sabato 4 agosto 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 107.

Crumiro: chi è costui?

Sul n. 71 di “Informazioni Fnle-Cgil”, nel riferire i risultati dello sciopero del 27 gennaio 1982 a Larderello, sciopero indetto nazionalmente per richiamare l’attenzione delle forze sociali e politiche sui gravi problemi e sulla crisi del settore energetico, abbiamo usato, per designare i lavoratori potenzialmente interessati, ma che non hanno ritenuto, per i più disparati motivi, di aderire allo sciopero, il termine di “crumiro”.

         Tale termine, ci è stato fatto presente, viene usato a sproposito in quanto, almeno nell’Enel, quando un lavoratore non aderisce allo sciopero, non esegue il lavoro degli scioperanti, ma il proprio. Abbiamo consultato il “Grande Dizionario della Lingua Italiana” di S. Battaglia, Utet, Torino, 1964, un’opera senz’altro autorevolissima e imparziale che, per la voce “crumiro”, così recita (vol. III, p.1022):

         “Crumiro: il lavoratore che (generalmente con altri compagni), in occasione di uno sciopero, accetta di sostituire nel lavoro gli scioperanti (rendendone così vana l’azione e favorendo il datore di lavoro); il lavoratore che non prende parte allo sciopero indetto nell’Azienda in cui è impiegato. Al figurativo: chi, per spirito d’egoismo, rifiuta la disciplina e i sacrifici che il dovere di solidarietà richiede per l’interesse comune del gruppo o della classe a cui appartiene, a detrimento del gruppo stesso e suo proprio e a vantaggio di gruppi antagonistici. Dal francese Kroumir (dall’arabo Krumir), nome di tribù nomadi, fra il Marocco e la Tripolitania, le cui scorrerie offrirono alla Francia il pretesto per occupare la Tunisia. Panzini: Crumiro, voce usata in Francia in occasione di sciopero, come termine ingiurioso; di lì passò a noi per indicare quegli operai i quali accettando di lavorare secondo i patti rifiutati dagli altri operai, contribuiscono a rendere meno efficace la lotta che il lavoro muove al capitale”.

         Come si vede, questo termine è d’uso comune nella lingua italiana e serve chiaramente ad indicare chi, durante uno sciopero, si reca a lavorare. Non era nostra intenzione caricarlo di significato ingiurioso e se qualcuno l’ha così inteso chiediamo ammenda, consigliando tuttavia un ripensamento a quanti, sistematicamente, non partecipano alle lotte e vanificano o accrescono gli sforzi e i sacrifici dei propri compagni, di cui quasi sempre anche loro dividono i frutti.

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