mercoledì 4 marzo 2020


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"Le SS mi hanno ucciso due meravigliose nipotine, ma io ho salvato i bambini di tutta l'Europa. Non la trovate una splendida vendetta?"
Moriva il 3 marzo 1993 all'età di 87 anni Albert Bruce Sabin, il cui vero nome era Abraham Salperstein inventore del vaccino contro la poliomielite.
Era nato da una famiglia ebraica a Bialystok in Polonia, che all’inizio del secolo era sotto il dominio della Russia zarista. Furono anni molto duri, quelli trascorsi sui banchi delle elementari, in una terra drammaticamente percorsa da un dilagante antisemitismo. Aveva sei anni quando un compagno di scuola gli scagliò un sasso in faccia, perché ebreo, colpendolo all’occhio sinistro. “Un vero miracolo mi salvò dalla cecità assoluta”, raccontava, “perché dall’altro occhio, quello destro, non ci vedevo dalla nascita”.
L'antisemitismo crescente spinse spinse la famiglia Sabin a trasferirsi negli Stati Uniti quando Albert aveva quindici anni, ricominciando così una nuova vita.
Nel 1931 la città di New York fu afflitta da una epidemia di poliomielite senza precedenti. Settemila bambini paralizzati nel giro di due mesi: una paralisi progressiva, inarrestabile, che portava in molti casi alla morte.
Albert Sabin aveva all'epoca 25 anni quando come giovane ricercatore cominciò i suoi studi per individuare dove si annidava quel terribile virus, isolandolo, e cercare di trovare poi un vaccino.
Di ritorni negli Stati Uniti dopo aver combattuto in Europa contro i nazisti riprese le sue ricerche scientifiche.
Testò il suo vaccino su sè stesso e sulle sue due piccole figlie Amy e Deborah di 5 e 7 anni chiamate così in ricordo delle sue nipotine uccise dalle SS a Byalitok durante la Shoah.
Il suo vaccino, somministrato per via orale su una zolletta di zucchero salvò centinaia di milioni di bambini in tutto il mondo.
«Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto.
È il mio regalo a tutti i bambini del mondo»
Sia il suo ricordo di benedizione.
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