Partigiano Enrico Filippi, ucciso il 19 marzo 1944 dai nazifascisti.
PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI.
CAP.
IX
12. Documento finale del X° Congresso
dei comunisti di Castelnuovo V.C. (20 gennaio 1972)
I Comunisti di Castelnuovo di Valdicecina, riuniti a
congresso nei giorni 8 e 9 gennaio 1972 con la partecipazione dei compagni
Nelli e Marianelli, hanno espresso la loro approvazione alla linea del Partito
e ai documenti preparatori il Congresso Nazionale, sottolineando l’urgenza che
l’Italia si adoperi attivamente per una politica estera di pace, al di fuori
dei patti militari, in modo da contribuire alla fine dell’aggressione americana
ai popoli indocinesi e per la convocazione della Conferenza europea per la
sicurezza, il disarmo e la pace nel Medio Oriente.
Dopo aver preso in esame la situazione politica
italiana, in questo momento di grave crisi, provocata dal tentativo di svolta a
destra attuato dai partiti di centro e dai gruppi di potere capitalistico,
nell’intento di ricacciare indietro le conquiste della classe operaia e delle
masse popolari, i comunisti di Castelnuovo, rilevando che la crisi e le scelte
del governo e dei monopoli in campo nazionale hanno una influenza diretta e negativa
sull’aggravarsi delle condizioni occupazionali, delle infrastrutture, della
vita civile e sociale e del patrimonio naturale del Comune e della Valdicecina,
indicano nella lotta per l’attuazione delle riforme di struttura e della
programmazione democratica a livello nazionale e regionale, nella mobilitazione
delle masse e nell’unità delle forze politiche e sindacali, la risposta
immediata e indispensabile che occorre dare.
In particolare, per quanto riguarda la Valdicecina,
constatato che nel solo Comune di Castelnuovo la popolazione è diminuita in
dieci anni di 2186 unità e che in media diminuiscono ogni anno circa 180
abitanti, con gravi ripercussioni in ogni settore della vita economica, sociale
e sull’assetto ambientale;
constatato che l’accentuarsi della degradazione e
dell’impoverimento è dovuto alla lenta smobilitazione dei settori industriali e
di quello agricolo, per le assurde scelte politiche e produttive dell’Enel,
Salina di Stato e del Governo;
i comunisti di Castelnuovo indicano alla discussione
dei cittadini e all’attenzione dei Partiti politici locali, Enti Pubblici e
Organizzazioni popolari, i seguenti punti:
a) accertato che, a differenza di quanto i dirigenti
locali e compartimentali e nazionali dell’Enel hanno tentato di dimostrare,
esistono notevoli prospettive nella ricerca del vapore e quindi nella sua
utilizzazione (vedi esplosione del sondaggio Travale 22, il più potente del
mondo, ritrovato in una zona dichiarata da tempo “liquidata”); che all’Enel,
per effetto delle Leggi sul pensionamento, andranno in pensione nel 1972 circa
350 lavoratori, e nel giro di 3 anni circa 780; che già gli attuali organici
sono insufficienti poichè si son fatte fare oltre 100.000 ore di straordinario
nel solo anno 1971, i comunisti ritengono che occorra una pronta mobilitazione
popolare affinché sia fatto immediatamente un Concorso nel Comprensorio per
l’assunzione di centinaia di lavoratori, senza nessuna discriminazione;
b) accertato che all’Eni si prosegue nel tentativo di
liquidare lo Stabilimento di Saline e ridimensionare quello di Larderello
attuando la quinta squadra senza effettuare alcuna assunzione, ma riducendo gli
addetti ai vari posti di lavoro con gravi pericoli per l’incolumità fisica dei
lavoratori ed attuando un regime di supersfruttamento, occorre mobilitarci
prontamente affinché il monopolio Solvay sia sconfitto e sia possibile avviare
lo sfruttamento razionale e totale delle risorse minerarie ed energetiche
esistenti a Saline, Larderello ed in altre zone, per lo sviluppo delle attività
chimiche con assunzione di nuova manodopera;
c) accertato lo stato disastroso di tutta l’agricoltura
della zona e la negativa posizione dell’Enel sul problema della cessione della
terra alla Cooperativa “Il progresso agricolo”, occorre non perdere altro tempo
e lottare per lo sviluppo della cooperazione agricola nel quadro della riforma
agraria generale, sollecitando nel contempo l’intervento della Regioni per
l’applicazione della nuova legge sulla montagna;
d) accertato inoltre che la drammatica situazione infrastrutturale
in cui versa la nostra zona crea, in più a quelli elencati, una serie di
decisivi problemi che incidono quotidianamente sulle precarie condizioni di vita di ogni ceto sociale
(viabilità, regolamentazione corsi d’acqua, consolidamento di terreni franosi,
scuole, sanità, case popolari), i comunisti di Castelnuovo e gli organi
direttivi della Sezione eletti dal Congresso si impegnano a mettersi subito al
lavoro affinché sia possibile favorire l’unità dei lavoratori, l’unità
operativa delle forze democratiche e antifasciste per la rinascita del nostro
Comune e della Valdicecina.
Per realizzare questi obiettivi i
comunisti ritengono necessaria e non prorogabile l’unità sindacale e la
collaborazione fattiva tra i diversi partiti politici. In questa prospettiva i
comunisti si impegneranno per realizzare un incontro nelle prossime settimane.
Considerata l’importanza decisiva dei futuri mesi per il destino della nostra
zona, tutti i cittadini devono però comprendere che se non ci sarà un movimento
permanente di agitazione, con scioperi generali e di categoria, manifestazioni
di popolo, interventi nelle più alte sedi politiche e statali, tutto rimarrà
sulla carta e la situazione precipiterà.
I comunisti rivolgono un appello ai
cittadini, ai giovani e alle donne, invitandoli a dare il loro contributo
attivo nella militanza rivoluzionaria. Il Pci è l’insostituibile difensore
della democrazia costituzionale, è il baluardo contro il fascismo e la
reazione, è il legittimo difensore degli sfruttati. Iscriversi e lottare nel Partito
comunista italiano è dare un significato profondo alla propria vita![1]
13. 25 Aprile. Liberazione dell’Italia
dalla dittatura fascista (25 aprile 1972)[2]
Gli inganni e le viltà della classe dirigente
fascista, dopo 20 anni di dittatura, precipitarono l’Italia in un abisso. La
tragedia italiana culminò infatti in una sanguinosa guerra civile. Brigate nere
e nazisti si abbandonarono ad ogni sorta di atrocità contro popolazioni inermi,
prigionieri, ostaggi. Il 14 giugno 1944 i nazi-fascisti compirono, sulla terra
di Castelnuovo, uno dei più gravi eccidi della Toscana, massacrando 77 minatori
della vicina miniera di Niccioleta ed altri 4 partigiani. Ma terrore e
rappresaglie non riuscirono ad aver ragione della Resistenza: il 25 Aprile
1945, prima che le truppe alleate vi giungessero, quasi tutte le città del Nord
furono liberate dai partigiani che calarono dalle montagne e dai cittadini che
insorsero, impedendo così ai tedeschi di attuare la completa distruzione
dell’apparato produttivo italiano.
Su tutti i fronti della guerra scatenata da Hitler e
Mussolini lasciarono la vita circa 25 milioni di soldati, di cui 6 milioni di
sovietici e 3 milioni e mezzo di tedeschi. La popolazione civile ebbe circa 24
milioni di vittime. Incalcolabili le perdite materiali, inesprimibili le
sofferenze umane. Per gli uomini di nome Hitler e Mussolini, per i partiti
nazista e fascista, per le sventure che inflissero all’umanità, non esiste
alcun termine di confronto in tutta la storia.Nessuno in Italia s’è battuto più dei
comunisti contro il fascismo, per la libertà:
4030 comunisti
condannati dal Tribunale Speciale a 23.000 anni di carcere;
356 caduti nella guerra di Spagna, 861 feriti;
42558 caduti nella Resistenza, 18416
feriti;
93 medaglie d’oro, 217 medaglie
d’argento.
Dobbiamo impedire fermamente che il fascismo, oggi
sotto le spoglie del Msi, rialzi la testa, dobbiamo spezzare la trama nera
della violenza, del delitto e del disordine, dobbiamo battere anche le forze
moderate e borghesi da cui il fascismo nacque e in cui ha prosperato nel
dopoguerra.
La Resistenza continua con i comunisti!
Alla Camera ed al Senato Vota Comunista!
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