mercoledì 25 febbraio 2015



PUBBLICAZIONI DI CARLO GROPPI

(VII)
  
1999, giugno. Comincio a stampare “privatamente”, con una sigla di comodo, anche se prestigiosa, IL CHIASSINO, denominazione dell’Associazione culturale della quale sono il presidente pro tempore,  i miei libri in edizioni a bassa tiratura e riservati ai patrocinatori delle ricerche storiche. Devo dire che tutte le edizioni che da questa data si sono succedute fino ad oggi, sono andate esaurite, senza passare dai circuiti commerciali, edicole, librerie…potendo in ciò contenere i costi rendendoli accessibili a tutti e favorendo l’incontro diretto con centinaia di persone. Esce in questa data “Il maldocchio ai maialini. Lotta politica e vita quotidiana dei mezzadri nelle Colline Metallifere (1944-1955)”, terzo tomo del  5° volume della Cronologia storica della Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina, brossura, pp. 220, con  16 ill.ni in nero,  f.t., con un ampio repertorio di note, cronologia di riferimento per il periodo trattato, fonti e bibliografia. E’ una delle ricerche più originali alle quale mi sia dedicato e il volume, stampato in 800 copie, si esaurì in brevissimo tempo.
  

La cronaca degli avvenimenti inizia molto prima del periodo indicato, si può dire nei primi decenni del secolo con la data di nascita di alcuni dei protagonisti, ma ho ritenuto opportuno circoscriverla agli anni più rappresentativi e rappresentati ai quali si riferiscono, compenetrandosi, il diario della "cellula" e la Cronologia. Il casuale ritrovamento di un quaderno manoscritto contenente i verbali della "cellula comunista del Pianaggello", dal nome di un podere appartenente alla Fattoria del Canale di proprietà dei Bresciani di Volterra, negli anni 1947-1951, ha svegliato in me il forte desiderio di ridar voce  a un'epoca ed uomini che non ci sono più: il primo dopoguerra, il Partito Comunista Italiano (Pci), i mezzadri. Subito dopo la fine della guerra avevo lasciato, con una fuga rocambolesca, il podere Carbonciolo e tutta la famiglia materna  per vivere in paese con quella paterna. I miei genitori si erano separati e una riconciliazione appariva impossibile. Eppure, quei brevi-lunghissimi anni trascorsi in campagna, in una famiglia di poveri mezzadri, non li ho più dimenticati ed anzi, man mano che le stagioni della vita si accumulano essi ritornano più vividi nella mia memoria. Una folla di personaggi, di animali, di stornelli, di proverbi, di fumo e di cenere, di fossi e di sorgenti, di lontane mutevoli visioni marine, di funghi e di neve, di ginepri e ginestre e di donne vecchie prima del tempo, imbacuccate ed alacri e di bambini con le scarpe sformate, mi si para continuamente innanzi. E con loro la mestizia dei magri raccolti, la gioia del rubare agnelli e formaggio al Fattore, i vaghi ed incomprensibili accenni a "dare la terra a chi la lavora": perché la terra e tutto il monte, il bosco e i prati della pastura mi parevano soltanto nostri! Questo lavoro è dunque dedicato ai mezzadri che ho conosciuto nella primissima infanzia, anche se il tema politico va oltre l'intimo e il particolare, ed insieme a loro a tutti gli uomini e alle donne che hanno lottato e sperato in un mondo nuovo, prima di arrendersi  e fuggire dalla terra amara e amata, quel mondo irripetibile tradito da una speranza troppo immensa e ardita. Il quaderno a righe di quinta con la copertina in brossura nera, contenente i verbali delle riunioni della "cellula" comunista del Pianaggello, mi è stato gentilmente mostrato da Alvaro Cheli e Angelica Senesi nell'agosto 1994. L'intervista ai due ex mezzadri e le relative note biografiche risalgono a poche settimane dopo. E' grazie alla loro affabile disponibilità che ho potuto realizzare questa interessante ricerca. Ad Alvaro ed Angelica, a tutti coloro che mi hanno offerto collaborazione fornendomi immagini, indizi e cronache (anche se, talvolta, solo in minima parte riportate nel testo), alle numerose persone intervistate, ad Angelo Marrucci (direttore della Biblioteca Comunale di Volterra) ed Alvaro Bracaloni (responsabile dell'Archivio Storico Regionale della Cgil Toscana), che mi hanno assistito nella ricerca  della stampa e dei documenti dell'epoca,  va il mio riconoscente ringraziamento. In particolare desidero sottolineare l'importante contributo di: Enzo Bartoli, Ferrero Bellini, Aldo Bianciardi, Alvaro Cappellini, Adelmo Carli, Paolo Cascinelli, Dino Ceccarelli, Navarino Cerboneschi, Antonio Cini, Renato Confortini, Steno Ferri, Alberto Ferrini, Duilio (Treves) Fillini, Primo Frosali, Ilva Gorini, Rita Guarguaglini, Ario Lolini, Wanda Masi, Ettore Mazzinghi, Moderino Neri, Mirella Pacini, Maria Pericci, Bruno Ricci, Eugenio Rossi, don Mario Sardellini, Ermanno Serenari, Nada Tani, Paola Triolo, Tomaso Urso, Leonardo Viola.  La ricerca della documentazione fotografica  si è rivelata assai ardua. Abbiamo trovato, infatti, poche immagini, di incerta datazione, ed eterogenee nei soggetti. Nessun gruppo, rarissimi i ritratti, nessuna foto di manifestazioni politiche o feste. Per tali motivi ho ritenuto più opportuno utilizzare una serie di fotogrammi relativi ad una "trebbia" al podere "Fossoni II°" di Castelnuovo V.C., da me scattati alla fine degli anni '60, che documentano, anche se parzialmente, le fasi del faticoso lavoro. 

Nessun commento:

Posta un commento