sabato 9 giugno 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 95.

Biblioteca di Larderello

 

In data 7 ottobre 1981 abbiamo ricevuto una lettera dal Cre di Larderello, indirizzata a tutte le oo.ss., in cui si chiedevano consigli e suggerimenti per aggiornare e migliorare la Biblioteca del Circolo, in modo da poter realizzare un servizio culturale più qualificato e più aderente alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini. Come segretario della Fnle-Cgil ho ritenuto opportuno offrire un piccolo contributo, scaturito dalle ripetute conversazioni all’interno del “gruppo di lavoro del “giornalino”.

Spettabile Cre Larderello,
i problemi che riguardano il funzionamento delle Biblioteche pubbliche italiane sono da anni all’attenzione degli esperti. Proprio in questi giorni è stata ristampata dall’editore Einaudi di Torino un’opera utilissima per chi si occupa di formazione e gestione di Biblioteche: “AA.VV., Guida alla formazione di una Biblioteca pubblica e privata”, che prende in esame la famosa Biblioteca pubblica “Luigi Einaudi” di Dogliani. Per quanto riguarda lo specifico della Biblioteca del Cre-Larderello, si impongono alcune riflessioni:

1) accessibilità
2) indirizzo e specializzazione
3) finanziamenti

Per il primo punto pare che l’attuale sede decentrata impedisca la fruizione da parte di un numero più elevato di lavoratori. L’invio di cataloghi sui Reparti o nelle sedi periferiche del Cre innesca una procedura un po’ macchinosa che non sempre invoglia alla richiesta di un libro. Sede ideale sarebbe all’Ingresso dello Stabilimento di Larderello nelle sale del Palazzo de Larderel.

Per il secondo punto, la Biblioteca del Cre dovrebbe superare il limite della genericità, una delle non ultime cause della crisi delle biblioteche, e indirizzarsi verso alcuni filoni specializzati, quali, ad esempio:
a)     Biblioteca della cultura e delle tradizioni artistiche e popolari della Valdicecina e delle Colline Metallifere;
b)    Biblioteca scientifica sull’energia e sulla geotermia;
c)     Biblioteca storica del movimento operaio toscano;
d)    Biblioteca storica sulla “Larderello” e su “Larderello”.

     In questo senso occorrerebbe l’acquisizione di parte della Biblioteca Aziendale dell’Enel di Larderello e dell’Archivio Storico del Museo, anzi, sarebbe opportuno che l’attuale Museo passasse in gestione al Cre, per toglierlo dal negletto abbandono nel quale versa, e per operare una profonda ristrutturazione culturale dello stesso. Sui filoni di specializzazione la Biblioteca potrebbe dar vita a molte interessanti iniziative (stampa di un proprio bollettino, allestimento di mostre in Italia e all’estero, conferenze, proiezioni di audiovisivi, dibattiti, ecc.). Il tutto, naturalmente, legato alla quantità di risorse economiche disponibili. Mi rendo conto che attingendo esclusivamente al bilancio del Cre quanto sopra è irrealizzabile occorrendo, come minimo, 4-5 milioni all’anno. La ricerca dei finanziamenti dovrebbe coinvolgere gli Enti Locali, la Regione Toscana in primo luogo, il Ministero competente, le oo.ss. e i lavoratori attraverso una sottoscrizione. Importanza determinante avranno anche gli Organi di promozione e gestione dell’iniziativa, per i quali mi pare prematuro accennare in questa fase. La Fnle-Cgil si rende fin da ora disponibile ad un approfondimento di quanto esposto.

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