Passioni, Speranze, Illusioni.
Parte VI^
6. Costituzione di un
Comitato Locale per la Pace e la libertà nel Vietnam
(23 novembre 1967)[1]
Caro amico,
una guerra crudele agita il mondo: è il Vietnam che muore!
Io dico: qua c’è la colpa, là c’è la ragione, per me è chiaro. Soffro per quei
bambini uccisi, mutilati (sono padre), per quegli uomini miseri schiacciati da
un aggressore potente, che non conoscono, a cui non hanno fatto nulla.
Se scrivo poesie d’amore, se troppo
a lungo mi trastullo con la mia bambina, mi sento in colpa. Mi sembra di
rubare, a coloro che soffrono e lottano nel mondo per l’affermazione di un
ideale di libertà e di giustizia, per il Socialismo, tempo prezioso, impegno e
aiuto fraterno.
Come un cancro maligno che colpendo un singolo organo a poco
a poco distrugge l’organismo intero, distolti da una stampa reazionaria, da
miti e mode qualunquistici, da una vita familiare chiusa e conformista, cadono
uno ad uno i nostri ideali. Inseguiamo allora il benessere che, se non
accomunato ad una più elevata coscienza politica e morale, porta l’uomo a
distaccarsi dai propri simili, porta all’uomo passivo. “L’uomo passivo” è il
pericolo che oggi corre il mondo. Sempre più cinico perché sicuro di se,
disimpegnato ideologicamente, strumento docile nelle mani dei persuasori
occulti, esso perde la fiducia nel proprio simile, si dissecca come un vecchio
albero ai venti marini: si possono immaginare i frutti che darà!
Il Vietnam muore! Passivi non
possiamo restare. Là si combattono oggi, in uno scontro frontale, due sistemi,
due concezioni di vita: l’imperialismo sa che è in gioco il suo destino, che
una sua sconfitta aprirebbe la via alla liberazione di popoli ancora oppressi
in Africa, Asia, America Latina. Per questo la sua ferocia, la sua potenza
distruttiva, si dispiegano totalmente raggiungendo limiti di criminalità quali
solo i nazisti seppero adottare in Europa. Non faccio adesso la storia
dell’aggressione Usa al Vietnam, mi mancano capacità e materiali, ma ricordo
che gli Usa possono aggredire, massacrare, reprimere i movimenti di Liberazione
Nazionale solo con l’appoggio dei loro amici ed alleati. Isolare gli Stati
Uniti d’America in questa folle corsa alla guerra è compito di ogni Governo, di
ogni cittadino amante della Pace. Perciò dobbiamo anche noi chiedere che
l’Italia (come ha fatto recentemente l’Olanda, paese membro della Nato),
condannando i bombardamenti americani,
dissoci le proprie responsabilità da quelle degli aggressori e non
offra, invece, le basi aeree del Veneto per il decollo dei bombardieri
impegnati nella distruzione totale del Vietnam!
Il “Comitato Nazionale per la Pace e
la Libertà nel Vietnam” è un organismo apartitico. Fondato da illustri
personalità del mondo dell’arte e della cultura (Levi, Manzù, Leporini, Binni,
Guttuso, Musatti, Moravia, Vittorini, Caruso,…), esso accoglie uomini di ogni
tendenza ideale ed appartenenza politica, impegnandoli individualmente.
Cattolici, comunisti, marxisti, aclisti e sacerdoti vi aderiscono. La riprova
della unitarietà è la “Marcia della Pace” che si snoda da Milano a Roma e che
accoglie frati francescani, sindacalisti, giovani (soprattutto giovani!) di
ogni credo politico e religioso.
Parlando ad Arezzo, durante una
tappa di questa marcia per il Vietnam, il gesuita don Barbieri ha detto: “non
date retta a quel cardinale americano che benedice i soldati che partono per il
Vietnam. Non si può benedire chi porta la guerra ai paesi che lottano per la
libertà. Dio è con i popoli dell’America Latina, con i popoli dell’Asia, con
quelli dell’Africa che ancora combattono regimi coloniali. Perché esistono
anche lotte giuste, le guerre giuste, contro chi opprime e massacra”.
Anche a Castelnuovo esiste
embrionalmente un “Comitato Locale”[2], di
cui faccio parte, che aderisce alle posizioni di quello nazionale; ma in questi
ultimi tempi questo Comitato si è disfatto ed io sono rimasto solo. Occorre
quindi ricreare il Comitato locale possibilmente con voi, giovani, che avete
purezza e slancio ideale per portare avanti l’opera di sensibilizzazione di una
opinione pubblica apatica e disinformata. So per esperienza diretta quanto
costi vincere la nostra pigrizia, paura e conformismo, quanto costi acquisire
una coscienza rivoluzionaria. Ma non c’è altra scelta. Poiché se noi stessi
siamo passivi e non protestiamo contro le quotidiane ingiustizie del mondo in
modo deciso, come possiamo avere la forza, la capacità di convincere gli altri?
Come possiamo sperare di trasformare il mondo?
Per formare il Comitato Locale per la Pace e la libertà nel
Vietnam vi invito alla riunione del 25 novembre 1967 (sabato) per le ore
20,30-21, nel salone della Casa del Popolo. In quella sede potremmo discutere
ed approfondire temi qui appena e malamente accennati e formare veramente un
Comitato capace di svolgere efficaci azioni nella Zona.
Conto sulla vostra partecipazione attiva e combattiva. Ho
preso questa iniziativa, tengo a precisarlo, a titolo personale. Spero in voi,
ho fiducia in voi e so che nei limiti del possibile non mi deluderete.
Evviva i combattenti del Fln del Sud Vietnam!
Evviva il glorioso popolo del Vietnam!
7. Il “Comitato per la pace e la libertà
nel Viet-Nam” di Castelnuovo di Valdicecina (25 novembre 1967)
La guerra nel Vietnam che da anni imperversa e di cui
non si vede la fine, suscita nella coscienza del mondo una condanna sempre più
aperta e decisa, nella quale convergono autorità sovranazionali, governi,
organi e movimenti d’ogni paese e un largo e crescente settore della opinione
pubblica americana.
In contrasto con queste voci della ragione la macchina
bellica degli Stati Uniti d’America continua ad applicare un programma di
scalata aggressiva intensificando i bombardamenti sul Nord Vietnam e
distruggendo indiscriminatamente vite e risorse nel Vietnam del Sud.
Le prese di posizione dei governi di tutto il mondo
possono servire a far mutare la nefasta linea politica dell’attuale governo
americano. Il governo italiano non può sottrarsi.
Preso atto di questa drammatica situazione e dello scioglimento
di un precedente “Comitato Locale”, alcuni giovani di Castelnuovo V.C. hanno
costituito un “Comitato Apartitico per la Pace e la Libertà nel Vietnam”,
aderendo alle posizioni dell’omonimo Comitato Nazionale, espresse nei seguenti
punti:
1 – Cessazione incondizionata dei bombardamenti.
2 – Riconoscimento del Fronte di Liberazione del Sud
Vietnam quale interlocutore a pieno titolo nelle trattative.
3 – Rispetto dei diritti del popolo vietnamita alla
libertà, all’indipendenza, all’unità, già consacrati negli accordi di Ginevra
del 1954.
Il Comitato Locale si propone di informare
sistematicamente la popolazione e sensibilizzare l’opinione pubblica della zona
attraverso: proiezione di documentari, conferenze e dibattiti, mostre,
volantini e allo stesso tempo di dar luogo ad altre iniziative anche su
indicazione del Comitato Nazionale quali: raccolta di plasma, di cassette
sanitarie, adesione e partecipazione a manifestazioni a carattere Regionale e
Nazionale.
Il Comitato invita i cittadini ad aderire all’iniziativa: il Vietnam non è
lontano da noi, è vicino a noi; i suoi problemi di pace e di libertà, che sono
problemi di vita e di morte, sono dentro la nostra stessa coscienza, sono
problemi nostri. Il nostro è un appello alla presenza: essere presenti è un
dovere in apparenza piccolo, ma grande nel significato e potente nei suoi
risultati. Il Comitato Locale è costituito da:
Alberto Antonelli, Alberto Batistoni, Carlo
Battaglini, Alberto Bianciardi, Lorenzo Borgianni, Giovanni Conti, Gabriele
Fillini, Gualfredo Fillini, Francesco Gherardini, Carlo Groppi, Adolfo
Innocenti, Rodolfo Marconcini, Mario Mezzetti, Lamberto Panicucci, Mauro Rossi,
Michele Rossi jr., Ermanno Serenari.
Il Comitato informa che ulteriori adesioni saranno
ricevute presso i suddetti membri o presso la Biblioteca Comunale “Edmondo De
Amicis” di Castelnuovo V.C.”
L’11 gennaio 1968 il Comitato Locale si trasforma in “Comitato
per la Pace e la Libertà nel Vietnam Alta Valdicecina”. Oltre ai membri
fondatori ne fanno parte: Giano Bilei, Andrea Pazzagli, Luigi Cerri, Grazia
Francini, Piero Pistoia, Vinicio Rossi, Ilvo Cerri, Guido Salvadori, Enzo
Fulceri, Giorgio Giobbi, Fulvio Baldini, Mauro Neri, Arsenio Barsotti,
Angiolina Fiornovelli, Enzo Vichi, Enzo Bartoli, Pierluigi Neri, Sergio
Pierattini, Leonfranco Becuzzi, Sergio Burchianti, Duilio Pettorali, Paola
Rotella, Gabriella Scarciglia, Francesca Nenci, Maria Lea Bruscoli, Lodovica
Volpi, Antonio Antonelli, Maurizio Frasconi, Giuliano Franchi, Ubaldo Rossi, Di
Sacco Adolfo, Gilberto Vento, Giovanni Balatri, Maresco Baldini, Umberto
Baldini, Pio Battaglini, Mario Benini, Patrizia Buonasperanza, Luigi Calvani,
Giuliano Cerboneschi, Giovanni Fillini, Gisfredo Fillini, Tullio Frasconi,
Claudio Giglioli, Renzo Guarguaglini, Alessandro Manghetti, Ivo Ottonieri,
Gianfranco Pineschi, Daniele Rasponi, Lunella Salvadori, Gualtiero Tani,
Giuliano Vescovi, Marisa Pasquinelli.[3]
[1] Lettera dts., f.ta gc,
23/11/1967.
[2] Il
“Comitato Locale” nacque per impulso della Sezione comunista di Castelnuovo, ma
successivamente ebbe vita autonoma e ad esso aderirono, in particolare per
l’azione svolta da Andrea Pazzagli e Piero Pistoia, persone di Castelnuovo,
Larderello, Montecerboli e Pomarance. L’elenco degli aderenti fu pubblicato in
un opuscolo stampato a Volterra. Per la diffusione di tale opuscolo entro lo
Stabilimento di Larderello fu denunciato e inquisito, con l’accusa di “stampa
non autorizzata” e “oltraggio ad una capo di stato straniero”, il signor Carlo
Groppi. Ampie furono le dimostrazioni popolari a favore dell’imputato che si
svolsero spontaneamente fin sotto alle finestre della Caserma dei carabinieri
durante l’interrogatorio, prima a Larderello e successivamente a Castelnuovo.
Infine il Pretore di Volterra assolse il Groppi, difeso dall’avvocato Renzo
Verdianelli, con formula piena in quanto “il fatto non costituisce reato”.
[3] L’elenco completo degli
aderenti al “Comitato” è pubblicato in “Vietnam, un popolo in lotta”, Uta,
Volterra, pp. 24, 1967.
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