martedì 12 agosto 2014

Dal: “Diario partigiano di Mauro Tanzini”,
“La piccola banda di Ariano”, altri appunti sparsi e “I
preti nella Resistenza delle Colline Metallifere Toscane”, di Carlo Groppi.

(XV)


Il Clero italiano ha avuto 729 morti dei quali 471 tra i sacerdoti secolari e 258 tra quelli regolari. 415 di questi morti sono dovuti a rappresaglia, a combattimento e a prigionia e dispersione. Di questo numero fanno parte 9 vescovi, 238 parroci, 148 cappellani militari. Il Clero ha preso parte alla Resistenza intesa nel senso più puro e spogliata anche dei non pochi errori, che, quasi inevitabilmente, accompagnano sempre i grandi fatti, nel cammino delle nazioni. Ha inteso collaborare ad una Resistenza che voleva significare ricerca e conquista di libertà con metodi giusti, onorevoli e caritatevoli verso tutti, indistintamente. E’ in questo senso che il clero ha collaborato. E non sarà male ricordare che fu proprio in una canonica di Massa-Carrara che si tennero le prime riunioni del CLN provinciale subito dopo l’8 settembre 1943, non sarà male dire che di quel Comitato e delle sue sezioni comunali alcuni sacerdoti furono membri attivi, mentre anche umili suore ne furono valorose, coraggiose, indispensabili staffette. 9 furono i sacerdoti apuani uccisi dalle SS italo-tedesche. 16 i sacerdoti rastrellati o sequestrati per un periodo più o meno lungo; 17 i sacerdoti costretti a fuggire per un periodo più o meno lungo perché minacciati di rappresaglia e di morte; 3 i sacerdoti incarcerati; 11 i sacerdoti che hanno confortato e assistito i condannati a morte; 9 i cappellani militari del clero diocesano; 23 i cappellani militari del clero regolare nati in diocesi di Apuania.

Naturalmente, non si possono nascondere e sono notissime le collusioni delle alte gerarchie della Chiesa Cattolica con il fascismo e il nazismo e con tutti i regimi dittatoriali d’Europa. E’ sufficiente sfogliare rapidamente tutti i giornali dell’epoca, in cronaca nazionale e locale, per rendersene conto. Sulla controversa personalità del Papa Pio XII sono stati versati fiumi di inchiostro e tuttora si indaga sulle sue responsabilita verso la Shoah. In particolare nel Reich i vescovi non si stancarono mai di ammonire i fedeli ad accettare il governo hitleriano, come l’autorità legittima alla quale era dovuta obbedienza. I vescovi  ammonirono i cattolici tedeschi a “non lasciarsi coinvolgere in progetti di resistenza al regime nazista” applicando la parola d’ordine “i buoni cattolici sono sempre stati buoni patrioti!”. Dopo il fallimento dell’attentato contro Hitler a Monaco di Baviera l’8 novembre 1939, il cardinale Bertram, a nome dell’episcopato tedesco e il cardinale Faulhaber a nome dei vescovi bavaresi inviarono ferventi telegrammi di rallegramenti a Hitler. Pochi anni prima lo stesso cardinale Faulhaber aveva invitato tutti i cattolici tedeschi a recitare un Paternoster per la vita del Fuhrer. Anche in Germania, come in Italia, eminenti cattolici furono membri di gruppi di Resistenza e numerosissimi sacerdoti cattolici vennero giustiziati o morirono in prigioni e campi di concentramento. Alcuni furono veramente martiri delle loro convinzioni democratiche e pacifiste. Eppure, ed è triste osservarlo, furono mosche bianche nel grande esercito delle mosche nere. Come ha detto lo storico cattolico Friedrich Heer “in realtà ogni resistenza cristiana a Hitler durante il terzo Reich era un fenomeno eccezionale e indesiderabile…Nel 1945, la situazione era talmente critica che per salvare la faccia e restaurare l’onore del cristianesimo ufficiale in Germania fu necessaria una grandissima manovra di camuffamento dei fatti”. Nemmeno un Vescovo si vide costretto a dare le dimissioni dalla propria carica! E qualcuno, profondamente compromesso con il nazismo, fu promosso ad Arcivescovo e cameriere privato del Papa. Non è nostro obiettivo, in questo lavoro, andare oltre. Vogliamo solo ricordare che migliaia di antinazisti cattolici tedeschi furono torturati a morte nei campi di concentramento di Hitler; l’intellighenzia polacca fu sterminata; centinaia di migliaia di russi morirono perché considerati e trattati come sotto-uomini slavi; sei milioni di esseri umani furono assassinati perché non erano ariani…mentre avveniva tutto questo l’alto clero in Germania appoggiava il regime che commetteva questi delitti. A Roma il Papa, capo spirituale e supremo maestro morale della Chiesa cattolica universale, taceva.


                                                                                              (continua)

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