martedì 30 gennaio 2024

30 GENNAIO: SANTA GIACINTA MARESCOTTI. Nel gennaio 1997, uscì per le Edizioni Gian Piero Migliorini di Volterra, il mio libro “Dare qualcosa in cambio di niente. Storie di congreghe, compagnie e confraternite di Misericordia”, che descriveva le vicende di tali Associazioni dell’Alta Val di Cecina. Si trattò del compimento di una ricerca avviata nel 1993, partendo dalle vicende della Confraternita di Misericordia di Castelnuovo di Val di Cecina, una Confraternita molto antica, che risale ad alcuni decenni innanzi il 1329, quando appaiono i primi documenti storici. Il volume, presentato nella Chiesina della Misericordia di Castelnuovo di Val di Cecina, alla presenza del Vescovo di Volterra, del Presidente Nazionale delle Misericordie d’Italia, e del Governatore di detta Confraternita, ebbe un notevole successo tanto che l’edizione andò ad esaurirsi nel brevissimo tempo. In tale opera ebbi a descrivere anche la Confraternita (all’epoca non più esistente) di San Lorenzo a Montalbano, nel Comune di Radicondoli, con la presenza, su quel territorio, di alcuni Santi dei quali si conservavano culti e memorie per avervi essi soggiornato, come, ad esempio, San Bernardino e Santa Giacinta Marescotti, da Bernardino convertita quand’ella era in romitaggio punitivo a Cugnanello. Negli anni successivi ho ulteriormente svolto ulteriori ricerche su Santa Giacinta, fino alla importante celebrazione che organizzai, nell’ambito del programma della Regione Toscana “I luoghi della Fede”, alla fine degli anni ’90, nella sua Cappella di Solaio. Si tratta di una Santa del Seicento, lontanissima dal nostro tempo, che giunse alla “santità” attraverso inumane sofferenze, ed il cui culto, nonostante ne resti traccia sui Calendari annuali nel giorno a Lei dedicato, il 30 gennaio insieme a Santa Martina, è confinato alla Tuscia ed alla città di Viterbo. C’è però, a mio avviso, un elemento della vita di questa Santa che ci deve far riflettere anche adesso, anzi, adesso forse più che mai, e cioè la possibilità per ogni persona di elevarsi alla “santità”, pur avendo vissuto nel peccato. La tengo molto cara, in buona compagnia con le altre mie due sante protettrici: Santa Teresa di Lisieux e Santa Caterina di Labouré, dalle quali ho ricevuto grandi doni. Recentemente sono stato a trovarla a Viterbo, nel luogo ove il suo corpo imbalsamato riposa. Credo che sia stata molto contenta della mia visita. Ho visitato anche l’Archivio ove tutte le sue memorie sono state raccolte. Veramente non proprio tutte le sue memorie, perché mancanti le vicende di Giacinta e del suo culto, nel territorio di Radicondoli. Ed è così che dopo questa visita ho potuto spedire tutti i documenti di cui ero in possesso al Centro di Documentazione di Viterbo, che si è dichiarato “onorato” del mio dono, che andrà a colmare soltanto uno spazio infinitesimale, seppur importante, tra i documenti della vita di Santa Giacinta Marescotti! E chi si recherà a Viterbo vada al CEDIDO in Piazza San Lorenzo 6/A, dove potrà consultarli. 30 GENNAIO: SANTA GIACINTA MARESCOTTI.

sabato 27 gennaio 2024

Oggi 27 gennaio, è la "giornata della Memoria" della Shoah nel ricordo dei SEIMILIONI di ebrei uccisi nei lager di Europa dai nazisti. Voglio ricordare anche il centinaio di ebrei deportati dal Campo di Roccatederighi, Toscana, a pochi chilometri da noi, dei quali solo in tre sopravvissero. Tra loro c'era la neonata Gigliola, partorita nel Campo, figlia di livornesi, uccisa all'apertura del vagone piombato, e i suoi genitori poco dopo nella camera a gas. Questo doveva essere il "Nuovo ORDINE del Nazifascismo!" Vigiliamo, non dimentichiamo, non ci fermiamo alla celebrazione di questa data perchè il grembo dal quale nacque il nazifascismo è ancor fecondo!

lunedì 15 gennaio 2024

IL MUSEO DELL’INNOCENZA. Quando si invecchia si torna immancabilmente ai brandelli di passate memorie, di lavoro, di amori, di canzoni e di letture. Ed anche di luoghi. La mia vita è stata ricca di tutto ciò. Sono andato a Istanbul due volte, memorabili. Ed è così che ho scoperto lo scrittore Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006. I suoi romanzi ed i suoi saggi sono pubblicati, per mia fortuna, in lingua italiana, da Einaudi. Nel 2022 ho letto il fantastico romanzo ”Le notti della peste”, 713 pagine senza saltarne una! E adesso sono impegnato con l’ultimo suo lavoro “Ricordi di montagne lontane” uno straordinario intreccio di pittura e poesia, che accompagnano l’autore dal 2013 al 2019, in 383 pagine di formato oblungo e illustrate. Queste letture mi hanno riportato al settembre 2009 quando ebbi in regalo il suo romanzo “Il Museo dell’innocenza”, con il commento finale che feci: “Meraviglioso”! Non sono più andato a Istanbul, a visitare il “Museo dell’innocenza” che Pamuk è riuscito a costruire. E così mi aggrappo ai residui della mia evanescente memoria.