PASSIONI,
SPERANZE, ILLUSIONI.
CAP. X
14.
Appello agli elettori di Castelnuovo di Valdicecina (aprile 1972)
Caro elettore, cara elettrice,
ormai
pochi giorni ci separano dalla data delle elezioni politiche. Una data
importante nella storia d’Italia perché sono possibili due indirizzi
fondamentali: se guadagneranno voti le destre e la democrazia cristiana tutte
le conquiste sociali e civili ottenute con dure lotte popolari, potranno essere
annullate e il nostro paese sarebbe inevitabilmente sospinto verso il fascismo,
vero il disordine, verso più precarie condizioni economiche; se invece
avanzeranno le forze della sinistra e principalmente il Partito comunista, sarà
possibile una svolta democratica, un governo capace di fare leggi a favore dei
lavoratori, dei pensionati, dei giovani, delle donne e di tutti i cittadini che
vivono del loro lavoro.
E dunque nell’interesse di tutto il popolo far
avanzare il Partito comunista con il voto del 7 maggio. I grossi speculatori, i
padroni delle grandi industrie e dei latifondi, i mafiosi e tutti coloro che
vivono nella ricchezza grazie al sudore e alle sofferenze del popolo, non
desiderano che i comunisti vadano al governo perché sanno bene che i loro
privilegi verrebbero ridimensionati. Essi diffondono dalla televisione e dalla
stampa le più assurde menzogne sulla politica dei comunisti cercando con ogni
mezzo di dividere i lavoratori e di mettere confusione nella testa della gente
semplice.
Alle donne cattoliche e a tutte le persone religiose
si fa spesso credere che lo scopo dei comunisti sia quello di distruggere la
religione, la famiglia, la Patria. Nulla di più assurdo! I comunisti rispettano
profondamente le idee religiose di tutti i cittadini, qualunque esse siano. I
comunisti si oppongono a determinate “scelte politiche” della Chiesa che
dovrebbe essere al servizio dei poveri, degli oppressi e degli assetati di giustizia
e invece è troppo spesso al servizio dei ricchi, dei tiranni e degli
speculatori. Milioni di cattolici in buona fede hanno sostenuto per tanti anni
la democrazia cristiana onestamente ritenendo di trovare in essa una forza che
difendesse i valori cristiani. Dopo venticinque anni di ininterrotto dominio
ognuno può vedere che cosa abbia a che fare la società italiana attuale con
quelle promesse e con quelle speranze.
I gerarchi fascisti furono coloro che si arricchirono
sulla miseria e sulla rovina del paese. I dirigenti democristiani sono
colpevoli di non aver contrapposto, alla vergogna e al malcostume fascista,
l’esempio di una moralità democratica nuova. Al contrario: essi si sono via via
confusi con le forze dello sfruttamento e del privilegio e su queste forze e
non sui valori cristiani in cui dicono di credere, hanno modellato i loro
costumi.
E’ per questo che noi diciamo ai cattolici, ancora
fino a ieri ingannati dalla Dc, di negare la fiducia a questo partito, in nome
dei loro medesimi ideali e speranze.
Quanto alla Patria e alla famiglia i nemici più
pericolosi sono ancora fascisti e democristiani, le forze cioè che hanno
governato l’Italia in questo secolo che ha visto oltre sette milioni di
emigranti recarsi in terre straniere a guadagnarsi il pane, che ha visto due
assurde guerre mondiali costate tragiche offerenze e milioni di morti, che ha
visto aggressioni a popoli innocenti, alle altre “patrie”, disoccupazione,
emigrazione interna dal meridione e dal centro del paese verso il Nord, abbandono
disastroso delle campagne.
Paesi interi sono rimasti con una popolazione di
vecchi, di donne e di bambini: le donne e i vecchi ne pagano il prezzo alto, il
sacrificio della lontananza forzata dal marito e una pensione di fame che nega
il diritto ad una vecchiaia meno angosciosa. Altro che divorzio! altro che dare
la colpa ai comunisti! Non è il divorzio, istituto presente in tutti i paesi
civili del mondo, ma sono le ingiustizie sociali che minano dunque l’unità
della famiglia.
Anche nella Valdicecina c’è una grave crisi. I posti
di lavoro diminuiscono quasi ogni giorno e i nostri giovani debbono andarsene a
lavorare in città lontane per poter vivere con dignità. Per tanti altri non
esistono nemmeno queste possibilità e allora debbono accontentarsi di rimanere
per essere sfruttati negli appalti o in occupazioni stagionali mal retribuite.
Quando si avvicinano le elezioni arrivano i telegrammi
di ministri e uomini politici che promettono sviluppo e occupazione: ma passata
la festa gabbato lo santo! la nostra miseria aumenta e la degradazione sociale
e ambientale ha raggiunto ormai un livello quasi insostenibile.
Questa situazione è l’amaro frutto delle scelte
economiche del Governo e della Democrazia cristiana e potrà migliorare soltanto
se il 7 maggio queste forze saranno sconfitte.
Oggi la Democrazia cristiana, come ha fatto altre volte nel passato, ricorre al
ricatto più vile promettendo ai lavoratori degli appalti l’assunzione all’Enel.
Ci potrebbe anche riuscire perché, in definitiva, il Governo è democristiano,
il presidente dell’Enel è un democristiano e democristiani sono i prefetti, i
sottosegretari, i consiglieri. Inoltre c’è da tener presente che questi
lavoratori hanno già vinto un difficile processo dove sono stati riconosciuti
pienamente i loro diritti.
Ma è umiliante ricattare gli uomini con la promessa di
un posto sicuro di lavoro. Il lavoro deve essere un diritto di ogni uomo e i
lavoratori degli appalti, che conoscono bene i veri ed antichi responsabili
della loro situazione, li condanneranno certamente con il voto.
I comunisti sono il partito dello sviluppo economico e
sociale, dell’unità dei lavoratori, della tolleranza religiosa, dell’indipendenza
nazionale e della pace. I comunisti vogliono una società più giusta, più umana,
dove non ci sia posto per la violenza ed il disordine, per le ricchezze di
pochi e le sofferenze di molti. Vogliono una società fondata sul lavoro,
sull’intelligenza, sulla concordia e sul rispetto.
Noi ti invitiamo ad essere protagonista della
costruzione di una società migliore. Ti invitiamo sinceramente a riflettere
sulle nostre parole, ad approfondirle e verificarle. Ti invitiamo il 7 maggio a
fare una scelta onesta e libera da ogni pregiudizio: a votare per il Partito
comunista italiano, alla Camera ed al Senato, Lista n. 1[1].
15. La Valdicecina vota comunista (29
aprile 1972)[2]
I
problemi della Valdicecina sono numerosi e gravi. Il flusso migratorio non
accenna a diminuire e ogni anno decine di famiglie, di giovani, sono costrette
a partire dal nostro Comune alla ricerca di una occupazione, sono costrette a
spezzare un rapporto antico di consuetudini, di amicizie, di legami umani e
sociali, spesso per affrontare un’esistenza dura ed anonima in grandi
agglomerati urbani e industriali.
Anche se non ci fossero altri elementi per giudicare
l’operato della Dc, dei socialdemocratici e delle altre forze che hanno
governato l’Italia in questi 25 anni, alla gente della Valdicecina basterebbe
giudicarli in base alla emigrazione, alla disoccupazione, alla discriminazione
per quel poco lavoro disponibile, al mancato sviluppo dell’Enel, dell’Eni e
della Salina di Stato.
Come una gigantesca pompa la Dc ha succhiato dalla Valdicecina
elettricità, prodotti chimici e minerari: una grande ricchezza nazionale, senza
restituire nulla. Promesse, solo promesse.
L’inganno della Dc è sempre stato quello di fingersi
amica dei lavoratori, dei poveri, per ottenere voti e potere da mettere poi al
servizio dei ricchi e dei padroni.
Abbiamo pagato “tutti” un prezzo assai alto per questo
inganno. Anche quelli che apparentemente si sentono coperti da un salario
sicuro, ma che vedono i figli, magari diplomati o laureati, costretti alla
lunga disoccupazione e poi all’emigrazione.
La condizione della Valdicecina, di questo “meridione
toscano”, è simile a quella di tante altre parti d’Italia e potrà migliorare
solo con riforme strutturali che modifichino il meccanismo dello sviluppo
capitalistico.
L’impegno dei comunisti è quello di garantire un
giusto equilibrio economico e sociale per tutti i cittadini, ovunque essi
vivano. E’ un impegno per la piena occupazione, per la valorizzazione dei
giovani, per garantire una pensione agli anziani che consenta loro una vita
dignitosa, per colmare le differenze salariali tra le varie categorie, per una
scuola non repressiva e democratica, per un ruolo propulsivo del settore
dell’agricoltura.
Siamo oggi di fronte alla possibilità di formaree un
Governo di “svolta democratica” del quale i comunisti potranno essere una
componente decisiva unitamente alle altre forze di sinistra, socialiste e
cattoliche.
Per questo occorre battere la Democrazia cristiana, i socialdemocrati
e il Msi, per questo il 7 maggio VOTA COMUNISTA. Fiducia nel Pci!
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