domenica 30 settembre 2018




Ecco davvero l'autunno, i progetti non mancano!

I progetti ed il lavoro non mancano e l'autunno porta  la voglia di fare. I due libri usciti recentemente, la storia di Alessandro de Larderel, di Lèa Vanona  e "Feudalesimo industriale e vicende del movimento proletario in Val di Cecina" di Alessandro Rossi (ai quali ho collaborato), mi impegnano per una attenta lettura.  Dovrò tenere due relazioni: una su Marie Curie (alla quale sto lavorando) ed un'altra su Alessandro De Larderel (in due località diverse). Vorrei anche rivedere la bozza di un saggio su Dina Ferri ed anche  avviare la composizione di un volume di poesie, praticamente tutte quelle contenute nel "Quaderno del nulla" con l'aggiunta di qualche testo inedito all'edizione dei F.li Treves del 1931, escludendo però i testi letterari e la prefazione del Misciattelli,  con tutti i testi delle stesse poesie in lingua inglese, tratte dall'edizione di Boston del 1933.
Riprenderò  la compilazione del Dizionario De Larderel, che vorrei  ultimare nel 2020.

E la poesia? Ne parlavo oggi con Pietro, un giovane poeta, che mi ha fatto riflettere sull'aridità della vecchiaia. Infatti da molte settimane ormai non scrivo più un verso...Forse è un bene. Adesso sto compiendo la visita a 46 cimiteri, foto, trascrizioni, emozioni...
è davvero incredibile questo contatto, che non mi angoscia, anzi, mi infonde serenità e voglia do vivere.

Ho aperto il libro di Ch'in Chia, poeta della dinastia dei Han (206 A.C - 230 D.C.), il quale mi regalò il titolo di una mia ricerca storica sulla Comunità di Castelnuovo dal 1300 al 1500: "Sopra le tombe vecchie è passato l'aratro", che ancora mi dice "gli anni svaniscono come rugiada al mattino, e mi fa pensare all'amore con i suoi  stupendi versi tradotti da Giorgia Valensin:

Passando il fiume colgo un fiore di ibisco.
Fra le orchidee di palude, quante erbe fragranti!
Ma quando le ho colte, a chi le devo mandare?
L'amore mio vive in terre lontane.
Mi volto e guardo verso il mio paese;
La lunga strada corre sempre avanti -
Un cuore solo - dimore diverse -
Sempre soffrire -. finché siamo vecchi.






Dina Ferri - EVENTO!

Ringrazio ancora una volta gli Organizzatori (Circolo ARCI - Palazzetto - Chiusdino) per la bella serata  onorando la memoria della LORO poetessa, DINA FERRI (1908.1930) con il lavoro e la partecipazione degli scolari delle Scuole primarie del Comune di Chiusdino, presente il Sindaco  Luciana Bartaletti, il Presidente dell'ARCI Provinciale di Siena Serenella Pallecchi, gli insegnanti, i cineoperatori e fotografi, le pasticcere e la coordinatrice Silvia Schiavo. Era presente la  la nipote della Poetessa, che porta lo stesso neome: Dina Ferri-Borgianni!, premurosa custode delle carte e dei ricordi della zia. In più è una carissima amica che con la sua mamma Nunziatina, mi aprì la propria casa alle mie prime ricerche  alcuni decenni fa.

Gli scolari, dalla I^ Elementare alla III^ Media hanno dato di Dina una visione iconografica moderna, più vicina alla loro sensibilità , hanno scritto pensieri, poesie e brani biografici, in più hanno cercato di visitare i luoghi dove  ella visse, dal podere Trogoli di Ciciano, lungo la via che la portava alle scuole di Chiusdino.

Nell'occasione è stato consegnato a tutti i presenti un delizioso  libriccino-ricordo dal titolo "C'era una volta Dina..." magistralmente illustrato dall'artista chiusdinese Erika Grassini.

Per parte mia ho mostrato il raro volume pubblicato a Boston (USA) con il "Quaderno del nulla" in lingua inglese "DINA FERRI'S, Notebook of Nothing: The Lyrical Diary of a Sienese Shepherdess", Translated from the Italian by Helen Josephine Robins and Harries Reid, With an Introduction by Piero Misciattelli, Boston, 1933.

Adesso avrei pronta la BOZZA di un nuovo testo, che potrebbe essere pubblicato nel 2020, 90° anniversario della morte della Poetessa,una novità assoluta perchè riporta le 7 testimonianze orali registrate da me (insieme a Dina Ferri-Borgianni), nel 1998, dalle compagne di scuola di Dina Ferri più testimonianze inedite da me raccolte nel 1974 e nel 1998.

Un altro progetto editoriale potrebbe essere la riproduzione delle poesie in lingua inglese (senza i brevi brani letterari) con il testo a fronte in lingua italiana.

Staremo a vedere! Intanto ringrazio ancora una volta l'impareggiabile amica Dina Ferri Borgianni e mi onoro della sua frequentazione  insieme a quella della sua famiglia, anche nel ricordo della sua mamma, recentemente scomparsa Nunziatina!

venerdì 28 settembre 2018






DINA FERRI A 110 ANNI DALLA SUA NASCITA.
28 settembre 2018. Circolo ARCI, Palazzetto di Chiusdino (SI)

Gentili signore e signori, familiari di Dina, giovani studenti, insegnanti, Autorità, sono molto contento di essere qui per commemorare il 110° anniversario della nascita della poetessa Dina Ferri. Da quasi mezzo secolo mi occupo di lei, ed in ciò devo ringraziare, tra i tanti, i suoi familiari che dal 1973 mi hanno accolto come amico nelle loro case, mettendomi a disposizione le carte di Dina e raccontandomi le vicende della sua giovane vita. Ho perciò raccolto e conservato molto materiale, cercando di divulgarlo e di valorizzare la sua memoria. Non è la prima volta che partecipo ai laboratori delle scuole, anzi, vorrei ricordare che una nelle prime ricerche la effettuo proprio una maestra delle scuole elementari di Chiusdino, Luisella Vagaggini, facendo intervistare nel 1974, dagli scolari, lo zio di Dina Ferri, Amilcare Ferri. Intervista molto interessante! Da pochi mesi è uscito infine su una importate RIVISTA un mio breve saggio su Dina Ferri. Si tratta, praticamente, di un riassunto della vicenda umana della poetessa, vostra compaesana, in quanto all’età di 9 anni la sua famiglia si trasferì dal Comune di Radicondoli a quello di Chiusdino,  nelle vicinanze del Borgo di Ciciano, al podere allora denominato I Trogoli.
Il saggio suscitò un vivo interesse nelle molte personalità presenti, tra i quali il Vescovo di Volterra. Lo presentai con queste parole: “Le poche pagine che ho dedicato alla vicenda di Dina Ferri (Nata a Radicondoli nel 1908 e morta a Siena nel 1930), rispettano, in sostanza il titolo che la poetessa aveva dato al suo unico e primo capolavoro, il libro “Quaderno del nulla”, libro che ella mai vide, perché la sua pubblicazione avvenne pochi mesi dopo la sua immatura morte”.
Ma, invece, anziché una nullità, questo libro si rivelerà un’opera di grande sostanza, sfidando la dimenticanza del mondo, e ancora oggi esso è ristampato e ricercato non solo in Italia.
Il libro di Dina Ferri, Quaderno del nulla, è dunque un’opera ancora viva, non solo tra la gente dei territori nei quali si  svolse e terminò la sua esistenza umana, ma il suo nome è risuonato anche recentemente, in alcune sedi Universitarie e tra illustri studiosi.
Il perché di questa sfida al tempo, quando voci di ben più celebrati poeti del mondo si sono affievolite o sono completamente dimenticate, si deve ricercare, secondo me, in quell’anelito  che infuocava l’anima di Dina:  innalzarsi dalle sue umili origini fino alla comprensione del mistero della vita e di Dio, alla ricerca della suprema bellezza, e all’amore per gli esseri più miti, come miti, sono i suoi versi, che mantengono una musicalità sorprendente e facilmente si imparano a memoria e dalla memoria sempre ritorneranno a farci compagnia.
Io stesso li avevo ascoltati, già all’età di 6 – 7 anni, dalla mia nonna materna, che me li recitava quando l’accompagnavo a “parare” le pecore sui poggi di Castelnuovo, e non l’ho più dimenticati. Successivamente li ascoltai da una mia vicina di casa, nei primi anni ’60, Gelsia Moschini, un tempo mezzadra al podere Tre Colli, sul versante opposto al podere Prativigne, dove li aveva sentiti dalla sua zia Errita, parente della poetessa. Praticamente da quasi 50 anni mi occupo di Dina Ferri, siamo diventati molto amici, e spero, tra non  molto, di incontrarla in Paradiso!
Spero anche che tutti voi, ragazzi e ragazze, continuerete a mantenere accesa la fiaccola della vostra poetessa, Dina Ferri, e mi congratulo per i vostri bei disegni, le vostre poesie e pensieri che rendono bello questo giorno, ed anche per la sapienza dei vostri insegnanti e di tutte le persone che vi hanno guidati. Metterò anche io i vostri lavori tra le cose più preziose che conservo della memoria di Dina e spero che anche voi non la dimentichiate.

giovedì 13 settembre 2018


VISITA AL PICCOLO CIMITERO DELLA BORGATA “LA LECCIA”.

Il piccolo cimitero si trova adiacente al “Santuario della Madonna del Libro”, dal titolo di una tela dipinta da Matteo Godi da Leccia, pittore del ‘600, dalla vita avventurosa tra Europa e America meridionale. La borgata della Leccia si ricorda anche per una “fonte” prodigiosa, detta “del latte”, perché le sue acque facevano  ritornare o mantenere il latte alle puerpere. Oggi tale fonte è scomparsa. Ma l’evento più prodigioso che richiama il nome della Leccia è una apparizione della Madonna, nella “selva lecciatina”, il bosco tra La Leccia e il villaggio del Sasso. Su questa apparizione miracolosa ad una giovinetta, non è stata ancora pronunciata la parola “inesistente”, ed il processo canonico risulta ancora aperto, a 500 anni di distanza!

Oggi La Leccia, un tempo fiorente comunità agrosilvopastorale, è praticamente disabitata e le vecchie case, solo in parte, sono state restaurate per residenze saltuarie e di vacanza estiva.  Ci sono andato, dopo molti anni di assenza, ieri 12 settembre, per documentare il piccolo cimitero. Dei miei parenti ci  ho trovato soltanto il primo marito di una sorella della mia mamma, morto per un tragico incidente stradale nel 1935.

La moglie si risposò e nella sua casa abitarono una mia sorella che fece alla Leccia  le scuole elementari ed anche una mia zia, allora bambina e ragazza. Ma io non ho praticamente avuto alcun rapporto con questa zia, che incontrai una sola volta nel 1954 o 1955 al matrimonio di un mio cugino nella Chiesa del Castello di Fosini.

Ma alla Leccia ho avuto alcuni amici, con i quali ho condiviso momenti piacevoli. Alcuni sono nel piccolo cimitero, altri sono emigrati.

Dunque metto la foto del mio zio morto nel 1935; la foto di una ragazzina tedesca che frequentava le scuole medie a Castelnuovo e morì schiacciata dai tronchi degli alberi che caddero, sull’auto dove viaggiava, da un camion mentre ritornava a casa dalla scuola; la foto di un giovane soldato morto in guerra  nel 1945; quella dello storico parroco don Orlandini, ed anche quella di Enzo Battaglini, dato che quando la sua famiglia abitava a Castelnuovo al podere Possera, andavo a giornate intere con mia nonna, che rammendava e cuciva per questi mezzadri. Tornavamo ogni sera con  preziosi viveri e frutti.

Sono andato a far due passi nel piccolo borgo, non ho trovato un’anima, soltanto da una finestra usciva la voce di un televisore, parlava di un incidente stradale con alcuni morti…e sul vialone,  il Circolo Bar che non c’è più, e poco discosto il fontanile con il lavatoio dove in un pomeriggio d’estate vidi una schiera di giovani e ragazze che si lanciavano l’acqua e ridevano coi denti bianchi nell’innocenza della sera.












lunedì 10 settembre 2018

Luz Casal - Piensa En Mi




Visita ai “camposanti” delle nostre Colline Metallifere.

Ho compilato un elenco con le località di 41 “camposanti” (cimiteri) delle nostre Colline Metallifere Toscane, ubicati tra Volterra, Massa Marittima, San Galgano, Canneto. Li voglio visitare tutti e ciò richiederà diversi mesi di quest’anno. Fotograferò le lapidi e le tombe che mi parlano. Non è un progetto di fotografia lapidaria, né una versione casareccia dell’Antologia di Spoon River, e nemmeno un documento anagrafico. Lo faccio soltanto per riportarmi alla memoria flasch della mia vita. Quasi tutti questi cimiteri risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, dopo che i francesi di Napoleone avevano già soppresso e trasferito quelli all’interno dei villaggi ad una distanza maggiore dalle mura castellane. Nel tempo, infine, anche molti di loro si venivano a trovare troppo vicini all’espansione urbanistica, e, quindi, furono di nuovo traslocati almeno ad un chilometro o più di distanza. Qualche salma si salvò, ricevendo una nuova sepoltura, ma le più finirono mischiate negli ossari. Inoltre i regolamenti di polizia mortuaria e gestione cimiteriale sono cambiati ed aggiornati più volte, ad esempio sono quasi del tutto abolite le sepolture “perpetue” o i “!loculi” perpetui”. Quindi, alle scadenze degli affitti, anche quel tipo di sepolture si esaurirà. Infine, negli ultimi decenni, e con una progressione notevole, molte salme vanno ai “crematori” e i barattolini con le ceneri possono essere custodite in case private o disperse al vento. Di queste non resta più memoria, se non nei Registri dei Comuni. Perciò il mio lavoro non ha uno scopo “storico”. Solo personale ed emotivo. Diciamo pure di “ispirazione” letteraria. Non posso affermare che esso mi diverta: anzi, spesso mi commuove, specialmente quando trovo i miei tanti amici. 

domenica 9 settembre 2018


  1. MARIE BASHKIRTSEFF (Gavronzi, Ucraina, 12/11/1858 - Paris, 31/10/1884).


Purtroppo non esiste una concordanza tra la traduzione parziale dell'originale del "Giornale" di Marie (la prima ed unica finora in lingua italiana in due volumi curati da Orio Vergani editi nel 1945) ed i capitoli riprodotti nel volume di Léa Vanona "(edito in Francia nel 2018), "Alexandro de Larderel, l'enfant uoblié", tratti dai 16 volumi dell'edizione completa, nei quali si analizza il rapporto sentimentale tra Marie ed Alessandro. Perciò, per pubblicare su questo post un breve riassunto, dovrò leggere e trascrivere il testo in lingua francese, il quale, benché a me accessibile, mi impegnerà per qualche settimana.

Devo anche chiarire che nelle 620 pagine del testo di Orio Vergani, praticamente nessun accenno si da' al rapporto tra Marie e Alessandro. E questa è una cosa strana, della quale parlerò con Léa al suo ritorno da Mosca.

Posto quindi soltanto alcune immagini tratte dai due volumi in lingua italiana, che, stante l'invecchiamento della cattiva qualità della carta e della stampa, appaiono leggermente evanescenti.





sabato 8 settembre 2018











EVENTO ARTISTICO A MONTECASTELLI PISANO 7-9 SETTEMBRE 2018.

Ieri è stato inaugurato l'evento artistico a Montecastelli Pisano: "Scultura,Pittura, Musica". Sobrie presentazioni, passeggiate nel suggestivo borgo, interessanti percorsi espositivi, e, infine, un delicato arcobaleno sull'orizzonte ad est! Mi sono reso conto che è stato fatto un grande lavoro organizzativo, grazie a Mario, Anne, Nedda, Matteo, e grazie agli sponsor privati ed al Comune di Castelnuovo di Val di Cecina, nonchè agli artisti che hanno concesso le loro opere. Un Evento che non è stato racchiuso in un unico ambiente (la ex Scuola del paese), ma che si è snodato tra sentieri odorosi di menta e nipitella, di giovani ginepri, di percorsi con macchine per esercizi fisici, antiche cantine e cisterne, nella ex Canonica e nel Museo dellaCiviltà Contadina, infine tra un intermezzo di "bomboloni" si è concluso con una apericena! Personalmente sono stato appagato per l'incontro con quattro persone speciali, che voglio ringraziare per la loro pazienza nei miei confronti: Gaetano (grande artista), Doris (come me ama le pietre), Vittoria (una rivelazione!) e Paola (l'amica di sempre).

venerdì 7 settembre 2018





ALESSANDRO DE LARDEREL & MARIA BASKIRCEVA.

Mi ero occupato, circa venti anni fa, di Alessandro de Larderel, leggendo una nota di Benedetto Croce. Avevo infine acquistato (VERO COLPO DI FORTUNA, ma non solo, perché io leggo tutti i titoli dei cataloghi di molte librerie  di libri antichi, anche se per mancanza di risorse economiche, ne compro soltanto rarissimi!), due volumi a cura di Orio Vergani stampati nel 1945 dalla Editoriale Domus di Milano, dal titolo "LA MIA VITA E LA MIA MORTE", diario di Maria Baskirceva, estrapolato dalle 19000 pagine manoscritte della giovane artista ucraina. Il prezzo dei due volumi è stato di 44 €. All'epoca, ogni volume costava 250 lire. Fino ad oggi sono stati tra le uniche testimonianze del rapporto sentimentale  tra l'autrice e Alessandro de Larderel. In Francia, invece, il Diario è stato pubblicato il 16 volumi dei quali uno si rintraccia sul web. Sono adesso in corso studi molto approfonditi, sia in Francia che in Russia ed Ucraina, sulla vita della geniale artista Maria Baskirceva, e alcuni dei suoi capolavori sono esposti al Museo di Orsay a Parigi. Di Alessandro, invece, a parte ciò che si trova nel Diario di Maria e poche carte al Gabinetto Wiesseux, non resta quasi niente nella pur vastissima memorialistica su Francesco de Larderel e dei suoi discendenti. Alessandro era stato infatti, per la sua vita avventurosa e libertina, cancellato, o, meglio, volutamente dimenticato.

Ma nel 2014 ecco che riavvia la ricerca, sul rapporto tra Alessandro e Maria, una studiosa francese dell'Università di Marsiglia, sia consultando  i testi esistenti in Francia, sia entrando a far parte di un pool di studiosi, tra i quali russi ed ucraini. Per varie circostanze sono entrato anch'io in questa nuova ricerca dando il mio piccolo contributo. Oggi, finalmente, mi è arrivato il volume che ripropongo in immagine. E' uscito da poche settimane e costa in Francia 19 €. E' davvero interessantissimo! Spero che sia tradotto in lingua italiana e che sia diffuso a Larderello, in Toscana e in Italia. Avevo sperato che in occasione del 200° anniversario della posa della prima pietra di Larderello, da Francesco de Larderel, l'8 maggio 1818, l'autrice del libro avesse potuto essere presente ad una commemorazione dell'evento.Ma ciò non è stato possibile.

Credo che il libro si possa acquistare e ordinare a Société des Ecrivains, 175 Boulevard Anatole France, 93200 Saint-DENIS (F)  al prezzo di 19 € + spese di porto.


mercoledì 5 settembre 2018

CARLO COMPIE 80 ANNI!

Si, ottanta anni è un bel traguardo nel Giro della Vita, corsa a tappe personale. Da oggi è iniziata un'altra tappa, questa in ripida salita! Comunque si può ancora pedalare perchè la tecnologia non solo ha mitigato la fatica fisica, ma ha aggiunto anche  piccoli congegni per proseguire la marcia senza...pedalare! Staremo a vedere. Adesso il mio vestito ha ancora molte tasche e taschini, dove posso portare non solo oggetti, immagini, denari, ma anche la Memoria e alcuni desideri. Tuttavia occorrerà tenere sempre a mente che "l'ultimo vestito" non avrà tasche. E questo mi consola. Chissà come sarà il Nuovo Mondo? La breve vacanzina di due giorni, molto ricca di affetti familiari, visivi e gastronomici la condenso in poche immagini, a me care, ringraziando i tanti amici ed amiche che hanno approfittato di FB per mandarmi i lori carissimi  vivissimi AUGURI!