martedì 24 settembre 2013

Geotermia, un frammento di stelle lontane (X).

Aldo Fascetti e la "fabbrica globale".

            Nella gestione "statalizzata" delle Ferrovie dello Stato  la spinta propulsiva allo sviluppo della geotermia sembra momentaneamente esaurirsi dopo l'intensa fase della ricostruzione, (pur non mancando risultati di grande rilievo, tra i quali l'applicazione di metodi di prospezione geofisica che individueranno nuovi "serbatoi" e nuovi "campi" geotermici”), fino alla metà degli anni '50. Il "microcosmo" Larderello è stato attraversato da tensioni, idee e lotte che hanno posto il complesso industriale all'attenzione del mondo politico e sindacale nazionale. Qui si sono infatti sviluppate le prime idee della "nazionalizzazione" della "Larderello SpA", idee che attraverso gli interventi dei gruppi parlamentari della Democrazia Cristiana, del Partito Comunista Italiano e del Partito Socialista Italiano sono confluite nel grande dibattito che ha preceduto la nascita dell'ENI e, di fatto, innescato il più vasto e complesso processo per l'avvento dell'ENEL. Ma la classe operaia di Larderello (dopo aver subito la divisione in tre contratti di lavoro differenti, con il sorgere di una vera e propria "aristocrazia operaia", fonte di lacerazione sociale profonda e drammatica) conosce, come la classe operaia di Torino, la sconfitta politica e sindacale della CGIL, il sindacato egemone fin dalla ripresa della vita democratica in fabbrica, a vantaggio del sindacato di matrice cattolica, la CISL, fortemente sostenuto dalla Direzione Aziendale, nel rinnovo della Commissione Interna nell'anno 1956. Si apre un periodo buio nel quale la discriminazione e la corruzione sembrano travolgere ogni resistenza e gli stabilimenti della "Larderello" assomigliano più a caserme, tante sono le guardie armate che vi si aggirano, che non a luoghi di lavoro. E' un periodo di  lotta "muro contro muro" tra le parti sociali, ma, per assurdo, è anche il periodo di una grande rivoluzione tecnologica come non si verificava a Larderello fin dai tempi dei pionieri, nel secolo precedente. Aldo Fascetti, notevole personalità del gruppo di intellettuali pisani forgiati alla scuola del sociologo cattolico Giuseppe Toniolo, è il protagonista di questa "rivoluzione" e di questo scontro[1]. La sua visione "fondamentalista" in politica ed il suo progetto di ricostruzione della "fabbrica globale" di tipo ottocentesco, ormai antistorici, vengono sconfitti, ma le sue realizzazioni, prima come Presidente della "Larderello SpA" e, successivamente, come Presidente dell'IRI, concorrono alla fortuna della geotermia italiana attraverso una serie di opere (sociali, infrastrutturali, industriali) mai viste prima. In appena tre anni i metri perforati e la produzione chimica raddoppiano, la produzione annua di energia elettrica è incrementata del 20%, la realizzazione delle opere sociali supera del 300% i pur ambiziosi obiettivi programmatici e il personale dipendente passerà rapidamente dalle millecinquecentodiciassette unità del 1953 alle duemiladue unità del 1961[2].

L'avvento dell'ENEL.

            E' nell'anno 1962, con la nazionalizzazione dell'energia elettrica, che si conclude il ciclo delle proposte, delle lotte, delle iniziative dei partiti di sinistra per sottrarre al profitto capitalistico (anche se mascherato dalla presenza nel pacchetto azionario della Società Larderello, delle Ferrovie dello Stato), l'industria boracifera e per inserirla, con un accresciuto peso economico e scientifico, nella più ampia fase di socializzazione che pare aprirsi all'intero Paese per le mutate condizioni politiche in conseguenza dell'ingresso del Partito Socialista Italiano nel gruppo dei partiti sostenitori del Governo, che ha, come perno, la Democrazia Cristiana.
            Nella successiva involuzione del processo politico, che seguirà la fase iniziale dei governi di centro-sinistra e che vedrà la subordinazione dell'apparato e delle risorse pubbliche ai grandi monopoli e gruppi finanziari privati, anche la "Larderello nell'ENEL" non confermerà pienamente il mantenimento delle ottimistiche aspettative, anzi, l'Azienda subirà una marginalizzazione ed un impoverimento (separazione del settore chimico affidato all'ENI, riduzione degli investimenti, contrazione della manodopera occupata, trasferimento del gruppo dirigente dalla sede di Larderello a quelle di Firenze e di Pisa)[3].
            La fase di collaborazione tra ENEL ed ENI, attraverso la Joint-Venture (che opererà nelle aree esterne alle quattro province toscane, in particolare a partire dalla fine degli anni '70, ponendo fine ad una più o meno aperta conflittualità, risalente al 1953 quando all'ENI fu assegnato il compito istituzionale, peraltro molto generico, di "promuovere ed attuare iniziative di interesse nazionale nel campo degli idrocarburi e dei vapori naturali")[4], non produrrà, sostanzialmente,  eventi significativi da un punto di vista meramente industriale[5].             
Bisognerà attendere la fine degli anni '70 per vedere, da parte dell'ENEL, l'applicazione di nuove concezioni scientifiche che rilanceranno a livello internazionale un progetto avanzato e diversificato di utilizzazione dei campi geotermici italiani e di Larderello, per lo "sviluppo delle potenzialità geotermiche per la produzione di energia elettrica e di calore, nella piena armonizzazione con l'ambiente e il territorio", progetto in corso tutt'ora[6].

                                                                                                        (continua)

Travale 22, pozzo geotermico più potente mai ritrovato, 300 tn/h. di vapore 1972.

[1] ibidem, pp. 125; 147-148.
[2] C. GROPPI, Fabbrica amica, cit., p. 219 e segg.
[3] Id., cit., pp. 25; 232-233.
[4]FIDAE-CGIL, Libro bianco sulla politica dell'ENEL nel settore geotermico, Larderello, novembre 1973, pp. 1-29; F. IPPOLITO, F. SIMEN, La questione energetica, dieci anni perduti 1963-1973, Feltrinelli, Milano, 1974, p. 217; AA.VV., CGIL-CISL-UIL: Conferenza di produzione ENEL-Geotermico Larderello, xerocopia, Larderello, 20 novembre 1976, pp. 1-13; G. ALLEGRINI, G. P. RICCI, Utilizzazione dell'energia geotermica: stato attuale ed alcuni progetti a breve scadenza nei programmi dell'ENEL, IILA, Roma, 1979, pp. 603-626.
[5] G. MARINELLI, (a cura), Alle origini dell’energia geotermica, cit., p. 8; AA.VV., "Geotermia e Regioni": atti del convegno nazionale promosso dalle regioni Toscana, Lazio, Campania, Chianciano, 14-16 aprile 1977, GRT, Firenze, 1977; L. DEL GIUDICE,  Tesi di Laurea, Università degli studi di Parma, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Lettere Moderne: "Energia geotermica della regione boracifera di Larderello: riflessi economici e antropogeografici", relatore G. Zanella, AA.AA. 1995-1996, pp. 1-144.
[6] C. GROPPI, Nota informativa sulla situazione nel settore geotermico, PCI, Castelnuovo V.C., dts, 1982, pp. 1-22; L.  DEL GIUDICE,  Tesi di Laurea, Energia geotermica della regione boracifera, cit; pp. 1-144; R. NOCCETTI, Tesi di Laurea, Università degli studi di Siena, Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie, Corso di laurea in Scienze Economiche e Bancarie: "Varianti locali dello sviluppo: il caso della Val di Cecina", relatore A. Messeri, AA.AA. 1995-1996,  pp. 1-238.

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