lunedì 31 marzo 2014

NORMA PARENTI  (X).


            Dopo poche ore  arrivano gli uomini del CLN di Massa Marittima, con don Luigi Rossi, e i primi soldati americani. Norma è portata  in città, e successivamente al cimitero. Il partigiano e direttore dell’Ospedale di Massa Marittima, professor Mario Cheli, viene incaricato dal pretore di eseguire una perizia sul cadavere di Norma. La perizia, a lungo negatami poi giunta a me in incognito,  ci racconta le violenze e la modalità della morte di Norma. Atrocità di uomini malvagi, consci della sconfitta e della condanna, se non altro morale e divina, che li attenderà.
            Molto rapidamente, già nel 1944, parte dal Partito comunista massetano la richiesta di Medaglia d’oro per Norma Parenti, onorificenza che viene rapidamente concessa con una significativa motivazione. Nel 1946 esce a cura del Poligrafico dello Stato una vignetta commemorativa, usata anche dalle Poste per affrancatura, con il ritratto di Norma Parenti nella serie dei cinquanta italiani  pro vittime politiche.
            Di lei, fino a poco fa, erano note soltanto sette od otto immagini e, come spesso avviene, intorno alla figura di Norma s’era creata una icona immutabile, di fatto uno stereotipo falso, che nessuno, nella contrapposizione politica che contrassegnava i rapporti tra i partiti, la chiesa e le istituzioni locali, si azzardava a modificare. Di anno in anno, decennio in decennio, siamo arrivati alla fine degli anni ’90, quando ho avviato una vera e propria ricerca di “microstoria”, pubblicando il primo profilo biografico di Norma sulla base di testimonianze orali inedite e documenti d’archivio.
            In questi ultimi dieci anni l’interesse per Norma è aumentato e la sua vicenda ha fornito materiale per il teatro, la poesia, la musica e l’approfondimento storico. Si può affermare che i massetani si sono riappropriati della loro “eroina”, sia le forze di sinistra che hanno da sempre amministrato la città, che la chiesa, nella figura del suo Vescovo.
            Finalmente si sono create le condizioni per tracciare un profilo più completo di Norma e della sua vita, in quest’anno, che è il 70° della sua morte. Un amico scrittore Riccardo Michelucci ha pubblicato nel marzo 2013 un libro sulle donne del mondo martiri per la libertà, 9 straniere ed una italiana. L’italiana è Norma Parenti ed un suo ritratto compare sulla copertina. Il libro ha avuto successo…L’accostamento di Norma al titolo “L’eredità di Antigone” ne fissa l’alto valore etico.
            Adesso possediamo la perizia di morte, una trentina di immagini e cartoline con la scrittura di Norma, il testo del documento di proposta per la medaglia d’oro…e forse la “ricerca” non è ancora terminata, dato che vorrei scoprire da chi partì l’ordine dell’uccisione di Norma, probabilmente per vendetta personale. Ho pensato al famigerato capitano della Milizia, Giovanni Nardulli, accusato di molti omicidi nel grossetano, fuggito alla metà del giugno 1944 coi tedeschi verso il Nord, che compare ad Asti dove viene arrestato, processato e infine condannato a morte, con sentenza eseguita nel 1945. Dagli atti del processo a suo carico trapela un profilo inquietante e una vittima-testimone mette in risalto le sue caratteristiche di morbosità sessuale, che potrebbero essere state la causa dell’odio verso Norma. Concludo questa breve nota ricordando che a Pomarance, Follonica, Massa Marittima ed in altri luoghi, da tempo, esistono  vie e piazze intitolate  a Norma Parenti. Spero di destare un po’ di interesse per lei, in chi vi abita o vi passerà.


                                                                                                          (continua)

 Da dx a sin:. Olema, Norma, la mamma Roma e il padre Estewan ed una sconosciuta.

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