sabato 8 febbraio 2014

Memorie lontane…

Il titolo del post mi rimanda al racconto di Nobili “Memorie lontane”, uno dei capolavori che salverei se si avverassero le vicende del romanzo di Ray Bradbury e il film che da esso fu tratto, “Fahrenheit 451” regia di Truffaut, cioè la distruzione di tutti i libri dell’Umanità. Le mie sono però memorie qualunqui, personali, molto insignificatamente personali, che sono riemerse durante un piccolo tour intorno al Borgo di Castelnuovo di Val di Cecina, alla vista del masso di arenaria detto volgarmente “la culata della Madonna”! Mi ci son seduto tante volte quand’ero bambino e andavo a far ragia nella vigna di Creonte, o a raccogliere le noci di Bube, cercar funghi al Brotino e con le donne del Borgo, mia nonna e Cammilla, arrivare fino al Mulinaccio a fare il fastello per accendere il fuoco nel camino. Ci cresceva una piantina d’erba grassa che strizzandola faceva l’olio…e vi sbocciavano fiori primaticci, come le campanule azzurre e i crochi che piacevano alle mie compagne di gioco. Allora il Borgo era un Universo, non ci mancava niente, anzi, in più, avevamo il freddo, le case senza WC, l’illuminazione elettrica con non più di 25 candele, senza strade rotabili, la Chioca che inghiottiva le palle di cencio ed anche le pietre sulle quali si scavavano le “buchette” per giocarci con le sfere d’acciaio dei cuscinetti che i nostri padri ci portavano dalle officine di Larderello. Una volta, nella nostra stanza delle legna, ci aveva fatto la tana un serpente, e fu un fatto memorabile quando esso fu scovato e ucciso da Ciro di Naso; era davvero pauroso vederlo steso, lungo lungo, sul muro della Piazzetta. Ora ci hanno murato una croce di ferro, per dirci che, pur trattandosi di  una “culata”, è sempre un luogo sacro, legato alle memorie dei nostri avi, degno di rispetto per la loro ingenua fede ed anche perché di quelle memorie saremo quattro a cinque a ricordarsene…

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