domenica 31 gennaio 2016



Saroyan Williams (1908-1981).


Se per buona o cattiva sorte vi troverete a passare in via marco d’agrate a milano, magari in una tarda sera fredda d’inverno, e magari avvertite l’inizio di un senso di fame, non  indugiate ad entrare in una porta poco appariscente e male illuminata al numero 27, ci troverete una trattoria-pizzeria con cucina “calabrese” che non vi deluderà: Za’ Rosa (www.zarosa.it). E quando uscirete soffermatevi a dare un’occhiata ai due tavolinetti ed alle catastine di libri che vi sono, ne potrete prendere uno, a vostra scelta, come regalo dell’azienda! Vi ho trovato molti volumi, nuovi e perfetti, prima edizione negli Oscar Mondadori dell’anno 1965, quelli di autori stranieri in versione integrale (costavano 350 lire). Ne segnalo uno, per me memorabile: “Che ve ne sembra dell’America?” di William Saroyan, un americano di origine armena nato a Fresno, in California, nel 1908. Le note biografiche di oggi non ne parlano troppo bene, anche se le sue opere conobbero un grande successo, forse più sociologico che letterario. Ho letto il libro avidamente, e ci sono ritornato più volte, e, forse per la mia età, vi ho trovato pagine emozionanti! Lo chiamano sentimentalismo. 

domenica 24 gennaio 2016

Ricordo di Maria Giovanna.


Ieri, 23 gennaio 2016, all’età di 80 anni, è morta Maria Giovanna Batistoni. Da  un po’ di tempo, dopo la morte di suo marito Giovanni, le sue già precarie condizioni di salute si erano aggravate. Ho molti ricordi di entrambi: nella giovinezza con Maria Giovanna, nella maturità, nel lavoro e nelle molteplici condivisioni sportive e culturali, con Giovanni! In più il ricordo di Maria Giovanna, mi riporta agli anni della frequentazione con le mie due amatissime cugine, Jolanda ed Eleonora, nella cui casa ci ritrovavamo. Credo che Maria Giovanna sia stata una delle più belle ragazze del mio paese! tanto bella quanto gentile e con me premurosa  e simpatica. S’era piccata di insegnarmi a ballare, mentre Jolanda suonava le canzonette sulla sua piccola fisarmonica, senza riuscirvi. Sono stato molto legato a tutta la sua famiglia e lo sono ancora, soprattutto con i suoi fratelli, Alberto, Giuseppe, ed anche Lorenzo, coi quali ho trascorso i più begli anni della mia giovinezza. Ormai da qualche anno non veniva più, d’estate, a cercare un po’ di fresco al Piazzone e nemmeno ai castagni in Doccioli,  quando potevo rimanere con lei e Giovanni a far quattro chiacchiere e qualche risata. Forse è meglio così, poter conservare la memoria da quell’unica magica fotografia di gruppo, scattata all’Asilo delle suore, nella quale ho ingrandito il suo volto, per fissare la magia del suo giovanile splendore. Domattina alle 10 mi recherò nella Chiesa di Larderello per un ultimo mesto saluto.   

domenica 17 gennaio 2016






Aver visto il culo a Caterina.

Fiori e uva d'inverno nella scarpata della mia casa, oggi, - 2°C. ma con un sole splendente. Fiori, frutti, sole: mi son divertito con i detti ed i proverbi. "Aver visto il culo a Caterina". Si dice a chi rapidamente passa dell'essere imbronciato al buonumore, come riporta Renzo Raddi in un suo celebre volume sui detti e sul parlare dei fiorentini: "Mah! L'è stào tutt'i' giorno nervoso che 'un gli si stàa d'intorno; senti ora, 'nvece, come si sganascia da i' ridere. Per me l'ha vist'i' culo a Caterina!"
Eppure la sfacciata fanciulla (chi l'avrebbe creduto?) non sarebbe soltanto fantasia di popolo, in quanto che l'episodio non conosciuto dai più, o comunque passato sotto silenzio dalla storia minore, farebbe riferimento alla celebre e timorata Caterina detta la duchessina, nata a Firenze il 15 aprile 1519 da Maddalena de la Tour d'Auvergne e da Lorenzo dei Medici duca d'Urbino, dai linguacciuti fiorentini soprannominato il magnifico Merda, andata sposa a Enrico d'Orleans, secondogenito di Francesco I di Francia, al quale, lei inizialmente sterile, dette la bellezza di dieci figli, morendo, quindi, all'età di settant'anni. Per la cronaca, sicché, l'episodio al quale si riferirebbe la locuzione sarebbe accaduto la prima notte di nozze, consumata secondo la strana usanza dell'epoca, alla morbosa presenza di tutta quanta la Corte Francese, ospite principale della quale Papa Clemente VII, impazienti tutti di avere la sicurezza, constatandola de visu, della validità del sacramento. Tutti, dunque, avrebbero visto il culo a Caterina, e v'è da supporlo, anche qualche altra cosa, rimanendone decisamente entusiasti.

sabato 16 gennaio 2016

LUX A CASTELNUOVO DI VAL DI CECINA.

Effetti luminosi, in piazzette e vicoli tra i più pittoreschi del nostro antico borgo (non è da tutti i borghi incastellati vantare origini  nel VII-VIII secolo, in età longobarda, come il nostro), hanno contraddistinto i mesi d'autunno e l'inizio di questo inverno 2016. Non sono in grado di fare un bilancio, né di tipo turistico (quante presenze?), né di ricaduta economica per le poche attività commerciali presenti, né di prospettiva (quanti sceglieranno di comprare una casa nel Borgo o passeranno un periodo di ferie nel nostro territorio?) e d'altra parte non conosco i costi per parlare di benefici. Certo, è stato per noi un insolito avvenimento, anche suggestivo, se vogliamo, specialmente nei cambiamenti meteo o nelle ore più inconsuete, nella notte. Adesso il nostro Gruppo Fotografico del Chiassino sta preparando una MOSTRA, alternando le immagini di LUX con quelle dell'aspetto originario dei luoghi. Non potrò seguire le fasi di questa bella iniziativa, e tra le molte immagini che ho scattato ne ho scelte 6. Piuttosto banali, ma a me piacciono. Non credo che qualcuna figurerà nella MOSTRA, perciò le metto sul blog per i miei amici e amiche.







venerdì 15 gennaio 2016

Aforismi per Marie-Louise.


Libriccino delizioso, per fortuna incontrato adesso che ne ho più bisogno, esso apre un mondo. Non ne avevo trascritto alcuno tra le centinaia che danno un tono alla mia raccolta di proverbi, per lo più licenziosi, ma anche aforismi di Montaigne, Pascal, La Rochefoucauld, Novalis e Goethe, ma sono certo che ne estrarrò più di uno da Elias Canetti. Uno mi ha particolarmente impressionato, perché rispecchia i sentimenti che nascono dalle passeggiate in un borgo deserto, o ai margini di una grande Fabbrica nella quale ho vissuto per quarant’anni ed ora è diversa, ed anche all’uscita delle scuole, in attesa dei miei due nipotini: “…ho mantenuto un profondo rispetto per le persone anziane e per i morti del mio paese, venero in loro ogni anno che io stesso non ho vissuto. Sono in adorazione dei bambini: mi sono sacri per ogni anno che io non vivrò più”. 

martedì 12 gennaio 2016

Promemoria del viaggiatore lontano.

Sono ancora in viaggio, molto lontano dai consueti luoghi, forse lo ultimerò all'inizio della primavera, ma, miei cari amici e compagni, non dimenticate  il 16 febbraio 1944, Campo ai Bizzi (Frassine-Monterotondo Marittimo), non dimenticate di andare il prossimo 16 febbraio, per il tratturo, fino lassù, dove i mandorli sono già in fiore e ricordate, ricordate sempre gli umili eroi.