venerdì 10 novembre 2017





PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 46.


63. Lettera agli iscritti  (3 gennaio 1978) 

Caro/a compagno/a, nel rimetterti la tessera della Fnle-Cgil per il 1978, insieme agli Auguri per un più sereno anno nuovo, cogliamo l’occasione per alcune brevi considerazioni sulla situazione che stiamo vivendo, nel Paese e nella Zona. E’ indubbio che siamo di fronte alla più grave crisi che abbia colpito l’Italia dalla Liberazione ad oggi, e che i lavoratori stanno pagando gli errori e le malefatte di una classe dirigente asservita a gretti interessi di parte, ma la crisi non è irreversibile: da essa si può uscire con un cambiamento profondo negli indirizzi politici che veda in primo luogo affermata la volontà delle classi lavoratrici e delle loro organizzazioni alla gestione dello stato ed alla sua trasformazione in una società partecipata in tutte le sue strutture.

Non sarà un compito facile. Il modello consumistico, egoistico, basato sullo spreco e sulla sopraffazione sociale, ha inciso anche sugli strati popolari. Pesano le divisioni esistenti all’interno della classe operaia e ai conflitti tra i settori produttivi e quelli del terziario e del pubblico impiego, dovuti ad una politica basata sulla clientela come strumento di consenso. Il compito del rinnovamento dell’Italia è comunque un compito grandioso che la parte più cosciente del proletariato vuol portare avanti.
Ci attendono pertanto lotte dure, che richiederanno tenacia e una visione politica sempre più ampia, che dovremo saper portare avanti nel modo più unitario possibile, facendo uno sforzo per conquistare alla nostra linea il più grande numero di lavoratori. L’unità paga: ha dato positivi risultati nel passato e ancor di più ci consentirà di fronteggiare la grave situazione del presente e del futuro. La Fnle-Cgil, a tutti i livelli, vive di questa forte tensione unitaria e si impegna per superare le divisioni che altri, spesso artificiosamente, introducono nel mondo del lavoro.

Anche nella nostra Zona e nella nostra Fabbrica (in verità assai complesse, per i tanti elementi ereditati dal passato: scontri, divisioni, clientelismo, privilegio), stiamo operando con questo spirito unitario per risolvere le questioni fondamentali: sviluppo produttivo, sviluppo occupazionale, sviluppo sociale. Stiamo anche operando, con rinnovato impegno, per risolvere i problemi interni alla nostra Fabbrica, per una migliore organizzazione del lavoro, per la difesa della salute, l’elevamento della professionalità e per ridare ad ogni lavoratore il gusto, la passione per il proprio lavoro.
Anche queste non saranno cose facili. E non si potranno risolvere soltanto con una enunciazione, né all’interno ristretto del nostro gruppo dirigente. Occorre la più ampia partecipazione dei lavoratori: nel Consiglio Unitario dei Delegati, intorno alle organizzazioni Sindacali, ai compagni attivisti e dentro i Reparti, negli Uffici, sui Cantieri.

Occorrerà dare credibilità alle vertenze aperte per la parte elettrica, perforazione e officine e a quelle degli altri reparti di Larderello, sostenendo le azioni di lotta delle Organizzazioni sindacali. Partecipare di più alla vita interna del sindacato è vivere più intensamente la propria vita e contribuire alla espansione della democrazia, nello stesso tempo è fondamentale per la risoluzione dei problemi.

Ci siamo sforzati di migliorare costantemente i rapporti interni ed esterni alla nostra Organizzazione. Siamo cresciuti in numero di iscritti e anche, ci pare, in maturità politica e capacità di affrontare i problemi. Ma potremmo fare di più se tutti i compagni ci saranno vicini. Anche noi vogliamo stare più vicini ai compagni e ai lavoratori, sollecitiamo quindi non la partecipazione acritica, ma l’intervento stimolante, la riflessione, la critica fraterna. Richiediamo uno sforzo di collaborazione a quell’importante strumento che è il nostro “giornalino”, e soprattutto uno sforzo per attivizzare i giovani, perché le loro idee non si emarginino e non si inaridiscano. Forse è proprio dei compagni giovani che dovremo ricercare la più ampia partecipazione. Siamo in una Fabbrica rinnovata nel personale per l’impegno del sindacato: è giusto quindi che i giovani, appena entrati, ricerchino il sindacato come strumento che non solo difende i loro interessi immediati, ma che li aggrega a tutta la realtà della Fabbrica.

Vogliamo inoltre ricordare, a conclusione di questa breve lettera, che il nostro sindacato è presente in Fabbrica tutti i giorni, per tutti i problemi e le necessità dei lavoratori e dei compagni. Non ci deve essere timore o remora per avvicinare qualsiasi compagno della Segreteria, del Comitato Direttivo o l’attivista. Certo, la Fnle-Cgil ha un comportamento serio, che rifiuta il compromesso e il flirt con la Direzione, ma crediamo che sia proprio per questo che tanti giovani entrano a farne parte. Ti inviamo pertanto i più fraterni auguri per un felice 1978 e per sempre maggiori successi dei lavoratori.


 64. L’improvvisa morte del compagno Naletto

         Olinto Naletto non è più tra noi. E’ morto il 20 gennaio 1978, alla fine di una “abituale” giornata di lavoro, per una fulminante trombosi cerebrale che lo ha colpito non appena varcata la soglia della sua abitazione. Lo avevamo incontrato nel primo mattino alla Camera del Lavoro di Pisa e scambiandoci le nostre impressioni sui problemi di Larderello, lo avevamo invitato a tenere la prossima assemblea generale sui problemi della linea del sindacato. Non ci aveva promesso niente, ma veniva sempre volentieri tra noi perché avevamo da tempo instaurato un cordiale rapporto di amicizia, ma problemi più gravi, come quello della Forest, lo tenevano impegnato sempre di più a Pisa.
         Ci aveva detto comunque di avvisarlo per tempo perché avrebbe fatto di tutto per rendersi disponibile. Quello stesso giorno aveva partecipato ad alcune riunioni e nel pomeriggio alla assemblea delle lavoratrici della FOREST nella fabbrica presidiata. Era passato poi dalla Cgil e prese alcune riviste politico-sindacali stava rientrando a casa per prepararsi ai nuovi impegni dell’indomani.
         Era un compagno serio e capace, aveva conosciuto personalmente le condizioni di miseria, la disoccupazione, l’incertezza del domani. Entrato giovanissimo nell’apparato della Cgil di Pisa vi aveva profuso tutte le sue migliori energie, sempre in prima linea nelle lotte, sempre a contatto con i lavoratori, con le classi più umili.
         Da qualche anno seguiva i problemi dell’energia e spesso era tra noi a Larderello, dimostrando le sue notevoli capacità nel comprendere questioni assai complesse e atipiche, come quelle della geotermia.  
         La sua scomparsa colpisce profondamente tutto il movimento operaio pisano e difficile sarà colmare il vuoto che ha lasciato.


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