lunedì 5 giugno 2017



Passioni, Speranze, Illusioni.

Parte VI^

6. Costituzione di un Comitato Locale per la Pace e la libertà nel Vietnam
 (23 novembre 1967)[1]

Caro amico,
una guerra crudele agita il mondo: è il Vietnam che muore! Io dico: qua c’è la colpa, là c’è la ragione, per me è chiaro. Soffro per quei bambini uccisi, mutilati (sono padre), per quegli uomini miseri schiacciati da un aggressore potente, che non conoscono, a cui non hanno fatto nulla.
Se scrivo poesie d’amore, se troppo a lungo mi trastullo con la mia bambina, mi sento in colpa. Mi sembra di rubare, a coloro che soffrono e lottano nel mondo per l’affermazione di un ideale di libertà e di giustizia, per il Socialismo, tempo prezioso, impegno e aiuto fraterno.
Come un cancro maligno che colpendo un singolo organo a poco a poco distrugge l’organismo intero, distolti da una stampa reazionaria, da miti e mode qualunquistici, da una vita familiare chiusa e conformista, cadono uno ad uno i nostri ideali. Inseguiamo allora il benessere che, se non accomunato ad una più elevata coscienza politica e morale, porta l’uomo a distaccarsi dai propri simili, porta all’uomo passivo. “L’uomo passivo” è il pericolo che oggi corre il mondo. Sempre più cinico perché sicuro di se, disimpegnato ideologicamente, strumento docile nelle mani dei persuasori occulti, esso perde la fiducia nel proprio simile, si dissecca come un vecchio albero ai venti marini: si possono immaginare i frutti che darà!
Il Vietnam muore! Passivi non possiamo restare. Là si combattono oggi, in uno scontro frontale, due sistemi, due concezioni di vita: l’imperialismo sa che è in gioco il suo destino, che una sua sconfitta aprirebbe la via alla liberazione di popoli ancora oppressi in Africa, Asia, America Latina. Per questo la sua ferocia, la sua potenza distruttiva, si dispiegano totalmente raggiungendo limiti di criminalità quali solo i nazisti seppero adottare in Europa. Non faccio adesso la storia dell’aggressione Usa al Vietnam, mi mancano capacità e materiali, ma ricordo che gli Usa possono aggredire, massacrare, reprimere i movimenti di Liberazione Nazionale solo con l’appoggio dei loro amici ed alleati. Isolare gli Stati Uniti d’America in questa folle corsa alla guerra è compito di ogni Governo, di ogni cittadino amante della Pace. Perciò dobbiamo anche noi chiedere che l’Italia (come ha fatto recentemente l’Olanda, paese membro della Nato), condannando i bombardamenti americani,  dissoci le proprie responsabilità da quelle degli aggressori e non offra, invece, le basi aeree del Veneto per il decollo dei bombardieri impegnati nella distruzione totale del Vietnam!
Il “Comitato Nazionale per la Pace e la Libertà nel Vietnam” è un organismo apartitico. Fondato da illustri personalità del mondo dell’arte e della cultura (Levi, Manzù, Leporini, Binni, Guttuso, Musatti, Moravia, Vittorini, Caruso,…), esso accoglie uomini di ogni tendenza ideale ed appartenenza politica, impegnandoli individualmente. Cattolici, comunisti, marxisti, aclisti e sacerdoti vi aderiscono. La riprova della unitarietà è la “Marcia della Pace” che si snoda da Milano a Roma e che accoglie frati francescani, sindacalisti, giovani (soprattutto giovani!) di ogni credo politico e religioso.
Parlando ad Arezzo, durante una tappa di questa marcia per il Vietnam, il gesuita don Barbieri ha detto: “non date retta a quel cardinale americano che benedice i soldati che partono per il Vietnam. Non si può benedire chi porta la guerra ai paesi che lottano per la libertà. Dio è con i popoli dell’America Latina, con i popoli dell’Asia, con quelli dell’Africa che ancora combattono regimi coloniali. Perché esistono anche lotte giuste, le guerre giuste, contro chi opprime e massacra”.
Anche a Castelnuovo esiste embrionalmente un “Comitato Locale”[2], di cui faccio parte, che aderisce alle posizioni di quello nazionale; ma in questi ultimi tempi questo Comitato si è disfatto ed io sono rimasto solo. Occorre quindi ricreare il Comitato locale possibilmente con voi, giovani, che avete purezza e slancio ideale per portare avanti l’opera di sensibilizzazione di una opinione pubblica apatica e disinformata. So per esperienza diretta quanto costi vincere la nostra pigrizia, paura e conformismo, quanto costi acquisire una coscienza rivoluzionaria. Ma non c’è altra scelta. Poiché se noi stessi siamo passivi e non protestiamo contro le quotidiane ingiustizie del mondo in modo deciso, come possiamo avere la forza, la capacità di convincere gli altri? Come possiamo sperare di trasformare il mondo?
Per formare il Comitato Locale per la Pace e la libertà nel Vietnam vi invito alla riunione del 25 novembre 1967 (sabato) per le ore 20,30-21, nel salone della Casa del Popolo. In quella sede potremmo discutere ed approfondire temi qui appena e malamente accennati e formare veramente un Comitato capace di svolgere efficaci azioni nella Zona.
Conto sulla vostra partecipazione attiva e combattiva. Ho preso questa iniziativa, tengo a precisarlo, a titolo personale. Spero in voi, ho fiducia in voi e so che nei limiti del possibile non mi deluderete.
Evviva i combattenti del Fln del Sud Vietnam!
Evviva il glorioso popolo del Vietnam!  


7. Il “Comitato per la pace e la libertà nel Viet-Nam” di Castelnuovo di Valdicecina (25 novembre 1967)


La guerra nel Vietnam che da anni imperversa e di cui non si vede la fine, suscita nella coscienza del mondo una condanna sempre più aperta e decisa, nella quale convergono autorità sovranazionali, governi, organi e movimenti d’ogni paese e un largo e crescente settore della opinione pubblica americana.
In contrasto con queste voci della ragione la macchina bellica degli Stati Uniti d’America continua ad applicare un programma di scalata aggressiva intensificando i bombardamenti sul Nord Vietnam e distruggendo indiscriminatamente vite e risorse nel Vietnam del Sud.
Le prese di posizione dei governi di tutto il mondo possono servire a far mutare la nefasta linea politica dell’attuale governo americano. Il governo italiano non può sottrarsi.
Preso atto di questa drammatica situazione e dello scioglimento di un precedente “Comitato Locale”, alcuni giovani di Castelnuovo V.C. hanno costituito un “Comitato Apartitico per la Pace e la Libertà nel Vietnam”, aderendo alle posizioni dell’omonimo Comitato Nazionale, espresse nei seguenti punti:

1 – Cessazione incondizionata dei bombardamenti.
2 – Riconoscimento del Fronte di Liberazione del Sud Vietnam quale interlocutore a pieno titolo nelle trattative.
3 – Rispetto dei diritti del popolo vietnamita alla libertà, all’indipendenza, all’unità, già consacrati negli accordi di Ginevra del 1954.

Il Comitato Locale si propone di informare sistematicamente la popolazione e sensibilizzare l’opinione pubblica della zona attraverso: proiezione di documentari, conferenze e dibattiti, mostre, volantini e allo stesso tempo di dar luogo ad altre iniziative anche su indicazione del Comitato Nazionale quali: raccolta di plasma, di cassette sanitarie, adesione e partecipazione a manifestazioni a carattere Regionale e Nazionale.
Il Comitato invita i cittadini  ad aderire all’iniziativa: il Vietnam non è lontano da noi, è vicino a noi; i suoi problemi di pace e di libertà, che sono problemi di vita e di morte, sono dentro la nostra stessa coscienza, sono problemi nostri. Il nostro è un appello alla presenza: essere presenti è un dovere in apparenza piccolo, ma grande nel significato e potente nei suoi risultati. Il Comitato Locale è costituito da:

Alberto Antonelli, Alberto Batistoni, Carlo Battaglini, Alberto Bianciardi, Lorenzo Borgianni, Giovanni Conti, Gabriele Fillini, Gualfredo Fillini, Francesco Gherardini, Carlo Groppi, Adolfo Innocenti, Rodolfo Marconcini, Mario Mezzetti, Lamberto Panicucci, Mauro Rossi, Michele Rossi jr., Ermanno Serenari.

Il Comitato informa che ulteriori adesioni saranno ricevute presso i suddetti membri o presso la Biblioteca Comunale “Edmondo De Amicis” di Castelnuovo V.C.”

L’11 gennaio 1968 il Comitato Locale si trasforma in “Comitato per la Pace e la Libertà nel Vietnam Alta Valdicecina”. Oltre ai membri fondatori ne fanno parte: Giano Bilei, Andrea Pazzagli, Luigi Cerri, Grazia Francini, Piero Pistoia, Vinicio Rossi, Ilvo Cerri, Guido Salvadori, Enzo Fulceri, Giorgio Giobbi, Fulvio Baldini, Mauro Neri, Arsenio Barsotti, Angiolina Fiornovelli, Enzo Vichi, Enzo Bartoli, Pierluigi Neri, Sergio Pierattini, Leonfranco Becuzzi, Sergio Burchianti, Duilio Pettorali, Paola Rotella, Gabriella Scarciglia, Francesca Nenci, Maria Lea Bruscoli, Lodovica Volpi, Antonio Antonelli, Maurizio Frasconi, Giuliano Franchi, Ubaldo Rossi, Di Sacco Adolfo, Gilberto Vento, Giovanni Balatri, Maresco Baldini, Umberto Baldini, Pio Battaglini, Mario Benini, Patrizia Buonasperanza, Luigi Calvani, Giuliano Cerboneschi, Giovanni Fillini, Gisfredo Fillini, Tullio Frasconi, Claudio Giglioli, Renzo Guarguaglini, Alessandro Manghetti, Ivo Ottonieri, Gianfranco Pineschi, Daniele Rasponi, Lunella Salvadori, Gualtiero Tani, Giuliano Vescovi, Marisa Pasquinelli.[3]












[1] Lettera dts., f.ta gc, 23/11/1967.
[2] Il “Comitato Locale” nacque per impulso della Sezione comunista di Castelnuovo, ma successivamente ebbe vita autonoma e ad esso aderirono, in particolare per l’azione svolta da Andrea Pazzagli e Piero Pistoia, persone di Castelnuovo, Larderello, Montecerboli e Pomarance. L’elenco degli aderenti fu pubblicato in un opuscolo stampato a Volterra. Per la diffusione di tale opuscolo entro lo Stabilimento di Larderello fu denunciato e inquisito, con l’accusa di “stampa non autorizzata” e “oltraggio ad una capo di stato straniero”, il signor Carlo Groppi. Ampie furono le dimostrazioni popolari a favore dell’imputato che si svolsero spontaneamente fin sotto alle finestre della Caserma dei carabinieri durante l’interrogatorio, prima a Larderello e successivamente a Castelnuovo. Infine il Pretore di Volterra assolse il Groppi, difeso dall’avvocato Renzo Verdianelli, con formula piena in quanto “il fatto non costituisce reato”. 
[3] L’elenco completo degli aderenti al “Comitato” è pubblicato in “Vietnam, un popolo in lotta”, Uta, Volterra, pp. 24, 1967.

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