martedì 29 novembre 2011


La fisarmonica è muta

Sempre di suoni era colma la casa,
colmo il vicolo, il cielo vellutato,
e le donne si facevano più tenere
più ardenti gli occhi
nel tempo incantato
della mia fanciullezza.

Ora tacciono i flauti,
la fisarmonica è muta:
il battito dei piedi
                               s’è fermato
e il cuore è tornato bambino.

Gravi mi assalgono i pensieri
mentre inclina l’autunno
                               e i venti
sibilano tra i rami del pero.



www.youtube.com

Ricordo di mio padre (fisarmonica), con il complesso jazz "Stella d'Argento" (1953)



Omaggio a S. Tutino. La sua multiforme e appassionata vita, che ho conosciuto ribollente di ideali, s'innalza verso il cielo, benefica.

lunedì 28 novembre 2011



archivio dei diari di pieve santo stefano  28 novembre 2011 - newsletter n. 230

Saverio saluta il pubblico del Premio dei diari

la dedica di Saverio nel libro delle firme dell'Archivio

Saverio Tutino alla prima edizione del Premio Pieve

 

Caro Saverio,
la tua scomparsa, oggi, lunedi’ 28 novembre 2011 lascia tutti noi appesi, perplessi, pieni di insicurezze. Abbiamo ricordi condivisi con te, dalla prima edizione del Premio Pieve ad oggi, da riempirci un intero archivio. Una volta hai voluto scrivere sul libro delle firme “Saverio eredita piu’ di quello che ha creato. Grazie a tutti voi”.
Ma siamo noi a doverti dire grazie per un’infinita’ di cose che non troverei mai le parole e il tempo per elencarle tutte.
Credo sia giusto che tutte le persone che ti hanno stimato, voluto bene, e che sono in debito di riconoscenza con te per la tua straordinaria, folle, geniale idea di creare un archivio di memorie del quale continueremo a prenderci cura con ancora maggiore responsabilita’, sappiano che non ci sei piu’ ma che rimarrai sempre nei nostri cuori e nella nostra mente.
Consegneremo a tua moglie Gloria e a tutta la tua famiglia i messaggi che arriveranno in tuo ricordo, insieme con l’abbraccio piu’ affettuoso di tutto l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano
Loretta Veri

domenica 27 novembre 2011

Parigi, marzo 2011.
Una rosa per Charles Baudelaire.



Martedi, 12 giugno 2007

“Ciao. Inizio questa nuova avventura nel mondo anaffettivo della comunicazione virtuale. Mi vengono in mente, adesso, soltanto le parole di Goethe nel Faust: "Vuoi tu volare e temi le vertigini?". Proprio così. Ma ormai volo, volo e ho le vertigini!”

Sono trascorsi 4 anni e 165 giorni e splinder chiuderà tutti i blog, e quindi anche i miei 774 post, il 31 gennaio 2012. In questo pur breve periodo mi sono accadute cose memorabili, solo in parte raccontate sul blog La Vita Larga, comunque non condannate all’annientamento, almeno così rapido come sono gli scritti elettronici, ma destinate addirittura a sopravvivermi. Avrò tempo per dare alcune coordinate a chi in questo momento ha davanti a se un’attesa di vita lunghissima, come, ad esempio, voglio sperare ardentemente, i miei nipotini. Manterrò così fede all’impegno morale che ho assunto con uno dei miei maestri (e non come zelante scolaro, ma modesto scriba), R. M. Rilke, che ci ammonisce a praticare la virtù dell’attesa, della pazienza, perché importante non è il tempo, ma la crescita. Ormai sto’ condensando la materia creativa che ancora informe s’agita nella mia anima, in una sorta di “pensieri poetici”, dove “poetici” sta a significare il dir molto con poco. La scarnificazione letteraria mi fa concentrare sulla “parola” singola, quella della poesia. Negli ultimi due anni ho “lavorato” a due filoni fondamentali; il primo una sorta di completamento dello “zibaldone poetico di un blogger ai margini (2007-2009)”, dato alle stampe nella primavera 2010, dal titolo provvisorio “Viandante nella memoria, poesie e prose” ed il secondo “Agnes e Martin: l’amore, il dolore. Una storia romantica” che comprende inoltre tutte le poesie scritte durante il 2011, una ventina. La postfazione a questa seconda raccolta chiarirà meglio il mio rapporto con la poesia, e servirà come incipit al nuovo percorso che ho appena iniziato sul blog “Grazie alla vita”.


Postfazione

“Quando un principe sta per parlare, si deve tacere.” Così scrive Franz-Xavers Kappus da Berlino nel giugno 1929, dando alle stampe  le ormai famosissime dieci “Lettere a un giovane poeta”, che R. M.  Rilke gli aveva scritto tra il 1903 ed il 1908. Ma, proprio prendendo spunto da queste lettere, e dall’idea di Rilke sulla poesia, mi sono ancor più spinto, nell’esplorazione della mia anima e della sua memoria profonda, proseguendo nella scrittura e nella creazione poetica, andando, come dice il Poeta, di stupore in stupore: “…le opere d’arte sono di una solitudine infinita; solo l’amore può afferrarle e custodirle. Lavorare con calma e umiltà. Attendere con pazienza l’ora della nascita, di un nuovo chiarore. L’arte esige tanto dai suoi semplici fedeli quanto dai creatori. Il tempo, qui, non è una misura. Un anno non conta: dieci anni non sono niente. Essere artisti non vuol dir contare, vuol dire crescere come l’albero che non sollecita la sua linfa, che resiste fiducioso ai grandi venti della primavera, senza temere che l’estate non possa venire. L’estate viene.  Ma non viene che per quelli che sanno attendere, tanto tranquilli e aperti come se avessero l’eternità davanti a loro. Lo imparo tutti i giorni a prezzo di sofferenze che benedico. La pazienza è tutto”. Ed è stato proprio Rilke a farmi incontrare con Jacobsen, con Tove e Waldemar e con Schönberg e i sui Gurrelieder, e con il Cantico dei Cantici. Dalla meraviglia di questi incontri è nato il toccante duetto d’amore tra Agnes e Martin, che troverete in questo manoscritto. Scrivo anch’io con sofferenza e pazienza da tempo immemorabile, solitario cantando per una gioia futura. O, almeno, lo spero.

LA LUNA NOVA

26 novembre, Giornata della poesia

Ricordo di: IDILIO DELL’ERA

Quest’anno ricorderemo un poeta delicato, un uomo ed un prete che ha lasciato un segno profondo, attraverso la scrittura, nella sua terra amata: la provincia senese e, se si vuole, la Toscana tutta. Una persona umile e forte, vitale e generosa, direi anche nota a tante persone, soprattutto per i suoi libri di racconti e leggende toscane. Il nostro presidente Giovannetti Fabio, ha ricordato la lunga tradizione dell’Associazione Culturale il Chiassino, di dedicare ogni anno un giorno ad un poeta ed alla poesia e di come questa iniziativa abbia sempre goduto di una larga partecipazione. Chi parlerà dopo di me, tratteggerà la figura e l’opera del nostro poeta: Idilio dell’Era, al secolo don Martino Ceccuzzi, nato nel Comune di Chiusi (SI) nel 1904 e morto nel 1988; io accennerò brevemente ad un ricordo personale ed alla sua “scoperta” come poeta. Incontrai casualmente Idilio nel 1976 nella chiesa di Montesiepi, nel comune di Chiusdino. Da diversi anni avevo iniziato a far ricerche sulla poetessa Dina Ferri e le tracce mi avevano portato a conoscere la sua famiglia residente tra la Battellona e il Palazzetto di Chiusdino. Proprio Amilcare Ferri (zio di Dina), mi disse che era stato pubblicato un libro, una antologia, tratta dal Quaderno del Nulla di Dina e che questo libro l’avrei trovato nella piccola foresteria della chiesa di Montesiepi, poco lontana. Fu così che insieme a don Grilli, parroco di Montesiepi, trovai Idilio. Furono poche parole, ma mi cercò tra le pubblicazioni disponibili, il testo che proprio lui aveva curato, pubblicandolo nel 1974, scrivendovi la prefazione! Mi dette anche preziose indicazioni su come condurre la mia ricerca, in particolare  per i saggi usciti sul giornale volterrano L’Araldo riguardanti la giovane poetessa, morta poco più che ventenne nel 1930. Naturalmente non mi accennò che lui stesso era un poeta, né che aveva all’attivo, a quel tempo alcuni libri di poesie! Tuttavia il personaggio m’apparve subito affascinante. Ma gli anni passavano e di Idilio me n’ero quasi dimenticato. Me lo fece ricordare don Luigi Campinoti, allora parroco a Montecerboli, durante una serata all’Oratorio, nella quale si parlava di poeti e di poesia. Idilio era stato suo insegnante al seminario di Siena, lo conosceva bene, in più possedeva un suo libricino di poesie, uscito nel 1955. La mia curiosità era grande così don Luigi me ne fece la fotocopia: si trattava di  VOCI E LAMENTI, edito a Firenze nel 1955. In questo volumetto si trovano le poesie Solitudine e Canto della rosa non colta, che verranno lette questa sera. Più tardi comprai alla Libreria di libri vecchi  “Ancilli” di Siena  il volume POESIE GIOVANILI” edito a Padova nel 1941, un volume di 220 pagine, con tantissime liriche, tra le quali, inaspettata, LA PREGHIERA DEL POETA. Infine ho un piccolo libro, pubblicato in Francia, in lingua francese, nel 1972: NOTTURNI PER SANTA CATERINA DA SIENA, con una dedica autografa di Idilio. Tutte poesie intense, bellissime. Successivamente ho raccolto solo quanto uscito su web, in particolare Testimonianze, Ricordi, Memorie a cura del prof. Francesco Rossi ed altri ricercatori, tra cui Fausto Landi, e Alfredo Franchi, più testimonianze di allievi e studenti e persone che Idilio hanno conosciuto. In questi ultimi anni, a cura dell’Associazione Idilio Dell’Era che ha sede a Sovicille (SI), della quale il prof. Francesco Rossi è presidente, sta uscendo la ristampa completa delle opere di Idilio Dell’Era. Potenza del web! E’ lì che ho conosciuto il professor Francesco Rossi, dato che nelle sue ricerche bibliografiche si era incontrato con me che avevo inserito un breve post nel 2007, traendo similitudine tra la poetica di Dina e quella di Idilio! Da tale incontro virtuale, finalmente oggi si è concretizzato quello umano. Devo dire di essere molto contento, come cittadino di Castelnuovo e socio del Chiassino, per questa semplice ma interessante commemorazione, senz’altro tra le prime in Italia, al di fuori dell’ambito senese, che comprenderà, oltre alla trattazione critica e biografica di Idilio, recitazione di poesie, immagini e musica. Ringrazio di nuovo tutti i presenti e le tante persone che hanno collaborato alla riuscita di questa serata, in modo particolare Lorella, Simona e Riccardo, i lettori dei testi, lasciando la parola ai relatori, professori Alfredo Franchi e Francesco Rossi. Al termine sarà offerto a tutti un piccolo rinfresco.

giovedì 24 novembre 2011

Preparativi per navigare sulle onde elettromagnetiche!

Buongiorno! Forse sono riuscito, da solo, a creare il mio secondo blog, quello che praticamente da oggi diverrà il mio unico blog! Infatti, con il prossimo 31 gennaio 2012, l'altro blog, La vita larga, che, iniziato il 12 giugno 2007, avevo postato per ben 773 volte, sarà chiuso. Cioè splinder chiuderà tutti i blog! Credevo nell'eternità elettronica, m'ero illuso. Ma non posso vivere senza scrivere, questa è la mia condanna e la mia gioia. Scrivo di cose minime, molto personali, addirittura banali, soprattutto di memorie lontane e pensieri poetici, non "poesie" che stanno su un gradino più alto, volano con l'ali dell'aquila e con arrogante distacco scrutano l'affannarsi di noi grafomani. Ne sono consapevole, ma tuttavia, attraversando i miei boschi selvaggi, ascolto volentieri ilcanto dei minuscoli pettirossi tra i rovi, e al di sopra delle cime non vedo aquile in volo. Dunque anche piccoli esseri viventi possono raccontare lo stupore della vita. Perciò insisto ad alimentare il mio "canzoniere", iniziato nel 1952 e proseguito, con alterni periodi di aridità, fino ad oggi. Ma, inutile dilungarsi, spero di imparare a conoscerci a poco a poco. Intanto grazie ai  vecchi amici ed ai naviganti curiosi che qui si fermeranno, se non altro per rifocillarsi, prima di tendere all'isola irraggiungibile: Itaca!