domenica 31 marzo 2019







Il biancospino.


…e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l'uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch'oltre il beccare, il cantare, l'amare,
ci sia qualch'altra felicità.

Ai tempi della scuola elementare (1946-1951) le poesie si imparavano a memoria. Erano musicali, non si faceva fatica. Ricordo ancora la dolce poesia del Pascoli “Valentino”, che a quel tempo pareva fosse stata scritta per me! Il biancospino fiorito sulle pietraie dei Poggi, e spesso a piedi nudi o con zoccoli di legno, mentre paravo le pecore, il freddo pungente e poi l’esplodere della primavera ed il cucule che arrivava ed io che a lui chiedevo qualcosa, qualcosa di misterioso imparato sul focolare materno, che diceva, pressappoco: cuculin che vien dal mare, dimmi, fra quanti anni mi potrò sposare? e, come dice il poeta, non sapevo altro della vita, oltre il beccare e il cantare e l’amare. Una parola grossa, quest’ultima, perché la mia famiglia s’era spezzata presto. Ma, tuttavia, come nelle fiabe più truci, la felicità arrivò.
Forse è per la nostalgia di quegli anni lontani, non più rischiarati dalla luce della memoria, che amo ritornare su quei poggi selvatici, per rivedere il tremolio del mare, il rosso sole che vi s’immerge, i paleri fruscianti, ascoltare il canto del cucule, ritrovare le antiche prugnolaie e le fonti, e stupirmi del biancor dello spino, un arbusto pungente e imperforabile, dietro al quale mi riposavo a sognare, al riparo dalla tramontana e dai venti gelidi della vita.

venerdì 29 marzo 2019













Suggerimenti  ai nuovi eletti al Comune di Castelnuovo di Val di Cecina (PI).

Partiamo dalle cose piccole: dare un’occhiata alla toponomastica dei nostri Borghi.  Ad esempio: mettere il nome di Via Giusti al posto “giusto”; non ho trovato l’indicatore di Via G. Salvadori (meglio sarebbe stato se ci fosse scritto Via Guido Salvadori, Partigiano, 1924-1944). Si sale verso la grande pineta del Poggio della Colombaia, una selva caotica di pali ed al posto del cover metallico verde una grande distesa di ferraglie, vasche, tubi, materiali ferrosi…molto disordinati. A ridosso di un pozzo Enel c’è ancora una zona AMIANTO recintata, ed infine mi piange il cuore entrare nella pineta…disordine assoluto. Nei pressi del ponte radio ENEL ci sono due grandi serbatoi metallici, inutilizzati da tempo,con annessi tubi staccati, tutto rugginoso, recinzione aperta…ma cosa ci stanno a fare?  Scendo dalle Bertole e mi soffermo a guardare quelle che furono le serre del basilico, ammasso di erbe infestanti, ruggine e plastiche rotte dal vento , infine salgo verso la Madonna: la grande discarica è chiusa e, sembra pulita se non emergessero dai cassonetti aperti rifiuti, vecchi o nuovi? Ci sono vecchi fabbricati pericolanti sulla stradina che sale al podere La Madonna, anch’esso pericolante; al piano terra e visibile dalla strada, un ammasso di rifiuti d’ogni genere. Anche dietro alla Centrale vedo in alto sventolare la rete nera che caratterizzava i luoghi ove si trovava l’amianto. Rete lasciata dopo la bonifica oppure non è stata tolta dopo aver bonificato l’area? Dunque consiglio una passeggiata in questi luoghi, molto vicini e cari agli abitanti, perché non basta aver illuminato di rosso i due refrigeranti  per l’orgoglio di avere “La Bandiera Arancione”!

mercoledì 27 marzo 2019




BENE COMUNE

Ecco la prima delle due liste che si confronteranno alle Elezioni Amministrative 2019 per il Comune di Castelnuovo di Val di Cecina (PI).  E’ una “lista civica”, senza connotazioni di partiti politici, una lista “inclusiva” di molte esperienze sociali, culturali,  economiche ed anche amministrative. Una lista con finalmente una ampia rappresentanza femminile, con una candidata a Sindaco di alto profilo e conoscenze in uno dei nuovi orizzonti che caratterizzeranno il futuro dei nostri territori e delle nostre Comunità, ambiente e turismo. Ma le caratteristiche complessive del gruppo si diversificano in tutti i settori al nostro territorio più legati: geotermia, commercio, sanità, sport, cultura, scuola e istruzione. Una bella lista che ha molte possibilità di assumere il non semplice compito di amministrare un Comune piccolo, con delle frazioni ridotte all’osso, con una forte presenza di giovani famiglie di extracomunitari, come il nostro.  Una speranza!

domenica 24 marzo 2019


Il poeta Pietro Massaini


Il libro.


Veduta parziale della sala.


Altra veduta del folto pubblico.


Un giovanepoeta: Pietro Massaini (Pistoia).

Il 23 marzo, una bella giornata di primavera, il giovane Pietro Massaini, ha presentato davanti ad un numeroso pubblico, davvero inconsueto per una "prima" di poesia, il suo libro "Petali di rosa". Il suo primo testo poetico, in una edizione pregevole e raffinata di bassa tiratura, che. ne sono certo, sarà in futuro assai ricercata. Io c'ero! Ed è stata una "prima" piena di speranza! Perché Pietro ha dimostrato, con pacata consapevolezza, di aspirare ad entrare nel misterioso universo poetico, in quello vero, con una notevole capacità di introspezione e di attenzione all'uso della parola. Naturalmente Pietro, è consapevole, data la sua giovane età, di ciò che l'attende: ascoltarsi ed ascoltare, incontrare e lasciare, gioire e soffrire...e cantare. Il "vecchio poeta" ha avvertito in lui una forza sorprendente, capace di generare bellezza ed armonia, e non può che augurargli che abbia sempre a lato il sostegno della poesia. Mi hai regalato un dono inatteso, caro Pietro, grazie!




giovedì 21 marzo 2019






21 Marzo 2019 Giornata Mondiale della Poesia.

Festeggio anch’io, modesto poeta, ma cos’è la poesia?  I “grandi hanno parlato”, i “piccoli” bisbigliano.

La mia esistenza terrena è trascorsa quasi tutta dentro una grande fabbrica, in un ufficio; e un ufficio, si sa, non è luogo di avventure romantiche, drammatiche o romanzesche, o poetiche. Non mi sono pentito di aver scelto (o essere stato costretto dalle variabili della vita) l’umile lavoro a giornata dentro una fabbrica, e non la sorte in mondi più redditizi, come qualcuno dei miei compagni di banco ha potuto realizzare; confesso di aver sempre amato il mio mestiere e la mia fabbrica, perché è lì che ho realizzato me stesso e il mio piacere. Vorrei soltanto aggiungere come sia sorto in me, fanciullo, il desiderio della poesia, per quali arcane vie la vocazione (o il dono) della poesia mi abbia sorpreso e preso. Non ho ricordi precisi su ciò, perdonatemi dunque di non poter fare a meno di citare la celebre testimonianza di messer Boccaccio: “…non ero ancora giunto al settimo anno di età, e non ancora avevo letto poesie, né udito alcun maestro, e appena conoscevo i primi elementi della scrittura, ed ecco, spingendomi la stessa natura, mi venne il desiderio di poesia…”. Spingendomi la natura, aiutata dal primo elemento della predizione che m’avrebbe fatto un altro poeta, Umberto Saba, cioè l’incontro con “un grande dolore”,  mi venne desiderio di poesia: questo, forse, è tutto quello che posso dire. Ed è così che ho alimentato il mio “canzoniere”, dal 1952 ad oggi.

L’assenza.

Dono del Cielo,
divina fiamma…
la fulgente cometa
a me più cara:
chi sa intenda.

La sua assenza,
tra tutte le pene,
è la più amara.

lunedì 18 marzo 2019






Di geotermia, suo stato, suo futuro.

Seguo con preoccupazione la vicenda della “geotermia” italiana. Ciò a dire tutto quello che i nuovi padroni, anche con sigle inglesi, hanno ereditato dalla “Larderello SA”, nel 1962/63,  successivamente smembrata tra la produzione di energia elettrica e la produzione chimica. La prima trasferita all’ENEL e la seconda, dopo varie fasi, trasferita all’ENI ed altre Società del settore. Io c’ero nel periodo del “rinnovamento”, negli anni ’70 ed ’80 del Novecento, che ebbe inizio dopo la trivellazione del pozzo geotermico “Travale 22”, nell’area di Radicondoli-Montieri-Chiusdino. Si disse, ed è vero, che questo “soffione” fosse il più potente mai esploso nel mondo, con le sue 300 tonnellate ogni ora di fluido geotermico. L’allora mio amico Radi, il Sindaco di Radicondoli, abitante a Belforte e conduttore di una deliziosa locanda, definì questo sondaggio come “il soffione della speranza”. Speranza per il territorio di questi tre comuni dell’area senese-grossetana, ma anche speranza per l’intera geotermia nazionale. Per alcuni decenni, tra una ristrutturazione aziendale ed un’altra, tra il decentramento direzionale tra Pisa e Firenze e Roma, tra lo smembramento interno e la continua erosione degli organici, infine con l’avvento totale dei “telecomandi” e della drastica riduzione del personale a seguito dell’abolizione dei “turni di lavoro notturni” nelle Centrali Geotermiche, è iniziata la fase della decadenza ed anche gli organici delle maestranze sono scesi dai 2000 del 1962 agli 8-900 di quelli attuali. A ciò si è aggiunto il rimescolamento delle competenze in materia di “concessioni” e “permessi di ricerca minerari”, non più sottoposti al Governo  Italiano ed al Corpo delle Miniere, ma ai governi delle Regioni. Si è verificato di fatto l’ingresso in geotermia di molti soggetti nazionali e internazionali, più gruppi finanziari che non Società Industriali. E, strada facendo,  anche la “Larderello”, oggi Enel Green Power,  è diventata sempre più una Azienda capace di elargire potere a Dirigenti nominati dall’alto, intelligenti, ma avulsi dal contesto produttivo, e sottoposti alle direttive e agli interessi economici. Ciòè far cassa senza investire più dello stretto necessario. Oggi la “geotermia” è come dice Dante, una “nave senza nocchiero in gran tempesta”,  nella sua impotenza assalita da destra a manca. La geotermia è in larga parte demonizzata, dunque non più incentivi alle aree dove essa è presente, in quanto si dice, non si tratta di una fonte energetica “rinnovabile”; e dove, come in Toscana, essa ha un ruolo  molto importante nella produzione di energia elettrica e calore, si teorizza di ridurne  l’apporto a favore del vento, del sole, delle maree…Naturalmente ci sono anche  “opposizioni” reali e confinate a molti territori vocati al turismo, a produzioni agricole, ed a particolari fragilità ambientali, ed esse non solo devono essere tenute nella massima considerazione, ma, si può dire, lo sono sempre state, anche quando la Larderello SpA e poi Larderello SA appartenente alle Ferrovie dello stato ed al Ministero dell’Industria,  aveva un ben più ampio potere di decidere la propria strategia di ricerca e di coltivazione di nuovi campi geotermici, oltre a quelli tradizionali confinati in parte nelle cosiddette “Concessioni perpetue”. E’ indubbio che le nuove sensibilità ecologiche in tutti i paesi industrializzati del mondo, guardino con preoccupazione alla salute del pianeta. E la geotermia è una sorvegliata speciale, data la sua natura fisica e chimica. Oggi le attuali 34 Centrali Geotermoelettriche in produzione dovrebbero essere tutte trasformate in impianti a zero emissioni in atmosfera attraverso un grande piano economico di investimenti e di innovazione scientifica e tecnologica. Lavoro per migliaia di dipendenti, ditte esterne, migliore qualità dell’atmosfera, trasporto del calore a città e Aziende, e non solo ai piccoli borghi come attualmente avviene. Se si costruiscono grandi centrali elettriche geotermiche a zero emissioni in Cile o in altre nazioni del mondo,  là dove operano, come consulenti esperti, tecnici italiani, dei quali molti ex dell’Enel Green Power, vuol dire che sarebbe possibile fare la stessa cosa nelle aree geotermiche italiane, ed in tal modo poter contare su una diffusione territoriale  della ricerca ben più ampia dell’attuale. Più ampia investigazione territoriale non vuol dire nuove Centrali per la produzione di energia elettrica in quantità considerevole, e noi ben sappiamo ed abbiamo vissuto, sia le speranze che nuove aree, in Toscana, Lazio e Campania ci offrivano, sia la loro impossibilità di utilizzazione, con l’abbandono di ricerche ed impianti  e, naturalmente, perdita degli investimenti economici là impiegati! L’utilizzazione del calore geotermico è un campo affascinante, ma strettamente legato sia a fattori endogeni,  sia allo sviluppo della scienza della terra e della tecnologia, settori che richiederebbero grandi investimenti di capitali con molta incertezza sulle loro ricadute positive.
In fondo, io non vedrò che una piccola porzione di tale cambiamento. Sono stato un “amante” della “geotermia”, non la potrò mai odiare, né dimenticare. Ma non dimentico che il nostro pianeta ha una crosta solida e dei mari che galleggiano su un nucleo radioattivo e fuso di metalli pesanti che irradia calore in ogni direzione. Anche senza i “soffioni” boraciferi, che furono iniziati ad essere trivellati alla metà dell’800, si disperdevano nell’atmosfera imponenti masse di vapori, non certo, senza conseguenze ambientali. Anche se lo spettacolo dei nostri modesti parchi naturali geotermici è affascinante,  non credo però che essi siano meno inquinanti di un “refrigerante” o della reiniezione nel sottosuolo profondo dei liquidi di condensa del vapore. Ma, in quest’ultimo caso, non ci sarebbero più  gli abitanti attuali, ma solo “visitatori” di musei e “parchi geotermici”, forse piccole aziende di spezie, viticoltori, qualche pastore, e tagliatore del bosco,  una rete di agriturismi…poeti e pittori.

mercoledì 13 marzo 2019




Gita alla Biblioteca del Tempo.

Lunedì 11 marzo ho accompagnato Doris e suo marito alla Biblioteca del Tempo. Naturalmente i libri sono di pietra e l’autore è Dio. La biblioteca s’apre sul versante di una montagna, una cava abbandonata, e i volumi, dopo miliardi di anni, sono ancora in ottimo stato. Le loro rilegature son  colorate di rosso ammonitico e di azzurro-cenere, e, talvolta, impreziosite  da piccole rotondità formate da antichi abitanti di mari profondi. E’ stato molto bello accompagnare  questa preziosa donna, la creatrice di una sua personale Biblioteca di Pietra, suo marito, il cane Tullio, insieme a mia moglie. Ci vado due o tre volte ogni anno, lassù, ad ammirare la Biblioteca. Mi da’ energia. Ed energia mi da’ anche il regalo che m’ha fatto Doris, un volume che già avevo apprezzato in una sua Mostra di Libri, mentre  accarezzavo la sua copertina ella mi disse che facendo in quel modo il Libro m’avrebbe conosciuto. Non osai chiederlo, né qual prezzo aveva…ma lo desideravo. Ed ora è finalmente mio, qui, accanto a me!  Grazie gentile amica!




venerdì 8 marzo 2019







8 Marzo

Grazie donna tu mi hai dato la vita,
la speranza la gioia il calore il sorriso.
Grazie donna tu mi hai dato l’amore:
donna madre sposa figlia amica.

Mimose oggi fremono nel vento
e freme anche il mio cuore accanto a te,
questo cuore sempre pronto alla lotta
donna, è accoccolato sul tuo grembo.

Donna, tutto ancora io non so’, né
credo vorrò mai sapere ed essere uguale,
ma compagno nel bene e nel male
soltanto desidero.

Lungo ancora è il cammino
e allettanti le ombrose radure,
il fresco dei fossi, le trasparenti
insenature pronte all’approdo.

E incerto è il pensiero,
inquieto e ammaliato dal canto
di languide irreali sirene:
talvolta esso fugge
per nascondere il pianto!

Grazie donna per l’amore mutevole
che ogni giorno accetti e rinnovi,
mentre passano gli anni
esso cresce senza tristezze.

Grazie memoria bandiera mimosa
grazie mani carezze parole
grazie compagna sorella amante
grazie, donna, dolcissima e ribelle.



F.G.L

mercoledì 6 marzo 2019
















AREA EX INCUBATORE – EX FATTORIA DEL CANALE A CASTELNUOVO V.C.

Mi sono prefissato di fornire una parziale informativa (anche attraverso immagini) di alcune situazioni di evidente degrado del territorio del nostro Comune ai nuovi Amministratori che si insedieranno dal prossimo mese di giugno. Dico “nuovi”, perché ci saranno le elezioni a maggio. Ma non è detto che non restino i “vecchi”, cioè il Sindaco già in carica nei precedenti 2 mandati e qualche suo assessore e consigliere. La mia sequenza fotografica parla da sola: il degrado dell’area ex Incubatore è palpabile, ma vi sono in essa anche alcuni potenziali “pericoli”. Ad esempio un pozzino semipieno di acqua (?) o altro liquido; un deposito di tubi al neon, apparentemente seminuovi dentro un automezzo sfasciato. In più a rischio di crolli e incendi, serpenti ecc. ecc.  C’è anche un ingresso abusivo con l’abbattimento della rete di recinzione dell’area Campi da Tennis.


martedì 5 marzo 2019













MUSEO DELLA GEOTERMIA A LARDERELLO.

Il 1 marzo 2019, dopo alcuni lavori, è di nuovo aperto il MUSEO DELLA GEOTERMIA di Piazza Leopolda a Larderello. Ingresso al Museo gratis, visita guidata all’apertura del pozzo geotermico e visita alle manifestazioni naturali di Sasso Pisano e Monterotondo Marittimo, con equo  pagamento su prenotazione. Il MUSEO è affascinante. Lo dico io, che ci vado ripetutamente, scoprendo sempre qualche importante dettaglio. Il giorno 2 marzo ho scattato alcune foto che ripropongo come una carrellata virtuale, privilegiando, in questo caso, le “lapidi celebrative” della storia “geotermica”. Altre lapidi sono all’interno della Chiesa dello Stabilimento, alle basi delle colonne erette in Piazza Leopolda e sull’esterno del Palazzo De Larderel, angolo lato destro. Quest’ultima è importante perché fissa la posa della prima pietra della futura industria dell’Acido Borico da parte della Ditta Larderel e Co. all’8 maggio 1818.  Naturalmente, come avviene sempre nella Storia, sono i “vincitori” ad essere “celebrati” e, senza dubbio, Francesco Larderel, poi nominato Conte di Montecerboli  aggiungendo il “De” al suo cognome, fu un vincitore, emergendo tra i pionieri e realizzando un’Impresa unica al mondo che fu gestita dai suoi due discendenti e, all’esaurimento della discendenza maschile, dal marito di Adriana De Larderel, il Principe Piero Ginori Conti, che ne assicurò l’espansione e l’avvio di nuove  forme di sfruttamento dell’energia geotermica, non solo nel ramo chimico, ma in quello della produzione di energia elettrica. Questa industria, unica al mondo, ebbe vita fino al 1939. Dopo la morte del Principe Piero Ginori Conti (3 dicembre 1939),  l’Azienda passò in proprietà alle Ferrovie dello Stato (con il 70% delle azioni), con la partecipazione dell’Istituto Immobiliare Italiano e per una piccola quota azionaria agli eredi dei Ginori Conti. Tuttavia non deve essere dimenticato che fin dal 1812, Paolo Mascagni e Gaetano Fossi iniziano la produzione del borace ai “lagoni” di Monterotondo Marittimo, cioè ben sei anni prima del Larderel e che i veri pionieri dello sfruttamento dei “lagoni boraciferi” sono stati, tra il 1777 ed il 1779,  Uberto Hoefer e Paolo Mascagni. Tra l’altro il grande scienziato illuminista, anatomista, fisico e chimico, Paolo Mascagni, di madre pomarancina, nacque a Pomarance nel 1755 e compì importanti osservazioni sui “lagoni” di Castelnuovo di Val di Cecina. La via del Borgo di Castelnuovo, che si diparte dalla Porta Fiorentina, lungo la quale fu la casa del Podestà e probabilmente la sede del soggiorno dello scienziato, porta ancora una targa antica che a mio avviso, andrebbe accompagnata da un’altra, specificando il nome per intero (PAOLO), data di nascita e di morte, e non la sola iniziale (P), la quale si confonde facilmente con l’iniziale del nome del musicista Pietro Mascagni, l’autore della “Cavalleria Rusticana”, anch’esso ospite a Castelnuovo negli anni ’30 del Novecento!