venerdì 9 marzo 2012




Un fatto…

Nel febbraio 1994, nella Clinica di Neurochirurgia Ospedaliera dell’Ospedale Le Scotte di Siena (dopo due mesi di sofferenze), fui finalmente operato per un’ernia discale L5-S1. Operazione perfettamente riuscita. Quasi al termine della breve degenza (e già camminavo spedito nei corridoi facendo coraggio agli altri pazienti in attesa…), subentrò una grave infezione spinale, di eziologia sconosciuta e refrattaria ad ogni trattamento terapeutico. L’infezione, si propagò lungo il midollo e fu definita “meningite spinale”. La remissione poteva avvenire solo spontaneamente. Praticamente paralizzato sul lettino ero riuscito a captare soltanto: meningite, attendere, morte, paralisi, sedia a rotelle…Ogni giorno i medici, sempre più pensierosi, si affacciavano al mio capezzale chiedendomi come va’? e alla risposta “uguale”, se ne andavano silenziosi, mi sembrava un po’ irritati, come se io fossi la causa di quella situazione…Ma un mattino fu diverso: alla domanda risposi: uguale, ma però sento dentro il mio corpo qualcosa di nuovo…un cambiamento…Era l’inizio della regressione della malattia! Non guarigione, perché mi sto portando dietro i postumi, dato che l’infezione avendo bruciato neuroni e terminali nervosi in grande quantità, avrebbe lasciato il suo marchio incancellabile, tuttavia potevo considerarmi “fortunato”. In quel Reparto di altissima specializzazione avevo assistito inerme alla morte di un giovane per un tumore al cervello, ed alle sofferenze di un uomo, come me contagiato dalla stessa infezione (seppi più tardi, che era morto). In quell’ambiente “laico” passò una suora e mi lasciò una medaglietta, un portafortuna, mi disse, ed io l’accettai volentieri, mi sarei aggrappato anche ad un rasoio! Era la medaglia di una santa sconosciuta S. Caterina di Labouré, una delle tante, pensai. Ci scrissi sopra la data: Siena, 1994 – e l’ho sempre portata con me. L’iscrizione sulla medaglia recita: “Le persone che porteranno con fiducia questa MEDAGLIA riceveranno grandi grazie”. Questa santa sconosciuta l’accumunai idealmente alle altre due mie sante protettrici, e tutte e tre l’ho ricordate nel post pubblicato sul blog GRAZIE ALLA VITA il  31 gennaio 2012, dal titolo “Le mie sante…”.

Il 2 marzo di quest’anno ero a Parigi. Nel pomeriggio decidemmo di andare a far la spesa al Buon Marchè sull’angolo di Rue des Sévres e Rue du Bac. Mentre mia moglie faceva gli acquisti io decisi di rimanere fuori e di fare una passeggiata. Avevamo i telefoni cellulari e mi avrebbe chiamato al momento dell’uscita. Poco più in là c’è il piccolo e delizioso giardinetto di Babylonia, sorta di oasi  delle biodiversità, lo attraversai fotografando i primissimi fiori di un mandorlo, girai l’angolo estremo prendendo a sinistra per avvicinarmi al Buon Marchè. Sul mio marciapiede notai una vecchia mendicante rattrappita a terra, contrariamente al mio solito le lasciai nel bicchierino qualche spicciolo, in fondo alla via girai a sinistra, stando sempre sul lato destro. Notai una libreria di libri di religioni orientali, ed in vetrina un bel volume con i Proverbi Tibetani, costava 39 €, e non lo comprai (anche per il peso che avrebbe fatto aumentare al già voluminoso bagaglio!), poco più avanti moltissime persone, la maggior parte donne di colore, entravano ed uscivano da un portone. Quando giunsi a quel portone provai una forte curiosità e anch’io entrai. Da un atrio si passava in un lungo e stretto cortile a cielo aperto la cui alta parete a sinistra era ornata di statue e lapidi e un numero altissimo di piccole targhe di marmo murate con la scritta MERCI…Scattai tre fotografie e lessi le epigrafi. Erano ringraziamenti per “grazie ricevute”. Le statue e le incisioni stilizzate di un monogramma mi sembravano familiari, ossia da qualche parte l’avevo già viste…ma dove? La mente si aprì e il pensiero mi andò alla medaglietta che tenevo sempre con me in una tasca interna del portafoglio. La cercai e la trovai subito: era proprio uguale al monogramma e la santa citata la medesima: S. Caterina Labourè! Una delle mie tre sante, quella sconosciuta…Entrai nella cappella delle apparizioni, sostai tra centinaia di fedeli che la gremivano e all’uscita lasciai 1,50 € per prendere tre medagliette (queste in lingua francese, a differenza della mia che è in lingua italiana) da portare in dono a tre persone care. Così, non so se casualmente o perché chiamato, mi sono incontrato con Caterina. Se chiamato, accetto il “segno” e m’impegnerò a comportarmi nella vita pratica e nei pensieri e sentimenti, come sono sempre stato, con certezze e dubbi, difetti e pregi,
ma con bontà ed onestà. Tutto sommato in questi 18 anni di silenziosa coabitazione non devo essergli sembrato troppo “lontano”, anzi, credo piuttosto simpatico, proprio come un vero amico. 

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