Alcune facezie del piovano Arlotto ( Firenze, 1396-1484).
Mi hanno sempre affascinato i proverbi e gli aforismi, le filastrocche
e gli stornelli, i detti, i soprannomi, gli indovinelli…fin da quando, bambino,
ho cominciato ad apprenderli dalle mie nonne. Dai primi anni ’70 del secolo
scorso ho iniziato a trascriverli, partendo proprio da quelli locali.
Successivamente mi sono dedicato a raccogliere quelli sulla pastorizia,
confluiti in un libriccino dal titolo “Fiorin
di cacio, facciamo finta di chiamare il micio…”, pubblicato nel 1999 con la collaborazione di
Claudia Vallini, e, per la parte grafica di Fabrizia Doloverti e Liliana
Grazzini. Su questa spinta, nel 2006 è uscito il libriccino di Claudia “Fior di
grano…profumo di pane” con illustrazioni di Margherita Cianchi. Parallelamente
a queste trascrizioni e ricerche mi sono immerso in un segmento specializzato appuntando diligentemente tutti
i proverbi, modi proverbiali, arguzie, motti, locuzioni, detti, relativi
all’immaginario della sfera dell’eros, che via via mi capitavano sotto gli
occhi: dall’innamoramento all’amore, al matrimonio, alla voluttà, agli eccessi,
al tradimento ed alla fiducia, alla fisicità del corpo umano, alla trivialità
dell’invettiva, così come ci erano stati tramandati, molte volte soltanto
oralmente, nel territorio delle Colline Metallifere, in Maremma e in
Toscana, con l’aggiunta di aforismi ed espressioni proverbiali moraleggianti,
latine, italiane e straniere.
Tra loro ho inserito qualche proverbio più leggermente
allusivo, qualche indovinello, stornello e filastrocca, tra quelli che mi sono
parsi nostrali e originali, lasciando, in tal modo, aperto un ulteriore spazio
di ricerca in questo meraviglioso settore della cultura popolare, pubblicando
nel 2009, in
una edizione privata tirata in 350 copie, un fascicolo contenente 1200 proverbi
licenziosi.
Dopo tale
pubblicazione (esaurita sul nascere), molte persone mi hanno segnalato nuovi
proverbi, aforismi, modi di dire, stornelli, canzoni, da poter aggiungere, e
testi da consultare. Inoltre, man mano
che procedevo nella raccolta, mi sono avvalso, oltre che delle fonti orali, di
innumerevoli scritti di autori antichi e moderni italiani e toscani, fino a
quando il materiale raccolto non è diventato così consistente che ho dovuto sospendere la ricerca a 3585
proverbi e aforismi, scegliendo, con la mia sensibilità, tra i modi
proverbiali, motti, detti sentenziosi, aforismi e indovinelli., iscrizioni
funerarie, sortilegi e pronostici, escludendo, quasi del tutto, le “battute” e
i “motti” delle gazzette e pubblicazioni degli ultimi decenni.
Ritengo tuttavia che la raccolta abbia
soltanto aperto una finestra sul grande universo de “li vulgari proverbi”, del
quale il lettore potrà facilmente intuire la vastità, in particolare per i
proverbi regionali, da me minimamente trascritti, e per un più attento
confronto tra quelli dei paesi europei di cultura neolatina e germanica ed i
nostri, provenienti da un’area assai più limitata, dalla quale siamo usciti
raramente per raccogliere soprattutto proverbi e aforismi italiani, latini,
greci, francesi, inglesi, tedeschi, sardi, lombardi, napoletani, veneti e
spagnoli, a tema generico “licenziosità” e virtù morali. Sono molto contento di poter pubblicare sul
blog GRAZIEALLAVITA alcune facezie del piovano Arlotto, mitico prete toscano del
secolo XV.
1)
Al tempo che era giovane e gagliardo, il Piovano Arlotto una sera,
tentato da desideri libidinosi andò al fondaco maggiore cioè al bordello, e
nell’oscurità, non vedendo la mercanzia, entrò in una stanza e vi trovò una
donna grassa, grossa, corpulenta e molto formosa, sia nel corpo che nel viso.
Dopo essersi scambiati gesti d’amore e carezze, disse la donna al Piovano: -
Mio dolce fratello, tu vedi come sono carica di carne; se stasera mi metto a
giacere su questo letto, durerò molta fatica a rialzarmi. E’ meglio che io mi
chini e che appoggi il capo alla spalliera del letto e che per consolazione tua
e mia, tu me lo faccia alla maniera del cervo. Rispose il Piovano: - Io sono
contento di farti un piacere. La donna si chinò e si mise i panni e la camicia
in capo; il Piovano allora vide delle anche così larghe e delle cosce così
spisurate, che sembravano non di una donna, ma di una grandissima vacca, - e l’
altro sesso era così grande che pareva di forma diversa dagli altri -, cosicchè
quello spettacolo visto da dietro gli parve una cosa mostruosa: restava
meravigliato e stupefatto e non sapeva che fare.Gli venne un tale disgusta che
la voglia e anche il desiderio gli passarono completamente. La donna, visto che
non faceva niente, si meravigliò molto perché il Piovano gli sembrava giovane e
gagliardo: voltata col viso verso di lui lo rinfrancava con vigore dicendo: -
Che stai a pensare? Perché non lavori il podere? Sbrigati! Il Piovano Arlotto
le rispose: - Non lo farei mai, perché questa è una cosa preparata per un
Cardinale e non per un povero chiericotto di campagna come sono io, sicchè,
sorella mia, consideratemi scusato, perché non oserei mai toccarti. Tuttavia
desidero compiere il mio dovere verso di te e non voglio che tu abbia perduto
il tuo tempo con me. La fece alzare e le dette un bolognino. Dopo averla
salutata, se ne andò senza aver commesso peccato.
2)
Il Piovano Arlotto e Bartolomeo Sassetti andarono a desinare con
quell’uomo dabbene che era Francesco Dini; dopo essersi messi a tavola disse
Francesco: - Piovano, io ho della malvasia; la volete prima di desinare o dopo?
Il Piovano non rispose se non con una parabola e disse: - La beata Vergine
Maria fu vergine prima del parto, durante il parto e dopo il parto. Da uomo
intelligente e generoso Francesco volle che a tavola non ci fosse altro che
malvasia.
3)
Gli uomini più savi che ci siano al mondo sono i frati, perché fottono
le donne nostre e noi diamo le spese a loro e ai figlioli. Quando vanno a
cacare sempre si puliscono il culo con l’erba e noi siamo così matti che ce la
mangiamo.
4)
Mentre una sera durante una cena parlavano di vari argomenti, uno dei
commensali propose agli altri che ognuno dicesse il suo parere nel giudicare quali
fossero gli artigiani più puliti. Tra loro c’erano molte opinioni diverse: chi
lodava uno e chi un altro. Il Piovano disse: - Io sono di opinione contraria a
tutti voi e dico che quelli che impastano con le mani la mota per fare i
mattoni, sono i più puliti che ci siano. Tutti cominciarono a ridere l’uno con
l’altro del giudizio insensato e sciocco che pareva loro avesse dato. E il
Piovano: - So che vi ridete di me, a non per questo voglio cambiare opinione, e
affermo che i fornaciai che sempre stanno tra la terra, mattoni e calcina, sono
i più puliti artigiani che ci siano, perché non vanno mai a cacare senza prima
lavarsi le mani. Tutti risero e ammisero che il Piovano aveva giudicato più
giustamente di ognuno.
5)
Uno, a cui pareva di esser saggio, si meravigliava di molte cose.
Rispose il Piovano: - Ancor più io mi meraviglio di te; ma soprattutto di
quattro cose vorrei che tu mi levassi il dubbio; sono queste: Perché in mare
piove pur essendovi sempre tanta acqua e come mai non cresce e perché l’acqua
del mare puzza benché sia salata; perché i topi dei pagliai non si cavano gli
occhi; perché i poveri non derubano i ricchi, pur essendo in maggior numero;
perché alle donne non cadono le budella quando salgono le scale e aprono le
gambe.
6)
Al tempo che il Piovano era giovane e non ancora prete ed era un bel
ragazzotto da fatica, tentato da diabolica istigazione andò da una suora, che
era molto innamorata di lui. Quando stavano per congiungersi, tale era in lei
la voglia sfrenata del piacere, che non sentiva quasi niente; e con gran
desiderio carnale, toccava il Piovano come una donna che volesse rimettere a
posto le masserizie; nel toccarlo trovò i testicoli e gli chiese: - Che sono
questi e come si chiamano? A lei rispose: - Si chiamano i trastullini. Rispose
la buona suora: - Cacciatemeli qua dentro, perché noi suore non abbiamo bisogno
di tanti ornamenti esterni.
7)
Il Piovano Arlotto diceva: - Ci sono molti che dicono che è davvero
peccato grave che un prete baci una donna, io dico il contrario. Quando bacia
la reliquia e tanti sacramenti, è pur vero che è un segno di bene, e quando
bacia una donna è segno di meglio!
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