venerdì 24 agosto 2018


Primavera di Praga [i]

La primavera apre i seni
al timido sole che sbianca
le assorte statue e lancia
banderuole di galli nel cielo
                        turchese;
dolci musiche scendono dai vicoli,
i fiori colmano i cortili
dove gemono amanti segreti.

Magia del tempo che serra
ambiguo la vita degli uomini
speranze accende,
risveglia desideri
sboccia l’amore negli occhi
sognanti,
alza le brume sulle stelle
di Praga.

La mano nella mano – il passato
ritorna come l’acqua fluente
uguale e diversa
sotto gli archi di pietra –

“Blazena dalle morbide carni,
dalla lingua di miele,
le cosce calde dove freme
la voglia d’ amare
e il profumo s’espande”;

vanno insieme le coppie,
silenziose,  nella notte
di Praga.

I panzer dagli occhi d’oriente
sul viso bambino
rossi segni e bandiere e sgomento
rotolano all’improvviso
sul cuore degli uomini: un’attesa
possente e muta suona
il gong del futuro spezzato;
nulla sarà più uguale
né vita, né amore, né morte,
dolore, ideali; né pianto, né riso.

Il vento, instancabile e mite,
porta semi d’oblio nei nidi
vuoti, una, cento, mille
sorgeranno stagioni,
l’indifferenza colmerà
                        i pensieri;

lontana balugina ai vetri,
come un merletto di gelo,
                        l’alba di Praga;

tristi ci diamo l’addio,
confusi, senza parole,
malandrini con le mani nel sacco
sorpresi a rubare la speranza.



[i] La poesia si ispira ai giorni della “primavera di Praga” del 1968 e all’occupazione militare della Cecoslovacchia da parte dei paesi del Patto di Varsavia nell’agosto di quell’anno.


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