domenica 30 novembre 2014




La Luna Nova 2014, dedicata a Caterina Trombetti.


Vorrei dire poche parole su Caterina Trombetti. Caterina è nata a Firenze, ma ha profonde e ancora salde radici nel piccolo borgo di Montalcinello, nel comune di Chiusdino, dov’era nata sua madre, discendente di un’antica stirpe montalcinellese. Per questo essa rientra pienamente in quell’ambito territoriale che abbiamo idealmente tracciato 27 anni or sono, quando il Chiassino istituì una giornata ogni anno dedicata alla poesia ed alla scoperta o riscoperta dei propri poeti.

Mi parlò di lei venti anni or sono, per la prima volta, un caro amico, Evaldo Serpi, detto “Il Duca”, abitante di Montalcinello, una persona eccezionale, ricercatore, storico, favolista  e antropologo, autore di dieci volumi e tanti saggi pubblicati su giornali e riviste, tutti volti alla memoria e alla valorizzazione del suo borgo natio.
Evaldo, morto nel settembre 2011, aveva sposato una castelnuovina, Silvana Poli, e aveva sempre mantenuto familiari rapporti con tutti i parenti della sua sposa.

Evaldo pubblicò il suo primo libriccino “Montalcinello: vita di un borgo toscano”, nel 1994. Quando me lo portò mi disse che tra gli autori c’era Caterina, il nome soltanto, come se io già sapessi chi fosse! Mi disse che era una poetessa che d’estate veniva a Montalcinello, nella antica casa della sua famiglia, dove  essa aveva trascorso lunghi periodi della sua infanzia, una casa oggi ubicata in un vicolo che in suo onore  il comune ha denominato “Vicolo dei poeti”.

E Caterina, appariva sempre ad ogni nuovo libro di Evaldo Serpi, fino a quando, nel 2004, non la incontrai in occasione di un evento letterario a Montalcinello, al quale era presente il poeta Mario Luzi. Acquistai i due o tre libriccini di poesie di Caterina Trombetti, ed, in particolare, “Montalcinello, i tuoi cieli, i tuoi ruscelli”, il piccolo volumetto con i bellissimi acquarelli di Ugo Maffi, che m’apparve delizioso, sia come grafica che come testi. E successivamente ho acquistato altre sue opere, fino a “Fiori sulla muraglia”, uscito a Firenze nel 2012. Ho trovato le poesie di Caterina non soltanto impeccabili esteticamente, ma capaci di trasmettere quel maravigliamento e quel segreto che accompagna  la poesia d’ogni grande poeta. E tu, cara Caterina, lo sei di certo. E’ dunque una rara fortuna averti conosciuta ed averti qui, tra noi, alla Luna Nova 2014, un onore per l’Associazione Culturale Il Chiassino e per Castelnuovo di Val di Cecina.



Carlo Groppi

29 novembre 2014

venerdì 28 novembre 2014

Leggendo Plutarco

Sospinto da ardenti passioni,
ho cercato instancabilmente l’amore;
l’anima mia ho creduta onnipotente,
creata a immagine degli Dei
a raccogliere baci e carezze, e mani
pazienti a rimboccarmi il lenzuolo,
ed altre, lenirmi ferite brucianti.
Tre volte amato, tre volte fuggiasco,
son giunto a questa estrema riva
                        della conoscenza:
mi hanno ingannato gli Dei,
ho cullato soltanto visioni,
sogni e utopie, fatti unicamente
di nuvole, eppure causa di così tanto

                        dolore.

giovedì 27 novembre 2014











Luoghi dell’anima.

Sulle strade stupende d’autunno, tra Castelnuovo-Massa Marittima-Monterotondo Marittimo. Incontro con Dino ed Edda Petri nel loro luminoso salotto, per parlare di poesia e arte e con Antonella, al Museo Archeologico, di Resistenza; poi breve sosta su una croce al limitar del bosco, che ricorda l’uccisione di una ragazza appena ventenne, Wanda, colpita dalle pallottole di un mitragliamento aereo alleato, nei pressi dove Carlo Cassola con la sua squadra effettuò il famoso attacco ad una colonna di camion tedeschi, facendo molte vittime e lasciando sul campo il partigiano volterrano Gino Tamburini. La misteriosa storia di Wanda mi appassiona, chi era? dove andava? con chi? in quel giorno periglioso su un calessino? Molti anni fa lasciai un messaggio appeso al mazzo dei fiori sulla lapide, dentro una busta di plastica per proteggerlo dalle piogge, con la richiesta di informazioni, sperando in un gentile contatto e, poco dopo, passando di nuovo, notai che la busta non c’era più! Segno che qualcuno l’aveva trovata. Ma nessuna risposta. Infine  conobbi un signore di Sasso Pisano, mi disse di aver trovato la busta e di averla presa, conosceva in parte la storia di Wanda, ma per motivi che non mi volle rivelare, non poteva dirmi nemmeno una parola, c’era di mezzo un segreto. Ed è proprio questo segreto che mi appassiona…Infine Monterotondo Marittimo con sosta al Caseificio San Martino ed ai suoi deliziosi formaggi, credo unici, sia per il sapore che per la tipologia della lavorazione, senza alcun inquinamento ambientale, ma con energia geotermica a ZERO EMISSIONI DI CO2 IN ATMOSFERA, e, sulla via di casa, una sosta nel cimitero per una visitina a Giuliana e a due partigiani… Luoghi dell’anima.

                      

mercoledì 12 novembre 2014





LA GRANDE GUERRA, 1915 - 1918.

Il mio nonno materno morì nella ritirata italiana, sul Piave, cadendo dal mulo mentre guadava il fiume. Non fu colpito da un proiettile, ma dal calcio del mulo che lo prese proprio sul cranio! A casa rimase mia nonna con tre o quattro figlie, tutte femmine. Però non ho mai avuto una sua fotografia, perché la mia famiglia non ebbe legami stabili e mio padre e mia madre si separarono. Da pochi giorni ho trovato una bella immagine di quasi tutti i caduti del mio Comune, sono oltre cento. E' stata composta nel 1925, e, si presuppone, che ciò sia stato possibile per TUTTI i comuni d'Italia. Di quegli oltre 600.000 morti, il Partito Nazionale Fascista comprese ben poco, e dopo appena venti anni, l'Italia fu protagonista, prima di aggressioni ad altri popoli e poi, a fianco della Germania nazional-soscialista e del Giappone imperialista, dello scoppio della tremenda seconda Guerra Mondiale, con i suoi 50 milioni di vittime e la sperimentazione di armi atomiche, armi che con il loro sviluppo e crescente potenza distruttrice, possono mettere fine alla civiltà umana  sul pianeta terra.
Nell'affrontare l'avvento del 100° anniversario della Prima Guerra Mondiale, cerchiamo dunque di mettere da parte gli istinti bellicosi, i nazionalismi, la sete di dominio su altri popoli,  i fanatismi ideologici e religiosi, onorando i nostri morti e feriti, con le sole vere uniche parole degne dell' unica razza umana: LA PACE e LA FRATELLANZA, NELLA LIBERTA' e NELLA GIUSTIZIA SOCIALE. 

domenica 2 novembre 2014

2 Novembre 2014. Giorno dei Morti.

Sul Calendario di Frate Indovino la dicitura è riduttiva: “ Commemorazione di tutti i fedeli defunti”.
Ma ormai, nella filosofia della gente comune, queste distinzioni hanno nullo o poco valore. I morti son morti, ma tutti son connessi ai vivi, se non altro per il dna. Del resto il transito nel cimitero comunale, ora che hanno messo una terra che rode” in sostituzione dell’originario “mattaione”, non supera i 25 anni. Poi le poche ossa rimaste vengono collocate momentaneamente nell’ossario generale. Anche per coloro che vengono collocati nei “loculi” o “fornetti” non c’è più un tempo “eterno”, ma di affitto per 99 anni, con possibilità di rinnovo dietro pagamento. Insomma si fa per spillare danaro. Basterebbe pensare che a Castelnuovo di Val di Cecina, i primi cimiteri erano dentro la chiesa e nel campo antistante; nel centro del paese. Le leggi napoleoniche,  fine ‘700 primi ‘800, più rispettose dell’igiene, trasferirono le sepolture alla distanza di 500 metri dal centro abitato. Sepolture definitivamente trasferite, negli ultimi decenni dell’800, all’attuale cimitero che allora distava circa un chilometro dal paese ed oggi invece è circondato da abitazioni e fabbricati industriali…Si continua a costruire loculi e piccole cellette per le “ceneri”, dato un progressivo aumento di chi chiede la cremazione, gesto che, se non in aperto contrasto con la cattolica religione viene approvato e benedetto dal prete. Quindi tale pratica si va progressivamente estendendo. Quando parlo con il mio amico Mauro, concordiamo che per noi vecchi il “paese” è ormai più lassù, all’olmone, ossia al camposanto, che non nel nostro antico Borgo, dato che conosciamo quasi tutti i coloro che vi son sepolti. Forse è per questo che non ci andiamo tanto volentieri!

Stamattina ho fatto tre fotografie, la parte vecchia, la parte nuova in ampliamento e il loculo dei miei nonni paterni, perché la nonna non voleva “andare in terra” (successivamente, quando abbiamo scavato le ossa del nonno, abbiamo posto accanto alla sua bara una cassettina, così, simbolicamente, si sono riuniti). Tuttavia quando la nonna vide la posizione della sua “dimora” ebbe a farci notare che non era tanto contenta perché, proprio accanto, avevano sepolto una sua conoscente litigiosa, con la quale non andava troppo d’accordo!