Intorno alla metà di
giugno 1944, nei piccoli borghi delle Colline Metallifere, il disfacimento
dell'organizzazione della RSI è ormai un fatto compiuto ed irreversibile.
Tuttavia, come ha dimostrato il rastrellamento degli uomini del villaggio
minerario di Niccioleta, incombe ancora la minaccia di azioni militari e di
rappresaglia delle forze armate tedesche, al cui seguito si sono accodati gli
elementi più violenti e sanguinari, ancor più esacerbati dalla disfatta, della
milizia fascista. Per tali motivi le popolazioni, in accordo con i CLN locali,
decisero di costituire delle "Guardie Armate" forti di decine di
elementi che, equipaggiate militarmente dalla XXIII bis Brigata Garibaldi
operante nel territorio montuoso delle Carline, stabilirono turni di
sorveglianza intorno ai rispettivi paesi. "Guardie Armate" (che
operarono anche in azioni di guerriglia partigiana), furono formate nei
villaggi di Montalcinello (con un servizio notturno di ronda), di Travale,
Montieri e Gerfalco e per tali azioni furono considerate emanazione della XXIII
bis Brigata e i suoi componenti registrati tra i partigiani combattenti ed i
patrioti, come gregari. Della Guardia Armata di Gerfalco fanno parte Gino
Baldi, Arduino Barlettai, Dino Salusti e Ido Salusti, i quattro partigiani
fucilati dai tedeschi a Castelnuovo di Val di Cecina il 26 giugno 1944, appena
tre giorni prima dall'arrivo dei soldati americani. Di fronte al Commissario
Prefettizio di Castelnuovo di Val di Cecina, Nello Fusi, che compila l'atto di
morte, il maresciallo dei carabinieri, Angelo Faleri, certifica ambiguamente
che son deceduti "per ferite di arma da fuoco per fatto di guerra".
Un semplice cippo marmoreo ed una targa ricordano l'eccidio:
Al calar della notte
del 26 giugno 1944
tre giorni innanzi
l'agognata liberazione dal
nazifascismo
per la quale avevano combattuto
furono qui fucilati
da soldati tedeschi in ritirata
i partigiani
della XXIII bis Brigata Garibaldi
"Guido Boscaglia"
originari di Gerfalco
nel Comune di Montieri
Gino Baldi di anni 41
Arduino Barlettai di anni 29
Dino Salusti di anni 23
Ido Salusti di anni 35
catturati a Gerfalco
in un'azione di rastrellamento
O viandante
non dimenticare gli umili eroi
che immolarono la loro gioventù
per ideali
di pace, giustizia e libertà!
A perenne memoria
il popolo di Castelnuovo V.C.
QMP
1.Gino Baldi
Nato a
Gerfalco nel Comune di Montieri il 26 settembre 1902 da Astolfo e Marianna
Banchi, coniugato con Liside Banchi, in virtù delle sue provette qualità di
musicante (bombardino) era stato assunto dalla Larderello S.A. come operaio.
Sfollato a Gerfalco in attesa del passaggio del fronte, il 1 marzo 1944 entra a
far parte della Guardia Armata insediata dal CLN locale sotto la guida di
Ottobri Ottobrino di Campiglia Marittima, ed operante, con un organico di oltre
50 uomini armati di moschetto e bombe a mano, a sostegno dell'attività della
XXIII bis Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia" con il preciso scopo di
difendere il paese, le spose, le donne e i bambini da eventuali saccheggi e
rappresaglie tedesche. Gino è catturato insieme ad altri quattro compagni in
seguito all'ingenuità di una contadina che cade in un banale tranello messo in
atto da un numeroso plotone di soldati tedeschi in azione di rastrellamento,
poco dopo la metà di giugno 1944, e tradotto, con sosta sul piazzale della
fattoria di Fosini (ove è rilasciato un tal Mario Castagna, originario di
Castiglion della Pescaia perché trovato senz'armi), a Castelnuovo di Val di
Cecina. Rinchiuso, insieme a circa altri 150 rastrellati nel territorio
grossetano di Gerfalco, Montieri, Travale e Massa Marittima, nei locali del
Dopolavoro fascista (oggi Circolo ARCI). La sera del 25 giugno alle ore 21,30,
furono tutti e quattro fucilati in località La Valle poco lungi dalla strada rotabile statale
439 e i colpi d'arma da fuoco vennero chiaramente uditi dalla famiglia Ferri
che abitava nel podere omonimo. Appena tre giorni dopo, quelle che erano state
le potenti armate tedesche del generale Crisolly e del generale Hecker, la 20
Divisione Luftwaffe e la
III Divisione Panzer Grenadier, ripiegheranno verso il Nord e
verso l'inevitabile disfatta, ma non prima di lasciare dietro le spalle una
nazione devastata e un'amara scia di sangue, frutto del fanatismo e dell'odio.
Un anno dopo (25 giugno 1945) fu innalzato nel cimitero di Gerfalco un
monumento commemorativo con incisa l'epigrafe:
Ai quattro martiri
che nel giugno 1944
immolarono la vita
vittime della furia tedesca
questa Gerfalco
pone a perenne ardente ricordo
2.Arduino Barlettai
Nato a
Gerfalco, nel Comune di Montieri, il 18 luglio 1904 da Giuseppe ed Erminia
Corsi, residente a Gerfalco, bracciante, sposato con Ilia Milani. Divenuto
collaboratore della XXIII bis Brigata Garibaldi il 1 aprile 1944, faceva parte
della Guardia Armata come gregario. L'amministrazione comunale di Montieri (GR)
gli ha intitolato una strada nel borgo natio.
3.Dino Salusti
Nato a
Gerfalco, nel Comune di Montieri, il 28 settembre 1910 da Angiolino e Giulia
Vagheggini, detta Gosta, minatore, residente a Gerfalco. Si era sposato il 4
maggio 1944 con Celsina Azzini. Per celebrare il matrimonio Celsina aveva
atteso il ritorno del fratello che, arruolato nella RSI, era fuggito da Firenze
rientrando finalmente a casa. Dino e la giovane moglie, dopo essersi nascosti
per qualche giorno in campagna nel podere Macchia a Schizzi, erano tornati ad
abitare in paese insieme ai genitori di Celsina. Dino si era iscritto il 1
marzo 1944 alla Guardia Armata costituita dal CLN, e come molti altri
gerfalchini iniziò a collaborare attivamente facendo i suoi turni di
sorveglianza armata, come gregario. Dopo la morte, a suo nome fu intitolata la
sezione del Partito Comunista Italiano di Gerfalco. Il cognato di Dino, Amerigo
Azzini, che ha vissuto direttamente quei drammatici giorni, ricorda vivamente
alcuni particolari:
...alla
mia sorella non gli hanno riconosciuto la pensione di vedova perché erano
sposati da meno di due mesi. Ebbe invece la misera pensione di guerra, perché
fu riconosciuto partigiano. Dino non era iscritto né al fascio né al partito
comunista, ma la famiglia era antifascista, e lo sapevano tutti in paese. Dopo
la fucilazione furono lasciati in quel campo. I partigiani vennero ad avvisare
le famiglie e si pianse tanto! In quattro o cinque s'andò lassù, il paese di
Castelnuovo era pieno di polvere, di soldati, di carri armati, e di cavalli, da
qualche giorno erano arrivati gli americani. I corpi dei partigiani vennero
bruciati sul posto: vicino alle ceneri c'erano ancora il portafoglio, le chiavi
di casa, qualche panno e un paio di pantaloni bruciacchiati. Il giorno ci si
fermò a mangiare dal fattore Umberto Volpi, la sua moglie, una brava donna, ci
conosceva perché originaria di Gerfalco. Ai parenti furono ridate quattro
cassettine di ceneri che furono sepolte
nel cimitero di Gerfalco, dov'è il monumento: mia sorella non si è mai
risposata, ebbe un modesto impiego come commessa nella cooperativa di Gerfalco
ed è morta un anno fa, qui, a Massa Marittima. La disgrazia l'aveva segnata
profondamente per tutta la vita.
Io
canto per riempire l'attesa:
annodarmi
la cuffia,
richiudere
la porta di casa,
e
non altro ho da fare,
finché
risuoni vicino il suo passo,
e
insieme camminiamo verso il giorno,
l'uno
all'altra narrando di come cantammo
per
scacciare la tenebra.
4.Ido Salusti
Nato a
Gerfalco, nel Comune di Montieri, il 27 novembre 1908 da Alceste e Consilia
Baldi, manovale minatore, residente a Gerfalco, coniugato con Anselmina
Caselli. Era entrato a far parte dei collaboratori della XXIII bis Brigata
Garibaldi, il 1 aprile 1944, quale gregario della Guardia Armata del suo paese.
Lasciò la moglie e due figli piccolissimi che furono allevati con amore, a
costo di immensa fatica, da Anselmina. Infatti, ogni giorno ella si alzava alle
ore quattro, per andare alle Lame e prendere due bombole di latte che
distribuiva alle famiglie di Gerfalco. Coi proventi del latte e con la
pensioncina di guerra tirò avanti, ma alla prematura morte della figlia anche
il suo cuore, tanto duramente provato, si spezzò per sempre:
…il
vento passa sulle tombe,
la
libertà ritornerà.
Ci
si dimenticherà di noi
e
rientreremo nell’ombra.
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