martedì 4 febbraio 2014



La sonda

la dedico a tutti i sondisti di Larderello 
"il grandioso Reparto" della mia gioventù

Sulla dolce collina dove ragazzo battevo la coccola,
oltre le arcate del ponte e rade vigne depredate
dai frosoni, al Montalbano cinto da pietre
segnate dal fuoco di antichi nemici,
un derrik di luce schiara le radure notturne
e le paure ancestrali di uomini lupo, terribili fiere.

Al tepore del capanno quasi Dei mi stringono,
amici nel flusso dei ricordi,  della sorte,
delle lotte, degli amori, e, ahimè,
della tragica e violenta morte.

Dove sono gli azzurri eroi?
E il cucciolo bastardo della sonda
allegra sentinella? Lalle, Paolo, Zola,
Bachino, Maso, Libertario, Armido, Oris,
Pasquino…?
Il lavoro come un poema
di aste e scalpelli, preventer, bentonite,
vibrovaglio e terra,
chiavi rotary, argano, cunei e maglio;
il castello altissimo scalare come una montagna,
quasi un gioco, e mai taceva
del rock bit il rombo possente,
che macinava la roccia d’ere lontane,
il quarzo, la silice, il granito, la pirite…

Il drillometro regolava la vita, laggiù,
nel profondo,
al confine del tempo primordiale,
mentre vivide stelle vegliavano fredde
sui destini dei popoli e l’ordito del mondo,
sempre in bilico tra la pace e la guerra,
il bene e il male.

Magica notte! Magica luce boreale al
Palazzaccio! E ingenuo cuor che palpiti
di nostalgia per un’amante tradita

nel fuggir rapido del tempo e della vita!

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