domenica 17 settembre 2017






La cumparsita


 Quando mi assale la tristezza senza motivo
apro un vecchio armadio che tengo in cantina,
accarezzo il tesoro che laggiù è ancora vivo,
scorrendo  le mie inesperte mani
sulla tastiera di madreperla screziata della
                                               Farfisa.

Mi par di sentirlo ancora battere il piede
su quel lucido pavimento di legno
della casa di Raspino, mentre le languide
note dalla finestra aperta, salivano
in cielo, tra i fioriti rami del ciliegio
                                               e del melo.

Non ho mai imparato a ballare il tango,
ma non invidiavo i miei amici acrobati
che si esibivano allo Chalet del Piazzone,
perché sotto i rami curiosi
che s’affacciavano sulla terrazza coperta,
su  quelle note sensuali stringevo
il mio amore segreto. Credo che mio padre,
suonasse solamente per noi,
per attutire i battiti dei nostri  cuori,
mentre sulle sue labbra sbocciava un lieve

                                               sorriso.

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