venerdì 6 marzo 2020




MARIE CURIE.

Come sappiamo, e come documentano le fotografie dell’epoca, Marie Curie non amava i fotografi  e praticamente tutte le sue immagini sono in bianco e nero, austere, e un volto difficilmente ridente. Oggi, vedere il recente film “Marie Curie”, a colori e con la protagonista che mostra il suo lato appassionato  e dalla sessualità prorompente, desta una certa impressione, ma, d’altra parte, questo è quello che vuole il “Mercato”. Con 5 film e molti documentari,  centinaia di volumi sulla sua vita, la sua autobiografia, le lettere, i pareri di  Einstein e altri scienziati premi Nobel, con i resoconti giornalistici delle sue visite negli Stati Uniti, in Italia, Inghilterra, Svizzera ed  altre parti del mondo, credevamo di saper tutto di lei, o quasi.
E’ questo quasi che ogni tanto vien tirato fuori dal suo cappello, come alcune delle sue bollenti passioni amorose,  tuttavia non tutto. Ad esempio, sul piano scientifico,  poco è stato scritto dai biografi sulla sua venuta a Larderello, Castelnuovo, Pisa, Montecatini e Monterotondo Marittimo, e i suoi esperimenti sulla radioattività dei soffioni boraciferi e l’estrazione del radon dai medesimi. E poco sui  suoi interessi al “magnetismo” ed alle sedute “spiritiche”, e neppure la vicenda di Blanche e di Charcot.
Così, finalmente, è apparso un dipinto  di Alexej von Jawlensky, nella Mostra  recentemente allestita a Monaco di Baviera,  chiusa il 16 febbraio, sul modernismo Europeo del primo Novecento, attraverso due pittori russi, Alexej e Marianne. E’ un ritratto “a tinte forti” di Marie Curie, datato proprio negli anni “caldi” della grande scienziata, che ci è stato gentilmente segnalato da Doris.

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