mercoledì 7 giugno 2017





PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI.

CAP. X

14.  Appello agli elettori di Castelnuovo di Valdicecina (aprile 1972)

Caro elettore, cara elettrice,
ormai pochi giorni ci separano dalla data delle elezioni politiche. Una data importante nella storia d’Italia perché sono possibili due indirizzi fondamentali: se guadagneranno voti le destre e la democrazia cristiana tutte le conquiste sociali e civili ottenute con dure lotte popolari, potranno essere annullate e il nostro paese sarebbe inevitabilmente sospinto verso il fascismo, vero il disordine, verso più precarie condizioni economiche; se invece avanzeranno le forze della sinistra e principalmente il Partito comunista, sarà possibile una svolta democratica, un governo capace di fare leggi a favore dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, delle donne e di tutti i cittadini che vivono del loro lavoro.
E dunque nell’interesse di tutto il popolo far avanzare il Partito comunista con il voto del 7 maggio. I grossi speculatori, i padroni delle grandi industrie e dei latifondi, i mafiosi e tutti coloro che vivono nella ricchezza grazie al sudore e alle sofferenze del popolo, non desiderano che i comunisti vadano al governo perché sanno bene che i loro privilegi verrebbero ridimensionati. Essi diffondono dalla televisione e dalla stampa le più assurde menzogne sulla politica dei comunisti cercando con ogni mezzo di dividere i lavoratori e di mettere confusione nella testa della gente semplice.
Alle donne cattoliche e a tutte le persone religiose si fa spesso credere che lo scopo dei comunisti sia quello di distruggere la religione, la famiglia, la Patria. Nulla di più assurdo! I comunisti rispettano profondamente le idee religiose di tutti i cittadini, qualunque esse siano. I comunisti si oppongono a determinate “scelte politiche” della Chiesa che dovrebbe essere al servizio dei poveri, degli oppressi e degli assetati di giustizia e invece è troppo spesso al servizio dei ricchi, dei tiranni e degli speculatori. Milioni di cattolici in buona fede hanno sostenuto per tanti anni la democrazia cristiana onestamente ritenendo di trovare in essa una forza che difendesse i valori cristiani. Dopo venticinque anni di ininterrotto dominio ognuno può vedere che cosa abbia a che fare la società italiana attuale con quelle promesse e con quelle speranze.
I gerarchi fascisti furono coloro che si arricchirono sulla miseria e sulla rovina del paese. I dirigenti democristiani sono colpevoli di non aver contrapposto, alla vergogna e al malcostume fascista, l’esempio di una moralità democratica nuova. Al contrario: essi si sono via via confusi con le forze dello sfruttamento e del privilegio e su queste forze e non sui valori cristiani in cui dicono di credere, hanno modellato i loro costumi.
E’ per questo che noi diciamo ai cattolici, ancora fino a ieri ingannati dalla Dc, di negare la fiducia a questo partito, in nome dei loro medesimi ideali e speranze.
Quanto alla Patria e alla famiglia i nemici più pericolosi sono ancora fascisti e democristiani, le forze cioè che hanno governato l’Italia in questo secolo che ha visto oltre sette milioni di emigranti recarsi in terre straniere a guadagnarsi il pane, che ha visto due assurde guerre mondiali costate tragiche offerenze e milioni di morti, che ha visto aggressioni a popoli innocenti, alle altre “patrie”, disoccupazione, emigrazione interna dal meridione e dal centro del paese verso il Nord, abbandono disastroso delle campagne.
Paesi interi sono rimasti con una popolazione di vecchi, di donne e di bambini: le donne e i vecchi ne pagano il prezzo alto, il sacrificio della lontananza forzata dal marito e una pensione di fame che nega il diritto ad una vecchiaia meno angosciosa. Altro che divorzio! altro che dare la colpa ai comunisti! Non è il divorzio, istituto presente in tutti i paesi civili del mondo, ma sono le ingiustizie sociali che minano dunque l’unità della famiglia.
Anche nella Valdicecina c’è una grave crisi. I posti di lavoro diminuiscono quasi ogni giorno e i nostri giovani debbono andarsene a lavorare in città lontane per poter vivere con dignità. Per tanti altri non esistono nemmeno queste possibilità e allora debbono accontentarsi di rimanere per essere sfruttati negli appalti o in occupazioni stagionali mal retribuite.
Quando si avvicinano le elezioni arrivano i telegrammi di ministri e uomini politici che promettono sviluppo e occupazione: ma passata la festa gabbato lo santo! la nostra miseria aumenta e la degradazione sociale e ambientale ha raggiunto ormai un livello quasi insostenibile.
Questa situazione è l’amaro frutto delle scelte economiche del Governo e della Democrazia cristiana e potrà migliorare soltanto se il 7 maggio queste forze saranno sconfitte.
Oggi la Democrazia cristiana, come ha  fatto altre volte nel passato, ricorre al ricatto più vile promettendo ai lavoratori degli appalti l’assunzione all’Enel. Ci potrebbe anche riuscire perché, in definitiva, il Governo è democristiano, il presidente dell’Enel è un democristiano e democristiani sono i prefetti, i sottosegretari, i consiglieri. Inoltre c’è da tener presente che questi lavoratori hanno già vinto un difficile processo dove sono stati riconosciuti pienamente i loro diritti.
Ma è umiliante ricattare gli uomini con la promessa di un posto sicuro di lavoro. Il lavoro deve essere un diritto di ogni uomo e i lavoratori degli appalti, che conoscono bene i veri ed antichi responsabili della loro situazione, li condanneranno certamente con il voto.
I comunisti sono il partito dello sviluppo economico e sociale, dell’unità dei lavoratori, della tolleranza religiosa, dell’indipendenza nazionale e della pace. I comunisti vogliono una società più giusta, più umana, dove non ci sia posto per la violenza ed il disordine, per le ricchezze di pochi e le sofferenze di molti. Vogliono una società fondata sul lavoro, sull’intelligenza, sulla concordia e sul rispetto.
Noi ti invitiamo ad essere protagonista della costruzione di una società migliore. Ti invitiamo sinceramente a riflettere sulle nostre parole, ad approfondirle e verificarle. Ti invitiamo il 7 maggio a fare una scelta onesta e libera da ogni pregiudizio: a votare per il Partito comunista italiano, alla Camera ed al Senato, Lista n. 1[1].


15. La Valdicecina vota comunista (29 aprile 1972)[2]


         I problemi della Valdicecina sono numerosi e gravi. Il flusso migratorio non accenna a diminuire e ogni anno decine di famiglie, di giovani, sono costrette a partire dal nostro Comune alla ricerca di una occupazione, sono costrette a spezzare un rapporto antico di consuetudini, di amicizie, di legami umani e sociali, spesso per affrontare un’esistenza dura ed anonima in grandi agglomerati urbani e industriali.
Anche se non ci fossero altri elementi per giudicare l’operato della Dc, dei socialdemocratici e delle altre forze che hanno governato l’Italia in questi 25 anni, alla gente della Valdicecina basterebbe giudicarli in base alla emigrazione, alla disoccupazione, alla discriminazione per quel poco lavoro disponibile, al mancato sviluppo dell’Enel, dell’Eni e della Salina di Stato.
Come una gigantesca pompa la Dc ha succhiato dalla Valdicecina elettricità, prodotti chimici e minerari: una grande ricchezza nazionale, senza restituire nulla. Promesse, solo promesse.
L’inganno della Dc è sempre stato quello di fingersi amica dei lavoratori, dei poveri, per ottenere voti e potere da mettere poi al servizio dei ricchi e dei padroni.
Abbiamo pagato “tutti” un prezzo assai alto per questo inganno. Anche quelli che apparentemente si sentono coperti da un salario sicuro, ma che vedono i figli, magari diplomati o laureati, costretti alla lunga disoccupazione e poi all’emigrazione.
La condizione della Valdicecina, di questo “meridione toscano”, è simile a quella di tante altre parti d’Italia e potrà migliorare solo con riforme strutturali che modifichino il meccanismo dello sviluppo capitalistico.
L’impegno dei comunisti è quello di garantire un giusto equilibrio economico e sociale per tutti i cittadini, ovunque essi vivano. E’ un impegno per la piena occupazione, per la valorizzazione dei giovani, per garantire una pensione agli anziani che consenta loro una vita dignitosa, per colmare le differenze salariali tra le varie categorie, per una scuola non repressiva e democratica, per un ruolo propulsivo del settore dell’agricoltura.
Siamo oggi di fronte alla possibilità di formaree un Governo di “svolta democratica” del quale i comunisti potranno essere una componente decisiva unitamente alle altre forze di sinistra, socialiste e cattoliche.
Per questo occorre battere la Democrazia cristiana, i socialdemocrati e il Msi, per questo il 7 maggio VOTA COMUNISTA. Fiducia nel Pci!





[1] dts., gc, volantino a nome Pci Segreteria della sezione di Castelnuovo V.C., 1972.
[2]  dts., gc, volantino a nome Pci Castelnuovo V.C., 29 aprile 1972. 

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