lunedì 26 giugno 2017



PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 17.


27. Una risposta significativa alle strumentalizzazioni (23 febbraio 1984)[1]

Nonostante che la Direzione Aziendale dell’Enel-Larderello non fornisca più i dati sui risultati degli scioperi (questa volta le disposizioni sono state particolarmente severe), i dati che affluiscono direttamente dai Reparti per lo sciopero di 4 ore proclamato dal Consiglio Unitario dei Delegati, al quale ha aderito la sola Fnle-Cgil, sono attendibili e significativi:

Servizi Tecnici      operai  66%  impiegati  24%
Perforazioni          operai   53% impiegati  23%
Laboratori             operai   70% impiegati  40%
Gig (operai + impiegati delle Centrali)       40%

La percentuale totale degli scioperanti è, a quanto ci risulta, tra il 42 ed il 45%. L’ultimo sciopero unitario di due ore, proclamato dalla Flaei-Cisl/Uilsp-Uil/Fnle-Cgil il 14 gennaio 1983 per sostenere la piattaforma sindacale nella trattativa con il Governo, vide a Larderello i seguenti risultati: Ung: scioperanti 46%; Gig: scioperanti 44%. Si può dire quindi che questa volta, pur senza l’adesione della Flaei-Cisl e della Uilsp-Uil, il risultato si colloca agli stessi livelli!
E’ un risultato chiaro, di grande valore. Non sono i “quattro cretini” strumentalizzati dal Pci (o, peggio, disfattisti, massimalisti, criminali…) quelli che hanno scioperato. Sono centinaia di lavoratori, senza tessera sindacale, della Cgil ed anche della Cisl e della Uil. Essi ritengono profondamente sbagliati, sul piano economico e sul piano politico, i provvedimenti del Governo. Sono lavoratori che non accettano le divisioni e la paralisi del sindacato, non vogliono assistere inermi alla fine della democrazia, non vogliono che i loro problemi siano decisi tra quattro o cinque persone: vogliono contare, discutere, decidere, vogliono partecipare.
Che ci sia questa forza grande e combattiva, che essa si manifesti alla luce del sole nonostante i mille tentativi di disgregazione e intimidazione, è un bene per tutti. Per i problemi generali e per quelli della fabbrica che da tempo si evidenziano con preoccupazione (incapacità direzionali, sprechi, perdita di occupazione, appalti indiscriminati, straordinari, favoritismi…). Chi oggi lotta per questioni di giustizia sociale a fianco dei ceti più deboli e dei lavoratori meno protetti, domani lotterà in Fabbrica per il bene e l’interesse di tutti. E per farlo non chiederà il permesso né ai segretari di partito, dei Presidenti del Consiglio, né dei padroni o di qualche Dirigente locale.
Con questa “forza”, con questa classe operaia non vinta, di cui i comunisti sono una parte determinante , ma non isolata e settaria, c’è ancora speranza per migliori condizioni di vita nelle fabbriche e nella società. I lavoratori, anche molti di quelli che oggi non hanno scioperato,  lo sanno. Domani siamo certi che li avremo accanto a noi.

 28. Grande partecipazione allo sciopero generale provinciale (1 marzo 1984)[2]

In una giornata fredda e piovosa Pisa ha visto una delle più grandi manifestazioni operaie degli ultimi anni, in occasione dello sciopero generale provinciale indetto dai Consigli di Fabbrica (e al quale ha aderito la Cgil), per protestare contro il  Decreto Legge del Governo che taglia la scala mobile e per rilanciare, su basi nuove, la trattativa politica per bloccare l’inflazione e aumentare l’occupazione.
Anche a Larderello, nonostante la vicinanza del precedente sciopero, e quindi con un sacrificio innegabile che i lavoratori sono stati chiamati a compiere sul piano economico con 8 ore di mancata retribuzione, la percentuale di adesione complessiva tra operai ed impiegati dell’Enel è stata superiore al 40%.
Gli appelli a non scioperare della Cisl e della Uil, le prese di posizione dei compagni socialisti della Cgil (contrarie alle lotte di questi giorni) si sono ripetuti. Nonostante ciò il movimento di lotta ha tenuto, con risultati di pochissimo inferiori a quelli di analoghi scioperi fatti unitariamente. Segno questo che chi lotta oggi ha costituito l’ossatura fondamentale delle lotte unitarie del passato e che ben poca cosa è stato l’apporto degli altri.
Eppure, Cisl ed Uil hanno in Fabbrica una forza di iscritti superiore a quella della Cgil. Sarebbe davvero interessante poter assistere ad una lotta proclamata dalla sola Cisl o dalla sola Uil (con l’opposizione di una parte dei loro stessi iscritti) per vedere il risultato!
Ciò per far comprendere come sia assurda l’affermazione dei soliti “sapientoni” che stanno dicendo ai quattro venti che lo sciopero della Cgil è fallito! Ma, con loro grande dispiacere, non è così: i compagni ci segnalano con soddisfazione che nei reparti hanno fatto sciopero non soltanto i comunisti, ma iscritti alla Cisl ed alla Uil e lavoratori senza tessera di sindacato e di partito.
E’ da questa nuova unità di base, da queste lotte democratiche che nascerà il futuro sindacato unitario. Ne siamo convinti e lavoriamo per questo obiettivo. Contro ogni tentativo di settarismo, di rottura, di isolamento. Quindi respingiamo con forza gli attacchi strumentali, le deformazioni politiche, l’azione di criminalizzazione che viene fatta, da più parti, contro i nostri militanti. Si, lo diciamo con preoccupazione: serpeggia in fabbrica l’intolleranza contro i comunisti! Si va dalle posizioni becere di qualche Dirigente Enel e di qualche Capo reparto, al distacco dei volantini affissi nelle bacheche, alla sparizione di materiale di propaganda dai tavoli delle portinerie ai vari piani degli Uffici (dove, naturalmente, il materiale di altra provenienza invecchia pacificamente…) e alle intimidazioni.
Si incoraggia il crumiraggio e si sostituiscono i lavoratori in sciopero con “capi” e “capetti” (magari reclutati in Reparti diversi), come nel caso del Cantiere di perforazione VC/11, dove solo la fortuna ha evitato che una “squadra raffazzonata” combinasse l’ennesimo guaio!
Questi atteggiamenti non c’entrano minimamente con l’essere d’accordo o contrari con le posizioni di chi sciopera o con quelle di chi non sciopera. E’ solo un attacco ai lavoratori, a tutti i lavoratori. Da molte parti si vuole dare un colpo definitivo alla classe operaia per “spezzargli le reni” e si approfitta di questo momento di difficoltà e divisioni per attuarlo.
Questi episodi, lo sottoliniamo all’attenzione di tutti i sindacati e del Cud, vanno condannati e respinti. La battaglia sulle cifre, su quanto si guadagna o si perde, non deve far dimenticare l’insidia vera che grava sulle sorti del sindacato e della democrazia italiana. Non sono i 3 o più punti di contingenza che vogliono i padroni, ma la sconfitta del movimento di classe italiano, la sconfitta della prospettiva di una alternativa al sistema di potere attualmente esistente.
Per questo è importante riprendere con forza l’iniziativa unitaria ricercando la massima convergenza tra i sindacati sui temi della giustizia fiscale, dell’occupazione, del rilancio produttivo e degli investimenti, della democrazia sindacale, coinvolgendo operai e tecnici. E’ necessaria una iniziativa di massa che non sia fatta soltanto di scioperi, ma che veda confronti liberi e aperti tra le forze sociali, politiche, istituzionali. E che veda il pronunciamento dei lavoratori.
I comunisti invitano i lavoratori delle fabbriche dell’Alta Valdicecina a continuare la mobilitazione per assicurare una grande partecipazione alla

Manifestazione Nazionale del 24 marzo a Roma

nel pieno del dibattito parlamentare sui “decreti”, durante il quale il Pci sarà fortemente impegnato a farli decadere. Chi sostiene che con l’applicazione dei decreti del Governo i lavoratori ci guadagnano qualcosa, perché non è d’accordo che siano i lavoratori a discutere e decidere?



[1] gc., diffuso a nome Pci, Comitato politico Enel-Larderello.
[2] gc., Pci Comitato politico Enel-Larderello.

Nessun commento:

Posta un commento