venerdì 10 agosto 2018



MACHADO.

Oggi tre avvenimenti: i funerali di un caro amico d’infanzia, la notizia della morte di un grande artista volterrano (che non ho mai conosciuto di persona) e l’invito di Antonella a segnalare un libro cult: parto dall’immagine del libro e da una pagina dello stesso nella quale Juan De Mairena parla ai suoi allievi: “…della morte, signori, discuteremo poco. Siete troppo giovani… Tuttavia, non sarà superfluo che cominciate a prestarvi attenzione come fenomeno ricorrente e, a quanto pare, naturale, e che recitiate a memoria l’immortale esametro di Omero, che, detto in volgare recita: “Come è la stirpe delle foglie, così quella degli uomini”. Qui Omero parla della morte come un grande epico la vede stando fuori dal grande bosco umano. Pensate che un giorno ognuno di voi la vedrà dall’interno, e in qualità di foglia. E per ora basta così.
Alcuni discepoli di Mairena impararono a memoria il verso omerico; altri anche la traduzione; non mancò chi ne fece l’analisi grammaticale e ne propose una versione più precisa o più elegante di quella del maestro, né chi, prendendo l’esametro per le foglie, cantò l’albero verde, poi spoglio, infine di nuovo verde. Nessuno sembrava ricordare il commento di Mairena al verso omerico; ancora meno, il monito finale. Mairena non volle insistere. La morte – pensava lui – non è tema adatto ai giovani, i quali vivono proiettati verso il futuro e si immaginano indefinitamente vivi al di là del momento in cui vivono, saltando a piè pari il grande precipizio a cui pensiamo noi vecchi.

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