lunedì 17 febbraio 2014




Campo ai Bizzi, 16 febbraio 2014.

Parte (VII).
  
5.Ritorno dal capitano Chirici


      ...Ripresi di gran lena il viaggio che mi avrebbe portato a raggiungere il Chirici. Arrivato alla Fattoria di Fosini mi fermai per chiedere qualcosa da mangiare, una massaia che aveva fatto il pane mi dette una stiaccia con gli sfrizzoli di maiale e una coppia d'uova. Giunto nei pressi del podere Mistenne fui colto da un violento temporale che mi bagnò come un pulcino. Al podere Mistenne feci sosta, era già buio. Vi abitava la famiglia Banchi, che conoscevo per essermici fermato altre volte con alcuni partigiani. Vedendomi in quelle condizioni mi fecero spogliare e asciugare e dopo mi fecero vestire con dei loro panni e sedere al lato di un enorme focolare per scaldarmi, in attesa della cena.  Questa ospitale famiglia mi volle al loro tavolo, mi fu servita un'ottima minestra di riso, fatta con soffritto di cipolla e carne grassa, per secondo pane salsiccia e buristo. Dopo tanto tempo bevvi un bicchiere di vinello. Prima di coricarmi, ovviamente sempre nella stalla in compagnia dei buoi, sopra una pulitissima paglia (questa volta non era quel lurido strame su cui fui costretto a sdraiarmi nell'ovile a Belcaro), mi vennero riconsegnati i miei indumenti asciutti. Angiolina, la capoccia, volle farmi dono di un paio di calze di lana, nuove, fatte a mano. Nonostante la pace che regnava nella stalla la mia mente nella mia mente si affacciavano strani pensieri. Non riuscivo a capacitarmi del comportamento tenuto da Stoppa. Pensavo "come mai non si era degnato di leggere il messaggio del Chirici? " e poi "perché anch'io che ero stato un suo fedele, dietro suo preciso ordine, venivo disarmato?"  Quella inefficace bomba a mano "balilla", datami in sostituzione della pistola, era una prova del disprezzo che Stoppa nutriva per Chirici e per tutti coloro che lo seguivano. A un certo momento feci una riflessione, mi dissi: "questa volta è andata bene!" Per molto tempo ho ipotizzato che se Chirici fosse venuto nella Carlina non ne sarebbe uscito vivo e io pure avrei subito la stessa sorte. Stoppa non sarebbe stato così imprudente lasciando in vita un testimone scomodo. Anche questa notte la passai in bianco. Sul far del giorno ripresi il viaggio diretto verso la zona del Poggione. Al podere Poggione chiesi al contadino che aria tirava da quelle parti e se avesse visto il capitano Chirici che lui conosceva molto bene e altri partigiani. Mi rispose: "Stai attento perché da un paio di giorni ci sono in giro molti fascisti repubblichini in assetto di guerra, un centinaio, hanno già fatto visita ai poderi Poggio Carlo, Serra Paganico, Poggio ai Buoi e Puntone. Questa mattina sono tornati e hanno rovistato tutto il bosco del Poggiarello. Evidentemente da una spia molto attendibile sono stati informati che i partigiani in questo bosco avevano effettivamente occultato materiale bellico". Mi occorsero tre giorni per rintracciare il capitano Chirici. Credevo che il gruppo che aveva lasciato la Carlina fosse rientrato in contatto con il comandante, invece lo trovai solo e molto sfiduciato, aveva con sé il nostro amatissimo cane "Mondiale". Nella zona regnava una diffidenza generale anche per la continua caccia all'uomo data dai nazifascisti al movimento partigiano. Questo fu il vero motivo che creò uno sbandamento generale. Si deve a pochissime persone se io, Mauro Tanzini, e Mario Chirici, potemmo sopravvivere in questa precaria situazione. In modo particolare per l'aiuto offertoci da un certo Bardelloni di Monterotondo, un boscaiolo che ci ospitò nel suo capanno e Silvio Calamassi anch'esso di Monterotondo, sottofattore alla tenuta delle Casse Lombarde. Il Calamassi, quasi quotidianamente, in questo delicato periodo, ci fornì notizie  e viveri. Per la seconda volta mi trovavo spettatore al dissolvimento di una formazione partigiana. Non prima dell'ultima decade di marzo 1944, ci fu possibile mettersi in contatto con elementi della Resistenza. Ciò avvenne nel bosco presso il podere Le Piane, con il gruppo di Viazzo Zazzeri. In questa occasione ci venne comunicata la notizia della tragica fine del partigiano Enrico Filippi.


                                           (continua)


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