domenica 10 dicembre 2017







Il torrente Pavone, che scorre nella stretta valle ai piedi del Borgo, è stato il mitico luogo della mia giovinezza, e laggiù son sempre ritornato, come a voler ritrovare il mio tempo perduto. Le sue acque limpide e fresche, le sue aridità, le vetrici e i rosolacci, le bisce, anguille e lasche, e le piccole anse sabbiose, mi hanno in ogni attirato in ogni stagione, come se proprio su quelle rocce, nei mulinelli delle correntine, nel tremor dei salici, potessi ritrovare ispirazione e rivivere ricordi. Faccio qualche fotografia, e cerco nel Canzoniere vecchie poesie, che ancora riescono a intenerirmi.  


Il Pavone

Limpide acque lambivano le foglie
come l’amore gli occhi di una donna,
ma l’estate ha prosciugato
la sorgente e pure i rospi
hanno scavato tane
per potersi salvar
con prole e moglie.

Fontaine Vacluse, un’altra cosa;
nei perenni e spumeggianti gorghi
Laura sciogliea le belle forme
nella stagione dei sogni
e dell’amore, ma
- com’è strana la vita,
bizzarra la sorte -
mai vestì il velo da sposa
ruzzando col suo Francesco
sul morbido letto
fino alla morte.

Ed io e te, felici, sul greto
asciutto, ci accarezziamo
senza paura, a lungo,
e poi ceniamo

con birra e prosciutto!

Nessun commento:

Posta un commento