Memorie lontane…
Il titolo del post mi rimanda al
racconto di Nobili “Memorie lontane”, uno dei capolavori che salverei se si
avverassero le vicende del romanzo di Ray Bradbury e il film che da esso fu
tratto, “Fahrenheit 451”
regia di Truffaut, cioè la distruzione di tutti i libri dell’Umanità. Le mie
sono però memorie qualunqui, personali, molto insignificatamente personali, che
sono riemerse durante un piccolo tour intorno al Borgo di Castelnuovo di Val di
Cecina, alla vista del masso di arenaria detto volgarmente “la culata della
Madonna”! Mi ci son seduto tante volte quand’ero bambino e andavo a far ragia
nella vigna di Creonte, o a raccogliere le noci di Bube, cercar funghi al
Brotino e con le donne del Borgo, mia nonna e Cammilla, arrivare fino al Mulinaccio
a fare il fastello per accendere il fuoco nel camino. Ci cresceva una piantina
d’erba grassa che strizzandola faceva l’olio…e vi sbocciavano fiori primaticci,
come le campanule azzurre e i crochi che piacevano alle mie compagne di gioco.
Allora il Borgo era un Universo, non ci mancava niente, anzi, in più, avevamo
il freddo, le case senza WC, l’illuminazione elettrica con non più di 25
candele, senza strade rotabili, la
Chioca che inghiottiva le palle di cencio ed anche le pietre
sulle quali si scavavano le “buchette” per giocarci con le sfere d’acciaio dei
cuscinetti che i nostri padri ci portavano dalle officine di Larderello. Una
volta, nella nostra stanza delle legna, ci aveva fatto la tana un serpente, e
fu un fatto memorabile quando esso fu scovato e ucciso da Ciro di Naso; era
davvero pauroso vederlo steso, lungo lungo, sul muro della Piazzetta. Ora ci
hanno murato una croce di ferro, per dirci che, pur trattandosi di una “culata”, è sempre un luogo sacro, legato
alle memorie dei nostri avi, degno di rispetto per la loro ingenua fede ed
anche perché di quelle memorie saremo quattro a cinque a ricordarsene…
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