giovedì 27 febbraio 2014




Karol Wojtyla e me.



Non so bene come abbia fatto a diventare “un libero pensatore” e d’altra parte nessuno mi ha indirizzato su questa strada. Non sono uomo di studi filosofici, né uno scienziato e, per essere sincero, nemmeno un marxista o un anarchico. All’interno della mia stirpe ho appreso che vi sono stati preti, come Angelo e Giacomo e frati, come Stanislano ed anche due bisnonni, Natale e Rosa, religiosissimi. Mio padre, pur non praticando la chiesa ed i sacramenti, era molto attratto dal Vangelo, una delle sue letture preferite. Io assomiglio molto a lui, e non ho mai interrotto una personale ricerca della Fede, anche se, per essere sincero, non l’o ancora trovata. Nel cammino ho incontrato molti religiosi, e praticamente quasi tutti mi hanno voluto bene. Non dico delle mie tre Sante protettrici, alle quali, senza promettere nulla, sono rimasto molto simpatico, tanto da tirarmi fuori da situazioni delicatissime…ed una mi ha addirittura chiamato per incontrarla! Sono stato battezzato, comunicato e cresimato dal vecchio prete paesano, figura un po’ altezzosa, ma non assillante verso noi monelli, cresciti negli anni della guerra e del primo tumultuoso dopoguerra, in un periodo di accese contrapposizioni ideologiche; poi, nell’adolescenza e nel primo contatto con il lavoro, ho visto i preti asserviti ai ricchi, ai padroni, ai ruffiani, alle spie, rendendosi complici di un disegno oscurantista e discriminatorio verso chi non la pensava come loro, e me ne sono allontanato tanto mi pareva tradissero il messaggio di Cristo. Infine, crescendo, ho imparato ad apprezzare il buono che scaturisce da ogni parte, ed a dividere quel che appartiene a Dio e quel che appartiene a Cesare. Il rispetto e la tolleranza, insieme ad altri valori morali, sono entrati a far parte della mia quotidianità. Sono stato, e rimango, per quelli ancora in vita, amico di molti sacerdoti e vescovi. Devo infine a Giovanni XXIII, il buon Angelo Roncalli, la cancellazione della “scomunica” lanciata contro gli iscritti al Partito Comunista Italiano, e l’affermazione della distinzione tra “errore” ed “errante”. Tra i preti ho amato don Saltarelli, don Renzo, don Bocci, don Ceccuzzi,  padre Lombardi, don Campinoti e don Meini; tra i vescovi Bertelli e Santucci. Infine ho stretto la mano, con molta simpatia, ad un futuro Santo, Giovanni Paolo II,  il Papa Wojtyla, polacco, un Karol, mio omonimo! Pensate un po’ tra settecento anni, quando l’attualità entrerà nella storia o nel mito e i miei discendenti mostreranno questa immagine, un santino, che soddisfazione! Intanto la mostro a voi, cari amici ed amiche che ogni tanto navigate nel mio personalissimo piccolo blog!  

Nessun commento:

Posta un commento