martedì 6 giugno 2017



PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI.

CAP: VIII

10. La vita è fatta di scelte. Lettera ai giovani di Castelnuovo di Valdicecina (28 maggio 1971)[1]


Caro giovane,
la Segreteria della sezione del Partito comunista italiano di Castelnuovo di Valdicecina si è più volte riunita in quest’anno per esaminare i problemi dei giovani, in particolare quelli che si riferiscono all’occupazione ed al rapporto con le Organizzazione politiche.
In relazione a ciò abbiamo deciso di scrivere questa lettera a tutti i giovani di Castelnuovo come primo elemento di contatto che intendiamo continuare in modo più diretto, secondo le proposte e le indicazioni che speriamo ci perverranno numerose.
E’ innegabile constatare che, oggi, i giovani sono assenti dalla vita politica attiva dei partiti ed anche dal nostro Partito che dei giovani ha, in grande misura, la carica ideale e morale – insieme alla volontà di lotta – per trasformare la Società. Noi crediamo che questa assenza sia causata anche da ritardi e insufficienze nel nostro lavoro di elaborazione politica e di organizzazione, dal tipo di educazione ricevuta e, soprattutto, dalle difficoltà che i giovani incontrano nel trovare una occupazione se iscritti al Pci. In una situazione di grave crisi qual’è quella che viviamo in Valdicecina dovuta al tipo di sviluppo capitalistico e alla subordinazione della grandi Aziende di Stato alla politica dei monopoli privati,  crisi accentuata dalle scelte del Governo di centro-sinistra, in cui soltanto un giovane su dieci riesce a trovare un lavoro nel luogo di origine, pensiamo sia ancor più difficile, per tanti giovani di Castelnuovo, scegliere la strada della milizia attiva nel nostro Partito, poiché qui, più che altrove, pesa la triste eredità delle discriminazioni dei tempi del  Dott. Cesare Bruno.
La struttura del mondo di oggi è veramente complessa e la realtà si manifesta in modo difforme, spesso equivoco. Per andare a fondo nelle cose occorre fare un grande sforzo di conoscenza, perché rinunciando alla conoscenza del mondo si costruisce il primo alibi per sfuggire ai nostri impegni col mondo medesimo e con la società in cui viviamo.
I giovani e gli uomini del nostro tempo hanno vissuto sotto l’incubo del ricatto atomico, hanno assistito alle guerre più ingiuste, ai sacrifici più immotivati, alle lotte operaie e studentesche più dure soffocate con la forza brutale della repressione e col denaro della corruzione.
Ancora oggi assistiamo alla barbarie della guerra americana nel Vietnam, alla fame del Terzo Mondo, alla terribile paura dell’Africa che compie i suoi primi incerti passi dopo essere stata scudisciata a sangue dall’Europa, ed allo sforzo del Sud America che stà sotto il tallone delle banche americane e non riesce a rialzarsi. D’altra parte, nel campo dei paesi socialisti permangono contraddizioni che non giovano all’unità delle forze rivoluzionarie mondiali.
E poiché il quadro dell’ingiustizia è talmente diffuso, la coscienza stessa di molti si è rilassata quasi per una abitudine a guardare pessimisticamente; in alcuni, forse, è subentrato un senso di impotenza a fronteggiare tutto quest’ostinato marciume, una sorta di debolezza e di passività che ha solo giovato al profitto della classe sfruttatrice. Ma non crediamo che queste posizioni possano durare a lungo, almeno là dove sono più forti e radicate le forze progressiste, quelle che si propongono una società pulita, che abbia alla base le cose “vere”, i “ valori” più importanti della vita.
E proprio perché la vita è fatta di scelte, dobbiamo distinguere fra il boia e il patriota condannato, fra l’oppresso e l’oppressore, fra l’operaio e lo speculatore, fra i giovani che lottano per una società migliore e quelli che si drogano per complesso di colpa, qualunquismo e nichilismo.
E, alla fine, dobbiamo pure noi fare la nostra scelta, che non sarà facile, comoda, priva di scontri ed anche, talvolta, di delusioni amare. E’ la scelta di entrare a far parte di un partito rivoluzionario, del Partito comunista italiano, che ha, tra le sue figure più pure ed emblematiche un giovane: Eugenio Curiel.
Questo è l’invito che a nome del Partito ti rivolgiamo.
La Segreteria della sezione del Pci di Castelnuovo di Valdicecina: Renzo Panichi, Carlo Groppi, Alberto Antonelli, Floriano Serenari, Ermanno Serenari.


11. E’ esploso il più potente soffione del mondo: “Travale 22” (7 gennaio 1972)[2]


Venerdì 7 gennaio 1972 è esploso il più potente soffione della centenaria storia di Larderello, il “Travale 22” (portata 400.000 Kg/h.; pressione 10 atmosfere), in una zona vergine, nei pressi del paese di Montalcinello (Chiusdino).
In questi giorni di euforia, di ritrovata fiducia e di orgoglio, che indistintamente accomunano le popolazioni della zona alle maestranze, ai tecnici delle perforazioni e del Gruppo Minerario di Larderello, per l’eccezionale ritrovamento di vapore nell’area di Travale-Montalcinello, un grave ed assillante pensiero ci tormenta: come faranno i dirigenti del Compartimento Enel di Firenze, le forze che vogliono il ridimensionamento di Larderello e la morte della Valdicecina, a nascondere questo sondaggio? A far si che esso non esista?
Perché, vedete, da molti anni essi vanno affermando, con tenacia, che ormai il vapore nella Regioni Boracifera “è quello che è”, che si sono raggiunti i limiti massimi, che bisogna accontentaci di sopperire al decremento con ripuliture  e ripristini di vecchi sondaggi un tempo produttivi.
Così, dietro a queste teorie, si va avanti riducendo il numero degli impianti di perforazione e dei sondaggi perforati, si fanno finte organizzazioni per accontentare questo a quel dirigente, si diminuiscono continuamente  gli organici non provvedendo a rimpiazzare i numerosi pensionati. Contemporaneamente si attuano ulteriori smembramenti, si incoraggiano le mire corporative di alcuni reparti a scapito di altri, si tollera il menefreghismo nella produzione di energia elettrica.
Il destino degli uccelli del malaugurio sulla fine di Larderello è quello di essere immancabilmente smentiti. Ora faranno a gara per dire “io lo sapevo”, “io lo dicevo” e accaparrarsi i meriti del successo.
E’ davvero l’ora di cambiare le cose in Valdicecina. E’ l’ora di utilizzare pienamente, nell’interesse regionale e nazionale, questa nostra speciale forma di energia prodotta dal vapore endogeno, in quanto il suo costo risulta non solo competitivo, ma anzi vantaggioso rispetto a quello dell’energia prodotta con combustibili tradizionali  (petrolio, carbone).
A favore dell’energia geotermoelettrica concorrono inoltre altri fattori quali, ad esempio, i minimi inquinamenti atmosferici, la provenienza da risorse locali non soggette all’andamento delle crisi geopolitiche, come quelle del Medio Oriente, la possibilità di produrre energia con impianti di piccola e media taglia assai semplici nel funzionamento, strettamente legati al territorio.
Sulla base di questo risultato e di altri recenti successi nella ricerca del vapore occorre intensificare la ricerca del fluido endogeno per utilizzarlo razionalmente. Occorre potenziare, rinsanguare l’organico di Larderello con l’assunzione di centinaia di nuovi operai e tecnici attraverso un concorso zonale e con gli aventi diritto delle Ditte appaltatrici. Occorre che i sindacati mettano da parte le questioni settoriali di categoria, che escano dal pantano dell’egoismo e affrontino decisamente i problemi più complessivi dello sviluppo della zona e dell’occupazione, chiamando alla lotta i lavoratori della Fabbrica e dell’esterno.
Questi sono problemi  che vanno al di là delle posizioni politiche nostre, che non riguardano soltanto una parte di cittadini, interessano tutti, riguardano tutti. Non servirà l’anticomunismo a nascondere posizioni ambigue delle varie forze politiche. Ormai le carte sono scoperte. Si presenta un’occasione favorevole, unica. Lasciarsela sfuggire sarebbe un imperdonabile errore che avrebbe conseguenze disastrose per l’intera Valdicecina.
In questa prospettiva i comunisti chiamano gli operai e il popolo alla lotta per sconfiggere i disegni della smobilitazione, delle false promesse e dei paternalistici interventi.
Unità delle forze democratiche, unità dei lavoratori, mobilitazione immediata delle masse sono le condizioni per andare avanti.

Continua




[1] mns. fto gc, 20 maggio 1971.
[2] mns. gc., volantino a nome Pci Cellula Enel della Sezione di Castelnuovo V.C., 11 gennaio 1972. Pochi giorni dopo, nel febbraio, si svolse una eccezionale manifestazione politica organizzata dal Pci di Castelnuovo V.C., e di Fabbrica ed un corteo percorse a piedi i quattro chilometri Castelnuovo-Larderello entrando per la prima volta, con le bandiere rosse, nel Cinema Teatro “Florentia” gremito di cittadini e di lavoratori. Un grande striscione, con la scritta a caratteri cubitali “Travale vi smentisce!”, portato dai compagni Renzo Panichi e Enzo Bartoli, capeggiava il corteo.

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