sabato 10 giugno 2017

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Ricordiamo la Resistenza.

Dalle memorie di Mauro Tanzini, partigiano combattente della 3^ Brigata Garibaldi Banda Camicia Rossa, riportiamo il brano che ricorda la "Battaglia di Monterotondo Marittimo (Gr), del 10 giugno 1944, nella quale caddero 5 partigiani e un imprecisato numero di soldati tedeschi. Tra i 5 partigiani si trovava il vice comandante della Brigata, tenente Alfredo Gallistro, medaglia d'argento al valor militare, il quale fu l'ultimo partigiano a ritirarsi, salvando così la vita a molti compagni. Gallistru, ferito mortalmente esalò l'ultimo respiro nella notte del 10 giugno.La documentazione più completa sul tenente Gallistru si trova sul volume "Ora son fiore, ombra, albero, vento..." a cura di Carlo Groppi. al quale si può richiedere copia gratuita delle poche ancora disponibili.

La battaglia di Monterotondo M.mo

"Giugno 1944 - Verso le ore 23, sessanta partigiani della 3a Brigata Garibaldi "Camicia Rossa", al comando del Maggiore Mario Chirici e del Tenente Alfredo Gallistru entrammo nel paese di Monterotondo, accolti da un indescrivibile entusiasmo della popolazione.
La nostra visita era stata concertata, direi sollecitata, dai componenti il C.L.N. locale. Il motivo era quello di distribuire alla popolazione e ai numerosi sfollati piombinesi, generi alimentari presenti nell'ammasso: olio d'oliva e grano, che in varie occasioni erano stati oggetto di rapina da parte dei nazifascisti. Questo ci avrebbe anche consentito di esternare la nostra simpatia e gratitudine verso questa magnifica popolazione che tanto aveva già fatto per sostenere il movimento partigiano.
Nel corso della nostra marcia verso Monterotondo, nelle adiacenze del podere Caglio si presentarono due ragazzi emiliani. Ci dissero che erano militari fuggiti da Siena. Giunti a Monterotondo incontrarono un certo Coppino (Paolo Pasquinelli) al quale espressero il desiderio di unirsi ai partigiani.
Coppino evidentemente gli aveva indicato la zona del Caglio.
Si conobbero solo i loro nomi: Ercole e Gino.
La mattina del 10 vi fu uno scontro a fuoco, fuori dal paese, con un reparto tedesco in transito sulla statale della Val di Cornia. La battaglia durò alcune ore, si svolse sempre fuori dal paese; tanto che alla popolazione gli fu possibile mettersi in salvo.
Nello scontro, oltre a numerosi soldati tedeschi, caddero in combattimento quattro partigiani e il Ten. Alfredo Gallistru rimase ferito mortalmente; nella notte esalerà l'ultimo respiro.
I partigiani caduti si chiamavano: Marino Casalini di Piombino, Mario Cheli di Monterotondo M.mo, Ercole e Gino, emiliani.
Il Tenente Alfredo Gallistru, nato a Ruinas/CA, il 16 febbraio 1922. Sottotenente in S.p.E. in forza all'84° Reg. Fanteria "Venezia".
I tedeschi, cessata la battaglia entrarono in Monterotondo.
E' vero che presero alcuni ostaggi, uno dei quali era Giovanni Benucci (poi diventerà mio cognato), erano già schierati per essere fucilati, ma sopraggiunto un Ufficiale tedesco liberò tutti. Giovanni Benucci mi rese testimonianza dicendomi che l'Ufficiale aveva detto: "Questi non sono partigiani... non hanno la camicia rossa". Infatti noi partigiani, in quella circostanza indossavamo tutti la camicia rossa. Ad alcuni, come me, gli fu donata dalle donne di Monterotondo.
La testimonianza del Benucci è verissima, tanto che il paese di Monterotondo non subì alcun danno e non vi fu nessuna rappresaglia verso questa popolazione.
I tedeschi in questa circostanza si comportarono da veri soldati.
Per conoscere le generalità dei due emiliani ci vollero anni.
Ciò è dimostrato dal ruolino della Brigata compilato dal Maggiore Mario Chirici, in cui si citano soltanto i nomi.

Essi erano:
Borsari Gino, di Alfredo e della Zavatti Ernesta, nato a San Felice sul Panaro il 17 luglio 1924;

Ferrari Ercole, di Bruno e della Zanni Candida, nato a Sassuolo il 5 marzo 1925.

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