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Ricordiamo la Resistenza.
Dalle memorie di Mauro Tanzini, partigiano combattente della 3^ Brigata Garibaldi Banda Camicia Rossa, riportiamo il brano che ricorda la "Battaglia di Monterotondo Marittimo (Gr), del 10 giugno 1944, nella quale caddero 5 partigiani e un imprecisato numero di soldati tedeschi. Tra i 5 partigiani si trovava il vice comandante della Brigata, tenente Alfredo Gallistro, medaglia d'argento al valor militare, il quale fu l'ultimo partigiano a ritirarsi, salvando così la vita a molti compagni. Gallistru, ferito mortalmente esalò l'ultimo respiro nella notte del 10 giugno.La documentazione più completa sul tenente Gallistru si trova sul volume "Ora son fiore, ombra, albero, vento..." a cura di Carlo Groppi. al quale si può richiedere copia gratuita delle poche ancora disponibili.
La battaglia di Monterotondo M.mo
"Giugno 1944 - Verso le ore 23, sessanta partigiani
della 3a Brigata Garibaldi "Camicia Rossa", al comando del Maggiore
Mario Chirici e del Tenente Alfredo Gallistru entrammo nel paese di
Monterotondo, accolti da un indescrivibile entusiasmo della popolazione.
La nostra visita era stata concertata, direi
sollecitata, dai componenti il C.L.N. locale. Il motivo era quello di
distribuire alla popolazione e ai numerosi sfollati piombinesi, generi
alimentari presenti nell'ammasso: olio d'oliva e grano, che in varie occasioni
erano stati oggetto di rapina da parte dei nazifascisti. Questo ci avrebbe
anche consentito di esternare la nostra simpatia e gratitudine verso questa
magnifica popolazione che tanto aveva già fatto per sostenere il movimento
partigiano.
Nel corso della nostra marcia verso Monterotondo,
nelle adiacenze del podere Caglio si presentarono due ragazzi emiliani. Ci
dissero che erano militari fuggiti da Siena. Giunti a Monterotondo incontrarono
un certo Coppino (Paolo Pasquinelli) al quale espressero il desiderio di unirsi
ai partigiani.
Coppino evidentemente gli aveva indicato la zona del
Caglio.
Si conobbero solo i loro nomi: Ercole e Gino.
La mattina del 10 vi fu uno scontro a fuoco, fuori dal
paese, con un reparto tedesco in transito sulla statale della Val di Cornia. La
battaglia durò alcune ore, si svolse sempre fuori dal paese; tanto che alla
popolazione gli fu possibile mettersi in salvo.
Nello scontro, oltre a numerosi soldati tedeschi,
caddero in combattimento quattro partigiani e il Ten. Alfredo Gallistru rimase
ferito mortalmente; nella notte esalerà l'ultimo respiro.
I partigiani caduti si chiamavano: Marino Casalini di
Piombino, Mario Cheli di Monterotondo M.mo, Ercole e Gino, emiliani.
Il Tenente Alfredo Gallistru, nato a Ruinas/CA, il 16
febbraio 1922. Sottotenente in S.p.E. in forza all'84° Reg. Fanteria
"Venezia".
I tedeschi, cessata la battaglia entrarono in
Monterotondo.
E' vero che presero alcuni ostaggi, uno dei quali era
Giovanni Benucci (poi diventerà mio cognato), erano già schierati per essere
fucilati, ma sopraggiunto un Ufficiale tedesco liberò tutti. Giovanni Benucci
mi rese testimonianza dicendomi che l'Ufficiale aveva detto: "Questi non
sono partigiani... non hanno la camicia rossa". Infatti noi partigiani, in
quella circostanza indossavamo tutti la camicia rossa. Ad alcuni, come me, gli
fu donata dalle donne di Monterotondo.
La testimonianza del Benucci è verissima, tanto che il
paese di Monterotondo non subì alcun danno e non vi fu nessuna rappresaglia
verso questa popolazione.
I tedeschi in questa circostanza si comportarono da
veri soldati.
Per conoscere le generalità dei due emiliani ci
vollero anni.
Ciò è dimostrato dal ruolino della Brigata compilato
dal Maggiore Mario Chirici, in cui si citano soltanto i nomi.
Essi erano:
Borsari Gino, di Alfredo e della
Zavatti Ernesta, nato a San Felice sul Panaro il 17 luglio 1924;
Ferrari Ercole, di Bruno e della
Zanni Candida, nato a Sassuolo il 5 marzo 1925.
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