solo la fotografa.