giovedì 29 marzo 2018



PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 83.

Referendum sul premio di produzione agli “elettrici”

         Comunichiamo l’esito dello scrutinio delle schede per il referendum sul “Premio di Produzione” sia all’Ung che al Gig di Larderello:

Iscritti             1539
Votanti            1346 (87,04%)
Bianche                32
Nulle                     19
Voti validi       1.295
Mozione A       679 (52,40%) – Sostenuta dalla Fnle-Cgil.
Mozione B       616 (47,60%) – Sostenuta da Flaei-Cisl e Uilsp-Uil.

In campo regionale e nazionale, alle ore 9 del 18 novembre 1980, si avevano i seguenti risultati:

Toscana voti validi 6.658  Mozione  A voti   3.848 (57,80%)    Mozione B voti  2.810  (42,20%)

Italia      voti validi 70.577 Mozione A voti 40.056 (56,75%)    Mozione B voti 30.521 (43,25%)

Un primo giudizio “a caldo”, ci fa esprimere soddisfazione poiché è prevalso nei lavoratori lo spirito di non rischiare di rimettere in discussione le conquiste già fatte e la volontà, non senza spirito critico, di voler mantenere al sindacato quel ruolo di conflittualità a difesa dei lavoratori e della società, dai continui attacchi del padronato pubblico e privato. Stiamo sperimentando per la prima volta forme dirette di intervento dei lavoratori, anche attraverso il voto segreto, su “ipotesi” non mediate dai vertici sindacali. Al di là di tutte le polemiche e dei piccoli strascichi che ciò comporta, noi riteniamo che non sia un metodo sbagliato.

Se, come sembra emergere dalle cifre parziali, anche in campo nazionale prevarrà la Mozione A (sostenuta dalla Fnle-Cgil), si aprirà una difficile fase per la vertenza del premio di produzione, che avrà bisogno del sostegno dell’intera categoria e dell’apporto pieno di tutte le Organizzazioni Sindacali, per imporre all’Enel, a tempi brevi, una soluzione non mortificante e consona alle richieste unitarie.

Siamo fermamente convinti che il “patto d’onore” preso nelle assemblee dei lavoratori, di sostenere la Mozione maggioritaria, sia mantenuto da parte di tutte le Organizzazioni Sindacali. 

martedì 27 marzo 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 82. (1980)

Memorie lontane

Leggere, trovando la lettura così gustosa fino al punto di provare il desiderio di renderne altri partecipi, un libro come “Memorie lontane”, può sembrare, ai tempi nostri, assurdo, incosciente. Eppure, se ancora esiste un “tempo per la lettura” del libro, che parta da bisogni e gusti e godimenti durevoli e non sia il “voler essere aggiornato” secondo le indicazioni delle rubriche letterarie dei principali organi di stampa e della televisione, ci sono non solo i grandi temi e autori da leggere, alcuni recuperandoli dopo la deformazione scolastica, ma anche da scoprire piccoli, oscuri autori, particolarmente legati all’ambiente storico e geografico nel quale viviamo, altrettanto importanti per riflettere su noi stessi e sulla nostra storia e società. Tuttavia sono scettico che anche queste semplici note, redatte con tanta amorevole fatica, servano e stimolino qualche lavoratore a tentare: ne parlavo insieme con i compagni del “Gruppo di Lavoro del “giornalino””, riflettendo sulle letture segnalate in questi cinque anni: T. Mann, Archimede, Maometto, P. Caleffi, A. Joszef, A. Machado, B. Brecht, Dina Ferri…e sul fatto che, probabilmente, nessuno ci ha dato retta leggendo ciò che abbiamo segnalato!

Guido Nobili, figlio di un avvocato e di una pittrice, nacque a Firenze nel 1850 e seguì la carriera del padre. Esercitò la professione vivendo in disparte, senza partecipare attivamente alla vita pubblica. Nel 1906 pubblicò il romanzo “Senza bussola (Vita vissuta)”. Le “Memorie lontane”, insieme ad altri scritti minori, furono stampate dai familiari in una edizione a tiratura limitata, nel 1916, subito dopo la morte dell’autore. Pochi sono i riferimenti critici, salvo una prefazione di Pietro Pancrazi e quella più recente di Geno Pampaloni (1975) per l’edizione Einaudi nella collana “Centopagine”.

Nel libro, scritto con ironico garbo, si racconta la storia, vissuta a Firenze negli anni del trapasso dal Granducato al Regno d’Italia, di un amore giovanile tra un ragazzo (l’autore), appartenente ad una famiglia della piccola borghesia intellettuale e una fanciulla greca, Filli, che vive in Italia seguendo il padre nelle sue peregrinazioni commerciali. Si trovano in queste pagine i luoghi di una Firenze che ancora conosciamo: Piazza Indipendenza e quelli dei vicoli adiacenti dove ferveva l’intensa vita popolare, con le sue Usanze, con i suoi personaggi, i giochi fanciulleschi; vi hanno un vivido rilievo i ritratti della famiglia e di altre famiglie amiche, la loro vita borghese, le discussioni, la religione, gli svaghi mondani, le vacanze  “in villa” all’Impruneta e le reazioni politiche al trapasso tra un sistema di potere ed un altro.

Ma, soprattutto, il libro è lo svelarsi di un acerbo amore tra i due bambini, un amore che crea situazioni paradossali, in cui anche il tragico diventa sorriso, e che si conclude, come quasi sempre avviene in questi casi, con una separazione. Un non ritrovarsi che alimenta l’incessante fiamma degli affetti tingendo di dolce malinconia il ricordo, suo e nostro: “…mezzo secolo, e più, è passato; una selva di anni si è messa di mezzo fra quei giorni di amore e di dolore, e l’oggi; ma l’immagine di Filli, chiara, colorita e fulgente, è sempre viva nella mia memoria e nel mio cuore. Ho vissuto anch’io; sul lungo cammino della mia vita ho incontrato delle donne; ma il gioco dell’amore non era più quello…”. Buona lettura!

sabato 24 marzo 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 81.

I problemi della Centrale di Castelnuovo V.C. (18 settembre 1980)

La centrale geotermoelettrica di Castelnuovo V.C. – nella quale sono occupati attualmente circa 50 lavoratori – fu costruita nel 1939 e ampliata nella prima metà degli anni ’60. Essa è ubicata in corrispondenza ovest delle antiche manifestazioni endogene (lagoni, putizze, soffioni naturali) su un alto strutturale del basamento che costituisce il serbatoio produttivo del fluido geotermico. La sua localizzazione, un tempo baricentrica all’area produttiva nota, è risultata successivamente decentrata  rispetto ai più importanti sondaggi che la alimentano. Mentre i vecchi pozzi perforati fino agli anni ’50 nelle sue immediate vicinanze sembrano aver raggiunto un equilibrio tra alimentazione naturale del serbatoio e produzione del vapore, del resto su livelli assai ridotti data la sottile coltre di copertura soprastante il basamento produttivo, che affiora in località Tommi, i sondaggi perforati successivamente – le cui produzioni risultano coprire oltre il 50% dell’attuale produzione di energia elettrica – si trovano nell’area a nord e distano fino a circa 3,8 Km. dalla centrale. Le condizioni geologiche del bacino geotermico di Castelnuovo V.C. e quindi le caratteristiche fisiche del fluido geotermico, hanno portato alla suddivisione dei gruppi generatori di energia elettrica in tre tipi:

1) Bassa pressione (2 Mw) che sfrutta fluido tra 1,14-1,62 Ata con 104-186°C e un rapporto gas/vapore tra 0,1 -3,4%. A questa collettrice sono allacciati 5 pozzi la cui profondità media è di circa 240 metri.

2) Media pressione (22 Mw) che sfrutta fluido tra 1,81 – 2,64 Ata con 133 – 228°C e un rapporto gas/vapore tra 0,5-7,8%. A questa collettrice sono allacciati 19 pozzi la cui profondità media è di circa 470 metri.

3) Alta pressione (26 Mw) che sfrutta fluido tra 4,55-5,24 Ata con 160-225°C e un rapporto gas/vapore tra il 9-19%. A questa collettrice sono allacciati 9 pozzi la cui profondità media è di circa 720 metri.

La distanza massima tra la centrale e i pozzi allacciati alle varie collettrici di vapore è: circa 450 metri per la bassa pressione, circa 1200 metri per la media pressione e circa 3800 metri per l’alta pressione. La centrale, con una potenza installata di 50 Mw ha prodotto nel mese di agosto 1980: 16.632.000 Kwh, cioè circa il 60% in meno della sua potenzialità, e 348.000 Kwh in meno rispetto ai primi 8 mesi dell’anno precedente. Il decremento di produzione è stato, negli ultimi dieci anni, del 27%, passando dai 298.822.000 di Kwh all’anno (1969) ai 205.317.000 Kwh (1979). Stante la situazione attuale del bacino (ricarica naturale) e le perdite di portata per il degradamento delle caratteristiche termodinamiche del fluido causa il trasporto da lunga distanza (le perdite di carico variano da 0,5-1 Kg/cm2 per un chilometro di vapordotto), la produzione di energia elettrica nella centrale di Castelnuovo V.C., non tenendo conto di recuperi possibili attraverso modifiche migliorative del rendimento delle turbine, il cui consumo medio globale è oggi di circa 13 Kg. di vapore per 1 Kwh., è destinata nei prossimi anni ad un ulteriore decremento, anche se in misura più lieve che nel passato, se non si effettueranno nuovi ritrovamenti di fluido geotermico. A questo proposito tre sembrano le ipotesi più ragionevoli:

1)    reiniezione di acqua all’interno del “campo produttivo” per sperimentazione variazioni di portata di vapore dei pozzi a media e bassa pressione esistenti;

2)    perforazione di 3-4 nuovi sondaggi per raggiungere strati produttivi più profondi degli attuali all’interno del basamento scistoso-quarzitico nelle zone a sud, ovest e nord, tenuto anche conto della relativa piccola profondità dei precedenti pozzi produttivi esistenti;

3)    perforazione di un pozzo sperimentale a grande profondità di 4 – 5.000 metri.. gli ultimi dieci anni, del 27%, passando dai 298.822.000 di Kwh all'primi 8 mesi dell' ha

Un discorso a parte rimane il completamento e la messa in funzione della piccola turbina termogravimetrica e l’avvio della costruzione dell’impianto sperimentale al pozzo Dolmi 2, capace di produrre energia elettrica e calore per gli usi plurimi.

La consistenza del personale di questo impianto e la sua elevata specializzazione professionale, il costo largamente competitivo del Kwh geotermico rispetto a quelli prodotti con altre fonti e in particolare con quello termico (18 lire contro 31 lire per Kwh.), la possibilità di avere già installate turbine con caratteristiche differenziate e quindi capaci di mettere subito in sfruttamento ritrovamenti di vapore sia a bassa, media e alta pressione, con rapido recupero e ammortamento delle cifre investite, la possibilità di avere risposte a problemi che interessano non solo la centrale di Castelnuovo V.C., ma tutte le vecchie aree produttive della “Regione Boracifera”, inducono a richiedere interventi a breve termine nella direzione sopradetta.

A quanto ci risulta nulla invece è previsto negli attuali programmi Enel. La Fnle-Cgil di Larderello, facendosi interprete della volontà dei lavoratori e del documento scaturito dalla assemblea del 6 giugno 1980, pubblicato integralmente nel numero 6 del nostro “giornalino”, invita le Direzioni dell’Unità Nazionale Geotermica (UNG) e del Settore Produzione e Trasmissione (SPT), Gruppo Impianti Geotermoelettrici (Gig), a prendere congiuntamente in esame i problemi sollevati ed a dare quanto prima una risposta positiva, senza la quale non ci potrà che essere l’avvio di una fase di mobilitazione e di lotta.

mercoledì 21 marzo 2018











Pesante come una piuma, di Laura Paggini.

Un “racconto”, nel quale la finzione letteraria cresce sulla realtà storica; avvincente, dedicato dall’autrice a Gigliola Finzi, nata il 19 febbraio 1944 nel Campo d’Internamento per ebrei allestito a Roccatederighi, nella sede del Seminario Vescovile della Diocesi di Grosseto, trasferita a Fossoli il 18 aprile, deportata con i suoi genitori ad Auschwitz nell’agosto 1944 insieme ad un’altra cinquantina di ebrei, dei quali nessuno si salvò dalle camere a gas. Gigliola ebbe una sorte migliore: fu uccisa immediatamente all’arrivo del treno. In quello stesso treno, provenienti da Roccatederighi c’erano altri bambini: Regina Ascarelli di 3 anni, Franca ed Enzo Cava di 13 ed 8,  Hans e Walter Turteltaub di 11 ed 8, Edith Singer di 12 anni. Racconto minimale  nella grande tragedia della Shoah, ma per noi Toscani e abitanti a poche decine di chilometri da Roccatederighi, carico di dolorosa memoria. Sono grato a Laura per avermi “ringraziato per i documenti che le ho fornito, frutto di tanti anni di ricerche e di studio…” Il libro è uscito nel 2014 ed ha  ottenuto un notevole successo, grazie all’instancabile passione con la quale Laura lo ha presentato in decine di incontri, seminari, lezioni, nelle scuole e nelle Istituzioni.  Il libro, al costo di 12 €, credo si possa reperire ancora presso l’autrice (Livorno) oppure su ebook, oppure  presso www.youcanprint.it

La mia personale scoperta di questo piccolo “lager toscano” (tanto più anomalo dai grandi campi di stermino europei, anche perché realizzato in un fabbricato e terreno di proprietà della Diocesi Vescovile di Grosseto), risale alla seconda metà degli anni ’90, grazie ad un fortuito incontro con una partigiana, Lina Tozzi, una mezzadra, che in quel tempo abitava in un podere nei pressi del borgo di Gerfalco (Montieri, Grosseto), la quale era venuta a conoscenza dell’esistenza di questo “Campo di Internamento a Roccatederighi”, dal quale distava poco meno di venti chilometri. Da questo incontro con Lina (che racconto nel volume “La piccola banda di Ariano”, edito nel 2003) prende le mosse la mia ricerca, anch’essa condensata in un capitolo del libro citato e successivamente in un opuscolo nel 2005.

Negli ultimi anni la conoscenza di questa triste storia, per molti aspetti assai singolare (il Seminario, il Vescovo, le protezioni e liberazioni di alcuni detenuti, la selezione operata nei due trasporti: primi gli ebrei stranieri; secondi quelli italiani, cercando di lasciare al di fuori quelli grossetani, quest’ultima operazione non riuscita perché la neonata Gigliola Finzi fu registrata all’Anagrafe del Comune di Roccastrada (Grosseto) e quindi era una cittadina “grossetana”), ha prodotto spettacoli teatrali, un film-documentario di Vera Paggi, e molti altri scritti e testimonianze.

Finalmente ha dato anche luogo ad una “riconciliazione” tra la Chiesa Cattolica e la Comunità Ebraica Italiana, con l’erezione di un monumento condiviso  ubicato subito al di fuori dell’ingresso dell’ex Seminario di Roccatederighi, oggi trasformato in una struttura sanitaria. Il giorno della inaugurazione del monumento c’ero anch’io tra  i molti presenti, e le tante autorità civili e religiose. Da Roma erano arrivate le più alte cariche della Comunità Ebraica. Certo nessuno, praticamente, mi conosceva ed io stesso  non lo desideravo. Però avvenne un fatto imprevisto: mi trovavo vicinissimo ad un gruppetto di belle signore, molto eleganti, e, mio malgrado, ero costretto a udire la loro conversazione che verteva sulla vicenda che si andava commemorando. Tra loro c’erano anche le mogli del Rabbino di Roma e di altre personalità. Ad un certo punto sentii dire: “ma com’è possibile che noi non sapessimo nulla di questa tragedia?” le rispose un’altra del gruppo: “nemmeno io, e nemmeno mio marito sapevamo qualcosa fino a pochi anni  fa, quando ci fu inviato un volume  dalla Toscana, da Pitigliano,  nel quale si raccontava la vicenda”  “ma questo volume chi l’ha scritto?” “l’ha scritto un certo Carlo Groppi, non lo conosco, ma vorrei tanto ringraziarlo per quello che ha fatto!” A questo punto vinsi il la mia timidezza ed entrando nel gruppo le dissi” Care signore, sono molto contento di dirvi che quel certo signor Carlo Groppi, sono io!” Non mancarono lo stupore, l’affetto, e qualche lacrima…Successivamente sono stato in contatto con una di loro, con grande soddisfazione morale.

Negli ultimi 50 anni o avuto un intenso rapporto di amicizia con alcuni ebrei di Plzen (CZ), fuggiti in Inghilterra e arruolatesi nella Brigata di Combattimento Cecoslovaccca,  le cui famiglie furono praticamente  sterminate, prima passando per Terezin e poi finite nelle camere a gas di  Auschwitz. Sono depositario di molte memorie trasmessemi da Rudolf e Edmund. Ho raccolto, infine, un’ampia documentazione grazie a:  Ariel Paggi, Elie Lattes, Eugenia Servi, Carla Servi, Cesare Nunes, Luciana Rocchi, Marisa Bemporad, Vera Paggi, Elena Servi, e molte altre persone.  Ho tenute alcune conferenze, pubblicato articoli, compiuto pellegrinaggi nei principali Lager d’Europa, Musei, Sinagoghe, Casa di Anna Frank, approdando infine allo Yad Vashem di Gerusalemme.  

lunedì 19 marzo 2018



ACCADEMIA DEI SEPOLTI  di VOLTERRA, Toscana, Italia.

Il 1° numero della Rassegna Volterrana, pubblicazione ufficiale dell’Accademia dei Sepolti di Volterra, uscì nel 1924. Si tratta di una delle più pregevoli pubblicazioni di arte e cultura pubblicate in Italia che sia giunta indenne fino a noi. Infatti, nel dicembre 2017, è uscito l’ultimo fascicolo di 422 pagine, il n° XCIII.

La formazione del Corpo Sociale dell’ACCADEMIA  deriva dal suo Statuto, il quale, più volte modificato dall’anno della Sua fondazione storica (15 marzo 1598), ne regola ancora il funzionamento. Il “logo” dell’Accademia è quello rappresentato dalla prima raffigurazione, una scopa carica degli operosi bachi che fanno la seta con il motto “Operantur Sepulti”. L’Accademia ha ininterrottamente funzionato  per ben 430 anni! Lo Statuto vigente risale al 1990. Essa comprende: Soci Ordinari (n° non superiore ai 50), tutti cittadini volterrani, Soci Corrispondenti e Soci Onorari, italiani e stranieri, il cui numero non è stato determinato. I Soci Corrispondenti sono scelti dal Consiglio fra letterati, artisti e scienziati non residenti in Volterra.   Attualmente gli Organi dell’Accademia sono i seguenti:

1)Seggio Accademico, composto da 6 soci ordinari.
2) Soci Ordinari, n° 48.
3) Soci Corrispondenti, 102.
4) Soci Onorari, n° 3.

Faccio parte dell’Accademia dal 1998, dietro la presentazione del dott. Angelo Marrucci, ed ho l’onore di aver pubblicato sulla “Rassegna Volterrana” ben 4 saggi: 1) Castel del Sasso in Val di Cornia: duemila anni di Santità (2003-2004); 2) Larderello, geotermia dagli Etruschi al 2004 (2006); 3) In questi fummacchi risiede un grandissimo tesoro…Dalla scoperta dell’acido borico nei Lagoni toscani, alle soglie del terzo millennio – Cronologia 1702 – 2004 (2007); 4) Dina Ferri (Radicondoli, 1908 – Siena, 1930). Una singolare esperienza di donna e di poetessa che non cessa di stupire (2017).

Ringrazio i tanti amici Accademici (con un delicato ricordo per coloro che in questi venti anni son venuti a mancare) per l’amicizia che mi hanno sempre dimostrato e che cercherò di mantenere e meritarla.

domenica 18 marzo 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 80.

Lettera all’Unita![1]

         L’articolo a firma r.s., pubblicato sull’Unità! del 14 settembre 1980 in “Cronaca Toscana”, dal titolo “Sale con il vapore una speranza che non va dispersa in aria”, in merito al ritrovamento di un nuovo e potente soffione nell’area di Radicondoli (Siena), mi induce ad alcune brevi considerazioni.
        
 Dalla ricerca preliminare, al ritrovamento di fluido geotermico, fino alla completa utilizzazione, trascorrono tempi assai lunghi. In parte sono tempi di studio e controllo delle caratteristiche del vapore (pressione, temperatura, portata, presenza di gas), che mutano nel tempo anche sensibilmente; in parte tempi di progettazione e costruzione delle Centrali e avviamento, compresa la consegna dei macchinari da parte di Ditte elettromeccaniche che, data la piccola taglia delle turbine geotermiche e il relativo limitato ordine di acquisto, richiedono tempi costruttivi assai laboriosi. E’ bene tuttavia considerare che questi tempi “parzialmente morti” non significano uno spreco di risorse in quanto il vapore non si disperde all’atmosfera, ma resta chiuso nel serbatoio naturale del sottosuolo, e la vita, in anni di durata dello sfruttamento di un pozzo produttivo, ha la stessa durata, indipendentemente dall’inizio della messa in produzione.

Certamente, la situazione esistente nel Paese da un punto di vista energetico non solo deve spingere alla classificazione e individuazione delle risorse autoctone disponibili, ma deve anche il più rapidamente possibile far operare una diversificazione produttiva attraverso l’utilizzo delle fonti energetiche parzialmente rinnovabili, in modo da alleggerire la nostra dipendenza dal petrolio. In questo senso, dopo anni di stasi, grazie anche all’impegno del sindacato, appare interessante il programma che l’Enel in primo luogo e l’Eni hanno approntato per la geotermia, sia come produzione di energia elettrica, sia come produzione di calore per usi diversificati (civili, agricoli, industriali, termali).

L’area geotermica di Radicondoli-Chiusdino-Montieri, dopo il successo del pozzo esplorativo Travale 22, è quella che ha conosciuto il più ampio sviluppo. E’ attualmente in produzione una centrale da 30 Mw e con i recenti ritrovamenti di vapore (sondaggi Radicondoli 15 e Radicondoli 18) sarà possibile l’installazione di altri due gruppi di eguale potenza. Inoltre, un piccolo gruppo da 3 Mw sfrutta il fluido gassoso del pozzo Radicondoli 4. E’ possibile avviare la produzione della nuova centrale entro cinque anni. Allo stesso tempo proseguono le prospezioni di superficie per acquisire ulteriori informazioni di carattere geologico, geofisico e idrogeochimico per il completamento delle conoscenze sull’assetto strutturale delle aree marginali al bacino geotermico di Radicondoli-Chiusdino-Montieri. Nel programma quinquennale Enel è prevista la perforazione di 12 sondaggi per un complessivo di circa 30.000 metri ed un investimento di 15 miliardi di lire. Entro il quinquennio sarà pertanto possibile una valutazione più realistica della potenzialità di quest’area geotermica e quindi si potrà procedere all’eventuale installazione di altre unità di produzione di energia elettrica in maniera decentrata rispetto alle attuali centrali, ponendole cioè il più vicino possibile ai pozzi in erogazione per evitare le perdite che si registrano per il trasporto a lunga distanza del fluido geotermico. A quanto mi risulta, oltre ai gruppi per le centrali già progettate e in costruzione (Leccia, S. Martino, Molinetto 2 e LR/3), l’Enel sta procedendo alla ordinazione di 4 turbine unificate, di concezione avanzata, da 15 Mw, in modo da mettere rapidamente in produzione qualsiasi ritrovamento di vapore.

Un discorso a parte merita il cosiddetto “Progetto Sesta” che dovrebbe vedere l’installazione di una Centrale sperimentale, capace di sfruttare accumuli di gas nel sottosuolo, attraverso l’impiego di turbine particolari. L’area di Sesta, nel Comune di Radicondoli, è attualmente interessata da studi geologici e perforazioni, per verificarne l’idoneità.

Per quanto concerne la produzione di calore è stata firmata la convenzione tra l’Enel e l’Azienda “Canonica-San Marco” per la realizzazione di circa 12 ettari tra serre fisse e tunnel per la coltivazione di piante floreali e ornamentali, nonché primizie ortofrutticole. L’Enel cederà calore per circa 3x10 tep all’anno. L’investimento iniziale di circa 10 miliardi di lire potrà consentire l’impiego di 120 unità lavorative. L’inizio dei lavori è previsto per il 1981.

I riflessi sull’occupazione in quest’area geotermica per la realizzazione dei piani di ricerca e di sviluppo diversificato non sono trascurabili, anche se il dato principale è costituito dal progetto sopra menzionato. Per quanto riguarda l’Enel dobbiamo distinguere tra personale occupato residente in questi tre comuni e personale direttamente utilizzato nell’area sopradetta. Infatti, a fronte dell’assunzione di una cinquantina di lavoratori, soltanto 13 sono gli addetti alla Centrale di Radicondoli, mentre i rimanenti sono impiegati o nelle perforazioni dislocate in ampie aree geografiche interregionali, o nelle officine di manutenzione di Larderello. Ci scontriamo dunque con dati non compatibili tra di loro: da un lato la volontà e la necessità dei lavoratori residenti nei Comuni di Radicondoli, Chiusdino e Montieri di lavorare in impianti ubicati sul loro territorio; dall’altro lato la necessità dell’Enel di effettuare una gestione economica della propria attività produttiva.

L’introduzione di nuove ed avanzate tecnologie ha portato al telecomando delle Centrali geotermoelettriche costruite o progettate negli ultimi anni e quindi all’abolizione del personale in turno. Anche per quelle di più antica realizzazione e in produzione, con gli sviluppi dell’automazione, è prevista una graduale riduzione del personale turnista. Un parziale recupero di occupazione si avrà con nuove figure professionali e con l’allargamento dell’area di manutenzione e della reperibilità. Le 13 unità di lavoro impiegate nell’attuale Centrale di Radicondoli appaiono inadeguate, sia per svolgere una efficace azione di manutenzione, non solo su questo impianto, sia per accogliere una indicazione contrattuale che tende, pur senza imporla in modo categorico, a migliorare il servizio di reperibilità attraverso l’aumento delle squadre. E’ in corso una vertenza sindacale per la completa ristrutturazione del Settore Produzione e Trasmissione dell’Enel, nel quale sono inserite le attività produttive degli impianti geotermoelettrici di Larderello. In questa ristrutturazione verranno definiti gli organici di tutti gli attuali impianti ed anche il grado di autonomia dei medesimi.
         E’ bene comunque precisare, per evitare equivoci, che autonomia di un impianto rispetto ad un altro impianto ubicato più o meno distante dal tradizionale centro di Larderello, di potenza più o meno grande, non significa assolutamente incremento di personale se non nel numero limitato di 2 o 3 unità, ma semmai elevamento nei livelli di inquadramento del personale. Per le centrali di Radicondoli, stante le promettenti prospettive di sviluppo dell’area, è senz’altro ipotizzabile non solo un incremento di personale, ma anche l’autonomia equiparata a quella degli altri impianti in produzione a Larderello, Castelnuovo V.C., Serrazzano, Lago ecc. ecc.
Sull’intero arco dei problemi evidenziati è in atto un confronto proficuo tra l’Enel e le Organizzazioni Sindacali, che porterà nei prossimi cinque anni all’aumento della produzione di energia elettrica, di personale occupato, di collaborazioni con gli Enti Locali per sfruttamenti plurimi, di esportazione di tecnologie avanzate, di collaborazioni scientifiche ed economiche con numerose Nazioni (Grecia, Repubblica Popolare Cinese, Indonesia, Algeria, Venezuela, Stati Uniti, El Salvador, Messico ecc.) e, quindi, alla riqualificazione di attività dove da sempre l’Italia e le zone geotermiche della Toscana hanno svolto un ruolo guida.
L’azione di divulgazione, oltre che di informazione, svolta in particolare dall’Unità! sull’energia geotermica, io credo debba tener conto di questi elementi di insieme pena il cadere in visioni soggettivo-riduttive o di mero supporto a rivendicazioni particolaristiche che sono proprio l’opposto del disegno di trasformazione della società in tutti i suoi aspetti, trasformazione che noi comunisti stiamo caparbiamente portando avanti.


[1] Lettera a firma cg., Segretario provinciale Fnle-Cgil Larderello, 17 settembre 1980.

venerdì 16 marzo 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 79.

E’ morto il Dottor Bruno! (1980)

“VITA NOSTRA”,  periodico della Parrocchia di Larderello (Pisa), nel numero 6-7 giugno-luglio 1980, scrive: “Ci giunge da Genova la dolorosa notizia che il 2 maggio u.s. è deceduto il dott. Cesare Bruno, un autentico amico di Larderello e di tutte le popolazioni di questi paesi. In un momento interessante per la vita sociale ed economica della zona per la forte ripresa che la caratterizzava, occupò un posto di grande impegno e delicatezza e svolse il suo incarico con generosità, intelligenza e rettitudine. Molti hanno motivo di riconoscenza verso di lui. Lasciato Larderello sempre ne serbò vivo l’affetto e la memoria. Il suo ricordo è vivo in mezzo a tanti amici. Mentre lo ricordiamo al Signore anche nella preghiera di cristiano suffragio, desideriamo rinnovare ai familiari le nostre condoglianze sentite e affettuose”.
                         
                                                                                    ***
A questo necrologio abbiamo fatto seguire un breve commento: “La grande maggioranza dei nostri compagni e lettori e delle maestranze dell’Enel di Larderello non ha conosciuto il dottor Cesare Bruno, né ha vissuto il tempo della seconda metà degli anni ’50 quando egli ricopriva la carica di Capo del Personale dell’allora “Larderello SpA”. Pertanto la notizia della sua morte li lascerà nella più completa indifferenza. Ma anche in chi l’ha conosciuto, soffrendo una discriminazione, oppure godendo un privilegio, questi venti anni hanno moderato l’odio e la faziosità permettendo una riflessione più pacata. Per noi, comunisti, socialisti, iscritti alla Cgil, o lavoratori senza tessera e senza partito, ma democratici per liberalità di idee, egli non fu un amico. Anzi, egli fu un nemico nostro e capeggiò un disegno reazionario per togliere, dentro e fuori la Fabbrica, la presenza degli organismi dei lavoratori, per umiliarli e ricattarli, per fare nemico ad un operaio un proprio compagno per il possesso di briciole di potere. Nella sua specie egli fu un mediocre. Non sollevò l’ingegno negativo per dominare gli uomini e i fatti con ferrea dirittura, non padroneggiò le basse passioni, ma ne fu, a sua volta preda. Si circondò di persone stupide, avide, bugiarde; si interessò dei singoli, amò le spie del pettegolezzo, fu vendicativo: e in questo modo riuscì ad avere tanti, troppi, nemici finché non cadde lui stesso in disgrazia. Erano tempi difficili non solo a Larderello, ma per l’Italia intera e, se questa può essere una giustificazione, anche il dottor Bruno rappresentò pienamente la sua epoca e gli interessi della classe dominante di cui fu un fedele servitore. Quel disegno reazionario, quella politica, furono per fortuna di noi tutti, sconfitti. Nuovi problemi, nuove lotte e anche nuovi successi hanno segnato il cammino dei lavoratori di Larderello, in un clima unitario, di partecipazione e democrazia. Per questo quegli anni, pur appartenendo alla nostra storia di persone e di società, ci sembrano tanto lontani. Certo, ci sono anche i nostalgici di quel tempo. Chi basò le ragioni della propria esistenza e del proprio successo mondano, laico o religioso, sulla sua linea politica , ha da dolersi della sua morte. Ah! Se gli archivi scampati al fuoco parlassero! Se quello già raccolto e amorevolmente custodito un giorno verrà pubblicato, tornerà pienamente alla luce l’azione corruttrice e maligna di quest’uomo e di quel gruppo dirigente, di quelle forze ed associazioni che ad essi si sottomisero che, indipendentemente dall’impulso dato al rinnovamento tecnologico dell’Azienda per realizzare un sempre maggiore profitto, attuarono con i lavoratori una politica oscurantista, di imbarbarimento e di regresso. Di una cosa comunque anche noi siamo certi e ci associamo a quanto pubblicato dal Parroco: se c’è un’altra vita dopo la morte, se c’è un Giudice Supremo al quale dovremo rendere conto delle nostre azioni terrene, il dottor Bruno avrà davvero bisogno di tante preghiere per sfuggire la pena alla quale pare inevitabilmente destinato”.

giovedì 15 marzo 2018





IL TIRRENO, Domenica 11 marzo 2018.
N. 69, Pontedera-Empoli, pg. 20-21.

Lunedì 11 marzo mentre attendevo il mio turno per andare dal medico di famiglia per fare due ricette, un amico, con fare scherzoso, mi s’è avvicinato dicendomi: ”Carlo ti ho visto sul cavallo!” “Ma scherzi? Saranno 60 anni che non salgo su un cavallo!” “Eppure sul giornale di ieri ci sono delle fotografie, tratte dal tuo diario…”. Ho pensato al mio diario depositato al Centro Diaristico Nazionale, che chiusi nel 1963, ma ricordavo di non aver allegato delle immagini. Per farla corta, nel pomeriggio mi sono giunte due mail dicendo di aver letto sul giornale Il Tirreno, due pagine del mio Diario…infine Paola mi ha detto che l’articolo le era piaciuto e che mi avrebbe fatto avere il giornale! Grazie, Paola, sei stata davvero gentile! E così ho potuto leggere il “mio diario”, ossia un breve sunto, con commento del giornalista Nicola Manaresi, corredato però da 3 interessanti fotografie. In una c’ero io a cavallo!
Care memorie dei miei 18 anni, ero al Castello di Fosini.

lunedì 12 marzo 2018



The Post.
Ecco la copertina .

The Post.

Ieri sera proiezione del film di Steven Spielberg “THE POST” al cinema Florentia di Larderello. Film molto interessante,  sul ruolo della stampa democratica, di forte denuncia di “resistenza”  dei  midia, in questo caso  i giornali New  York Times e The Post, contro il potere dei militari e politici degli Stati Uniti d’America, sul  tema della guerra in Vietnam.

Il film mi ha fatto fare un balzo indietro di oltre 50 anni, quando  anche a Castelnuovo  sorse un “Comitato per la pace e la libertà nel Vietnam” , Comitato che abbracciava il territorio dell’Alta Val di Cecina. All’inizio esso era costituito da 70 aderenti, giovani, ragazze, uomini e donne, insegnanti, operai, comunisti, socialisti, cattolici. Molte furono le iniziative di sensibilizzazione, marce, incontri culturali, proiezioni ed, infine, la pubblicazione di un “giornalino ciclostilato”, al quale anch’io detti un contributo. In esso pubblicai un disegno del pittore Bruno Caruso, con il quale in quel tempo mantenni un legame culturale molto intenso.

Nel corso della diffusione in fabbrica a  Larderello fui denunciato da un impiegato e di conseguenza richiamato in Caserma dai carabinieri per spiegazioni, sia a Larderello che successivamente a Castelnuovo.

Fui successivamente difeso dall’Avv.to Verdianelli  dall’imputazione molto generica di “offesa ad un capo di stato straniero” e il giudice mi assolse con formula piena dicendo  che “l’imputazione non sussiste”!  Il Comitato non si fece intimidire e proseguì la sua opera di denuncia e sensibilizzazione, fino alla partenza degli americani dal Vietnam ed alla caduta del governo fantoccio di Saigon ed alla vittoria di Ho Chi Min.

Rileggendo i 72 nomi, e tra loro molti sono i morti, altri trasferiti, lontani, rivedo i loro volti e ricordo il loro impegno per quei VALORI e IDEALI che hanno caratterizzato molte gioventù, e che oggi sembrano sommersi, spazzati via, da una stagione di paura, di odio, di  individualismo, di vanità e falsi Idoli, stagione della quale sembra lontana la fine.

domenica 11 marzo 2018


Mazzocchi Silvano (Pisa), Groppi Carlo (Larderello), Rebechi Giovanni (Firenze), Bartoli Valerio (Lucca) e seduto: Bartaloni Evaldo (Pisa). 

PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI.  CAP. 78.

Lettera ai nuovi assunti (21 luglio 1980)

Caro lavoratore, al tuo ingresso in Fabbrica vogliamo innanzitutto rallegrarci con te per il superamento delle prove del Concorso di assunzione e augurarti un positivo inserimento nell’attività lavorativa. I nuovi posti di lavoro che si creano all’Enel di Larderello sono il frutto della lotta del movimento politico e sindacale delle zone geotermiche e delle organizzazioni sindacali di Fabbrica che da anni si battono per lo sviluppo della geotermia.

         In fabbrica esistono ancora numerosi problemi, ma possiamo affermare che si aprono ulteriori possibilità di sviluppo per tutte le attività, quindi anche per la valorizzazione individuale e collettiva della professionalità dei lavoratori.
        
         Come Segretario  della Fnle-Cgil Provinciale di Larderello ti invito caldamente ad iscriverti, secondo una tua libera scelta, ad una delle Organizzazioni sindacali di Larderello. Il sindacato è uno strumento vitale per gli interessi dei lavoratori, ma esso ha bisogno di rinnovarsi e rafforzarsi continuamente, pena il suo decadimento. Nella Fnle-Cgil il lavoratore troverà non solo l’antica e gloriosa sigla di tante lotte e tanti successi, ma anche una organizzazione capace di costituire un centro di aggregazione pluralista, giovane, che guarda al domani e fa della partecipazione alla vita interna dei propri iscritti, azione quotidiana.

         Prendere la tessera della Fnle-Cgil è un atto d’onore per ogni lavoratore! La nostra sede sindacale (adiacente ai Pompieri, telefono interno 257, SIP 0588/67338, è quasi sempre aperta e i nostri compagni sono presenti in tutti i posti di lavoro: non esistono limiti di tempo per iscriversi a un sindacato, si può prendere la tessera anche durante i tre mesi di prova contrattuale. Per ogni informazione e necessità siamo a tua disposizione. Ti rinnoviamo i più cordiali auguri.

                                                                        Carlo Groppi

venerdì 9 marzo 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 76 - 77.

Le elezioni per l’Arca ed il Cre (1980).

         Le elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali e nazionale di gestione dell’Arca (Attività Ricreative, Culturali e Assistenziali dell’Enel) a sei anni di distanza dalle precedenti, hanno costituito indubbiamente un momento di verifica politica assai importante per i lavoratori elettrici.

         Il dato principale che emerge è la forte flessione nazionale del sindacato Fnle-Cgil che perde la maggioranza assoluta scendendo dal 50,07% al 45,95% con situazioni regionali assai diversificate: dal – 11,61% del Piemonte Occidentale al + 4,79% degli Abruzzi. Numerose sono le chiavi di lettura di questo voto: a) a fronte di un allargamento e ringiovanimento degli organici è diminuita l’azione di reclutamento e di organizzazione della Fnle, che non sempre è riuscita a chiarire la propria immagine e linea politica. L’iniziativa unitaria che si è voluto privilegiare non ha coinvolto pienamente la base, né ha messo in luce le contraddizioni esistenti tra le varie componenti sindacali, è stato, quindi, troppe volte, un rituale penalizzante, di grigia burocrazia verticistica, che i lavoratori hanno sempre meno capito; b) molti errori sono stati commessi nella gestione delle maggioranze, sia nell’Arca regionale che nazionale. L’Arca nazionale è rimasta avulsa dagli interessi della categoria, le sue iniziative e i problemi sono rimasti sconosciuti per anni anche al quadro intermedio del sindacato. Per questo sono passati elementi di sfiducia, di pessimismo, ed hanno avuto successo gli attacchi della Uilsp che ha aumentato notevolmente la sua presenza; c) hanno probabilmente influito, inoltre, sia le posizioni Flaei tendenti a collocare nell’Arca elementi corporativi, sia quelle della Uilsp, di violento attacco frontale alla Fnle per la gestione dei complessi turistici della Sardegna e della Sila, nonché la vicenda della “nuova” collocazione politica di questo sindacato.

         Diciamo francamente che la Fnle ha pagato non solo il naturale logoramento di forza maggioritaria, ma quello di un potere gestito non sempre positivamente. Il dibattito che si è aperto in tutti gli organismi sindacali regionali e nazionali dovrà approfondire gli aspetti complessivi di questo voto per trovare una più adeguata linea politica, per recuperare il consenso e allargare a tutto il corpo sociale la discussione e la conoscenza sulle attività dell’Arca, quali irrinunciabili conquiste di autogestione dei lavoratori elettrici.

         Per quanto riguarda il voto in Toscana ci pare che il nostro sindacato, ottenendo il 55% e riconfermando i 5 seggi che aveva nel precedente Consiglio, a fronte del dato nazionale e di altre regioni, possa considerare tale risultato in modo positivo. In effetti, pur con deficienze, l’Arca toscana, gestita in uno spirito di collaborazione tra le oo.ss., ha svolto una costante azione di decentramento e coinvolgimento dei Cre, sviluppando iniziative che hanno interessato un numero considerevole di lavoratori.
         A Larderello, si è votato inoltre per il rinnovo del consiglio del Circolo Ricreativo (Cre). Rispetto ai risultati delle elezioni precedenti la Fnle-Cgil ha guadagnato il 3,33% nell’Arca ed il 5,08% nel Cre. In termini assoluti di voti, per la prima volta dopo la nazionalizzazione, la Fnle ritorna sindacato di maggioranza relativa a Larderello. A questo brillante risultato, che tuttavia non elimina una serie di problemi che anche a Larderello esistono, primo fra tutti quello dell’alto numero di non votanti (tra i quali troppi compagni!) e delle schede bianche e nulle, ha senz’altro contribuito l’apporto dei nostri consiglieri all’attuazione della gestione trascorsa, risultata positiva, e, pensiamo, la collocazione del nostro sindacato sulle principali questioni che investono la Fabbrica.

         Ora, dopo il momento elettorale, il confronto, le inevitabili polemiche, mettiamoci al lavoro. Per questo, mentre ringraziamo tutti i consiglieri uscenti auguriamo tanti successi ai nuovi e chiediamo un ulteriore impegno a tutti i lavoratori: non abbandoniamo a se stessi chi abbiamo eletto! Miglioriamo i servizi e le attività del Cre e dell’Arca migliorando ognuno di noi nella partecipazione democratica, nella crescita culturale, nel civile confronto, dando così il prezioso contributo per quell’opera più grande che è la trasformazione e il miglioramento della società intera. Grazie ancora, compagni, per la fiducia alla Fnle-Cgil, cercheremo di farne buon uso!

Risultati dei sette seggi di Larderello elezioni Arca e Cre:

Elezioni Arca                           Anno 1974                       Anno 1980                        Differenza

Iscritti                                              1323                                   1506
Votanti                                             1229                                   1238
Bianche                                                35                                       46
Nulle                                                    17                                       34
Voti Validi                                       1177                                   1158
Fnle-Cgil                                            467 (39,70%)                    498 (43,00%)               
+ 3,33%

Flaei/Cisl                                           593 (50,40%)                      542 (46,80%)                 - 3,58%

Uilsp/Uil                                              89 (7,60%)                        118 (10,20%)
+ 2,64%

Faile/Cisnal                                         28 (2,30%)                          ---                                  - 2,30%

Elezioni Cre                              Anno 1970                        Anno 1980                          Differenza

Iscritti                                               1542                                      1483
Votanti                                              1291                                      1205
Bianche                                                 80                                          57
Nulle                                                     48                                          41
Voti validi                                        1163                                       1107

Fnle-Cgil                                            465 (40,00%)                         499 (45.08%)(+5,08%)                  

Flaei/Cisl                                            578 (49,7%)                           488 (44,08%)           - 5,62%

Uilsp/Uil                                             120 (10,3%)                           120 (10,84%)               + 0,54%

Le percentuali sono calcolate sui voti validi. I dati di confronto del Cre sono meno attendibili perché in questi dieci anni nella Fabbrica ci sono stati cambiamenti assai profondi, inoltre dopo il 1970 si erano sempre svolte elezioni su liste unitarie. Per il Cre risultano eletti: Fnle-Cgil: Ciompi Massimiliano, Martelli Lia, Bertoni Moreno, Funaioli Renato, Frasconi Maurizio. Sindaco Revisore: Montagnani Giampiero. Flaei/Cisl: Bruchi Giovanni, Gronchi Gabriella, Culivicchi Giorgio, Tosi Fulvio, Amadori Mario. Uilsp/Uil: Moretti Giorgio.





Marie Curie

Finalmente, dopo aver acquistato nel 1980 il volume  “Vita della signora Curie”, scritto dalla figlia Eva e pubblicato nel 1937 in Inghilterra (in Italia  la prima edizione uscì nel 1938 da Arnoldo Mondadori nella collana“Le Scie e sempre per Mondadori faranno seguito altre 15 edizioni fino al 1980 quando uscì la Prima Edizione negli Oscar), avuto la fortuna di acquistare  l’8^ Edizione uscita nel  dicembre 1941. Questa  edizione ha il grande pregio di riprodurre 24 tavole bn, ft, che accompagnano la vita della scienziata.
E’ anche sorprendente che in pieno Regime Fascista (dicembre 1941) e in più in una guerra che vedeva l’Italia nemica della Francia e dell’Inghilterra, si sia potuto pubblicare, con il consenso della rigidissima censura fascista, il libro di una scienziata franco-polacca, collegata col mondo anglo-sassone, Stati Uniti compresi, amica di Einstein ed altri scienziati democratici.
Ho speso davvero bene i 22 € del prezzo di Catalogo della Libreria Antiquaria Cappellini di Firenze, e-mail: libcappellini@virgilio.it tel. e fax (055)24.09.89 richiedendo il Catalogo semestrale!