lunedì 4 agosto 2014


Clemente Rebora (1885-1957).

Ho un libriccino che canta una grande passione nella sua gioia e nel profondo tormento esistenziale. Si tratta di Dieci poesie per una lucciola, pp. 30, Ed. Stampalternativa, Viterbo, 1999. Sono dei versi composti da Clemente Rebora, uno dei maggiori poeti del Novecento italiano. Per Lydia, l’artista russa che fu sua compagna e ispiratrice dal 1914 al 1919. Sensuale e materna, dolce ed erotica iniziatrice, gli fece vivere un’ardente esperienza  e gli fu sempre vicina nei momenti drammatici della prima guerra mondiale, della quale quest’anno si commemora il 100° anniversario.

IV.

Dimmi che esisti – non chiedo altro:
Il resto al cuore io lo domando.

Sete ingannata da ogni coppa,
 Senza il sapor della tua bocca,
Riposo illuso in ogni sonno
Senza il ristoro del tuo corpo,

Dimmelo sempre che ci sei,
Comunque la tua vita speri.

La creatura in te più vera
Ogni vicenda me la svela.

La lontananza ansiosa dice
L’amor che accanto ammutolisce;

Ma so, non so, so che tu sola

Puoi dirmi: esisto – e dillo ancora.

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