sabato 9 agosto 2014

Dal: “Diario partigiano di Mauro Tanzini”,
“La piccola banda di Ariano”, altri appunti sparsi e “I
preti nella Resistenza delle Colline Metallifere Toscane”, di Carlo Groppi.

(XII)

Don Ugo Salti, in CET…don Ugo Salti  pg. 365: “…antifascista e partigiano. La canonica di Follonica diventò il luogo d’incontro di tutti gli antifascisti della zona. Decorato nel 1947 della medaglia di bronzo al valor militare. E’ raffigurato in una foto nella sala del consiglio comunale di Massa Marittima con il Comandante Mario Chirici e un ufficiale della V Armata USA. A suo nome è stata intitolata la Piazza della Chiesa di S. Leopoldo a Follonica. Fu parroco a Marina di Campo (Isola d’Elba) dal 1935 al 1939 e qui ha origine il suo antifascismo in quanto il locale segretario del fascio si opponeva alla attività della Azione Cattolica. Trasferito a Follonica don Ugo manifestò apertamente la sua avversione al regime con l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania nazista. Ma fu con l’8 settembre 1943 e la nascita della RSI che l’avversione si trasformò in antifascismo militante. Fece parte di un gruppo di ecclesiastici della diocesi di Massa e Piombino i quali, nonostante le incertezze e le ambiguità del proprio Vescovo, scelsero l’impegno diretto e aperto contro i nazifascisti. Don Ugo entrò in contatto con i partigiani del massetano. Arrestato dalle SS nel dicembre 1943 insieme al don Ulisse Fignani parroco di Scarlino, interrogato dalla Gestapo e tenuto per alcuni giorni in segregazione fu rilasciato con la diffida di cessare ogni attività attiva e passiva a favore dei ribelli. Ma don Ugo non si fece intimorire e continuò la sua attivita nella resistenza. Con l’avvicinarsi del fronte don Ugo fu avvisato che la sua vita era ormai in pericolo, decise quindi di lasciare la parrocchia e raggiungere i partigiani nella macchia di Tirli con i quali partecipò, armi in pugno, alle ultime fasi della Resistenza e della Liberazione della Maremma. Fu custode dell’archivio della III Brigata Garibaldi  bande “Camicia Rossa” e “Camicia Bianca”, archivio misteriosamente scomparso dopo la sua morte.

Don Angelo Biondi, nato a Massa Marittima nel 1899. Combattente e decorato nella guerra 1915-1918 studiò a Massa, Volterra e Sarzana. Nel 1932 divenne arciprete di San Giusto a Suvereto, ove rimase per 40 anni, fino alla sua morte avvenuta l’8 settembre 1972. Esponente del CLN clandestino del comune coordinò l’afflusso dei renitenti alla leva nelle formazioni partigiane. Decorato con la croce al valor militare nel 1967. I suoi grandi amori furono: la chiesa, il seminario, la parrocchia, la Libertà. Don Biondi è stato un uomo di parte, lo è stato perché lo richiedevano i tempi: antifascista e partigiano, quando occorreva scegliere tra dittatura e democrazia; anticomunista quando la scelta era tra fede e ateismo. A Suvereto il clero dette pieno appoggio alla Resistenza e don Angelo Biondi era il primo della lista delle persone da eliminare da parte dei fascisti repubblicani, tanto che fu costretto a  raggiungere ì partigiani alla macchia dove rimase per molti mesi. Dopo la Liberazione ebbe l’encomio solenne del Comando Raggruppamento Patrioti “Amiata”; il Certificato di Patriota rilasciato dal generale Alexander; e la Croce al valor Militare rilasciata dal Ministro della Difesa nel 1967.


                                                                                              (continua)

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