lunedì 26 marzo 2012


EUGENIA SERVI E’ MORTA! (4 marzo 2012)

Gentilissima signora L.,
la sua lettera m’ha dato gioia e dolore. La prima è avermi richiamato alla memoria l’amica Eugenia, il secondo l’annuncio della sua morte. Da quando la comune amica Elie Lattes è scomparsa, purtroppo anche i miei contatti con Eugenia si sono praticamente interrotti e il “giornalino” scritto dalle anziane della Casa di Riposo di Firenze credo abbia sospeso la sua periodicità. Per fortuna aveva pubblicato un estratto dell’importante “diario” di Eugenia, adesso accolto al Centro Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano. Io l’avevo avuto in anteprima, quando Eugenia abitava a Livorno, e la maggior parte dei ricordi erano freschi, anche se cominciava ad avere problemi di memoria. Abbiamo mantenuto un rapporto d’amicizia molto bello e, ad un certo punto, sono stato io a dire a lei chi fosse, mentre non sapeva più chi fossi io! Sono contento di aver utilizzato il suo diario in due pubblicazioni: La piccola Banda di Ariano e Da Roccatederighi ad Auschwitz, adesso esaurite ed introvabili se non in qualche biblioteca. Inoltre, successivamente, tramite la regista Vera Paggi di RAI NEWS24,  il diario di Eugenia è finito in due documentari diffusi in TV e negli eventi che il 27 gennaio ricordano la tragedia della Shoah. Dunque si può affermare che Eugenia non sia morta del tutto, anzi, man mano che ci inoltriamo in un tempo smemorato essa acquista maggiore presenza e valore. Le vicende della mia vita mi hanno condotto all’incontro con una parte degli ebrei della Boemia scampati alla Shoah e m’hanno aperto le porte alla conoscenza di quell’immensa tragedia. Nell’arco di quasi 40 anni ho lavorato con tenacia al recupero delle storie di molte persone raccogliendo memoriali di sopravvissuti toscani, che, ogni anno che passa, vedo sparire, mentre anch’io coi miei 73 anni di età vedo lentamente calare le forze. Spero che lei conservi il materiale di Eugenia, fotografie, lettere, documenti…e, se e quando lo riterrà opportuno, farne un pacchetto da inviare al CENTRO DIARISTICO NAZIONALE DI PIEVE SANTO STEFANO, Dottoressa Loretta Veri, Piazza Plinio Pellegrini, 1 52036 PIEVE SANTO STEFANO (AREZZO), in modo tale che unito al diario ivi depositato possa costituire un ulteriore elemento di conoscenza sulla sua vicenda personale e sulla tragedia che colpì la comunità ebraica toscana tra il 1938 e il 1944, durante la quale oltre 50 ebrei furono deportati dalla Maremma ad Auschwitz senza più far ritorno. Come lei saprà la famiglia Servi conobbe una sorte migliore. Nel caso che le dovessi essere di una qualche utilità mi contatti…

Le trascrivo il mio indirizzo di posta elettronica:

21 marzo 2012.

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