lunedì 6 novembre 2017





PIOVE!

Finalmente la pioggia, lo scuro, i ritmi lenti…e se dicessi che dopo due ore mi è già venuta a noia? Ma da che ho un occhio di cristalli al silicone, e vedo la luce ed i colori come non ricordavo più da diversi anni, e questa “nuova luce” mi ferisce, diciamo pure che il grigio autunnale mi fa star bene! Non ho da fare molto e così scartabello le vecchie carte, appunti, poesie scartate, vecchie fotografie, lettere…facendo, se possibile, uno “spoglio”, riordinando il salvato. In questo post metto una foto  di una piccola litografia di Renato Guttuso (1911-1987), mm.500x700, tirata tra il dicembre 1981 ed il marzo 1982 insieme ad altre quattro in 125 esemplari. E’ ritornata a galla dunque per caso. Ho sempre amato Guttuso ed il suo verismo, le sue grandi opere sociali che sono esposte al Museo d’Arte Moderna di Roma,  anche perché di lui me ne parlava sempre mio suocero, praticamente un suo coetaneo (1913-2002), che durante il servizio militare era il suo “attendente” sia a Trapani che in Lombardia, e soprattutto a Milano dove aveva lo studio di pittura.  In questo studio Guttuso si incontrava con i suoi amici artisti (Manzù, Birolli, De Grada, Persico, Banfi…), progettavano, creavano e soprattutto potevano manifestare il loro dissenso dal fascismo. Guttuso si iscrisse al PCI nel 1940, partecipò alla Resistenza e alla Liberazione disegnò il simbolo del PCI e la prima tessera di quel partito. Mio suocero si ricordava i nomi di tutti ed era con loro in confidenza e fidatissimo, date le sue origini materne di anarchici toscani. Mi raccontava anche  che essendo di poca cultura (aveva fatto all’epoca soltanto la terza elementare), sfortunatamente non aveva conservato nulla di quelle carte, di quelle tele e abbozzi, che Renato e gli altri gli ordinavano di strappare e gettare nell’immondizia! Negli anni ’60 Guttuso gli scrisse una lettera e gli inviò una sua fotografia! Ormai Guttuso era un artista di fama internazionale e così abbiamo acquistato due o tre litografie/incisioni, a grande tiratura. Per suo ricordo. Amo questa piccola litografia, opera senile di una fase intimista, ma dalla quale traspare un ancora forte amore per la vita. A volte, frugare nelle vecchie carte, reca dolore, non dovremmo serbare niente, ma, altre volte ecco riaccendersi la memorie e il sogno.

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