venerdì 14 febbraio 2014

Bagno a Morba (Aquae Volaterranae, Tavola Peutingeriana).

Enrico Fiumi, l’illustre storico volterrano, identifica il Bagno a Morbo con le Aquae Volaterranae, antiche terme che compaiono già nella Tabula Peutingeriana, copia medievale risalente all’età romana. E’ proprio in virtù delle capacità curative di queste acque che tutta la località assunse il nome curioso di “Morba”, nome da ricollegare, probabilmente, all’attestazione latina “Balnea ad Morba pellenda”, ossia “Bagni scaccia malanni”. Le virtù medicamentose di questi bagni, per secoli abbandonati e in rovina, indussero Lorenzo de Medici, sua madre Lucrezia Tornabuoni e sua moglie, Clarice Orsini, a soggiornarvi ripetutamente dal 1477, anno in cui gli antichi bagni termali furono restaurati e passarono in affitto a Firenze. E’ dunque qui, che Lorenzo il Magnifico, sofferente di gotta, radunava ogni anno l'allegra brigata degli umanisti fiorentini in cerca di benessere fisico e di ispirazioni letterarie. Proprio a Lorenzo si deve una tra le più belle descrizioni del fenomeno geotermico dei "lagoni" e dei "soffioni" nel suo poema mitologico "Ambra". Nel poema si prospetta al nostro sguardo la spaventosa solitudine dei lagoni stretti nella valle del torrente Possera, sulla quale incombono gli alti monti di Castelnuovo, in una landa disabitata e selvaggia:

"...quando gonfiato e largo si ristrigne
tra gli alti monti d'una chiusa valle,
stridon frenate, turbide e maligne
l'onde, e miste con terra paion gialle:
e grave pietre sopra pietre pigne
irato a' sassi dell'angusto calle:
l'onde spumose gira e orribil freme,
vede il pastor dall'alto e, sicur, teme.
Tal fremito piangendo rende trista
la terra drento al cavo ventre adusta:
caccia col fumo fuor fiamma, acqua mista,
gridando ch'esce per la bocca angusta,
terribile agli orecchi ed alla vista:
teme vicina il tuon alta e robusta
Volterra, e i lagon torbidi che spumano:
e piove aspetta se più alto fumano".


Stamani, 14 febbraio 2014, giorno di San Valentino, sono ritornato a documentare lo stato di solitudine e degrado che ormai da molti anni contraddistingue questo luogo così carico di illustri memorie. Il piccolo agglomerato Ottocentesco si trova sul confine dei comuni di Pomarance e Castelnuovo di Val di Cecina, tant’è vero che esso divideva addirittura un appartamento, nel quale la cucina era in Pomarance e la camera da letto in Castelnuovo! E’ forse questa separatezza che ha alimentato il disinteresse generale, e non solo per  la parte residenziale, ma anche per l’antica Pieve di Morba, poco discosta, dedicata a San Giovanni Battista e S. Alessandro.










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