Dal:
“Diario partigiano di Mauro Tanzini”,
“La
piccola banda di Ariano”, altri appunti sparsi e “I
preti
nella Resistenza delle Colline Metallifere Toscane”, di Carlo Groppi.
(XII)
Don Ugo Salti, in CET…don Ugo
Salti pg. 365: “…antifascista e
partigiano. La canonica di Follonica diventò il luogo d’incontro di tutti gli
antifascisti della zona. Decorato nel 1947 della medaglia di bronzo al valor
militare. E’ raffigurato in una foto nella sala del consiglio comunale di Massa
Marittima con il Comandante Mario Chirici e un ufficiale della V Armata USA. A
suo nome è stata intitolata la
Piazza della Chiesa di S. Leopoldo a Follonica. Fu parroco a
Marina di Campo (Isola d’Elba) dal 1935 al 1939 e qui ha origine il suo
antifascismo in quanto il locale segretario del fascio si opponeva alla
attività della Azione Cattolica. Trasferito a Follonica don Ugo manifestò
apertamente la sua avversione al regime con l’entrata in guerra dell’Italia a
fianco della Germania nazista. Ma fu con l’8 settembre 1943 e la nascita della
RSI che l’avversione si trasformò in antifascismo militante. Fece parte di un
gruppo di ecclesiastici della diocesi di Massa e Piombino i quali, nonostante
le incertezze e le ambiguità del proprio Vescovo, scelsero l’impegno diretto e
aperto contro i nazifascisti. Don Ugo entrò in contatto con i partigiani del
massetano. Arrestato dalle SS nel dicembre 1943 insieme al don Ulisse Fignani
parroco di Scarlino, interrogato dalla Gestapo e tenuto per alcuni giorni in
segregazione fu rilasciato con la diffida di cessare ogni attività attiva e
passiva a favore dei ribelli. Ma don Ugo non si fece intimorire e continuò la
sua attivita nella resistenza. Con l’avvicinarsi del fronte don Ugo fu avvisato
che la sua vita era ormai in pericolo, decise quindi di lasciare la parrocchia
e raggiungere i partigiani nella macchia di Tirli con i quali partecipò, armi
in pugno, alle ultime fasi della Resistenza e della Liberazione della Maremma.
Fu custode dell’archivio della III Brigata Garibaldi bande “Camicia Rossa” e “Camicia Bianca”, archivio
misteriosamente scomparso dopo la sua morte.
Don Angelo Biondi, nato a
Massa Marittima nel 1899. Combattente e decorato nella guerra 1915-1918 studiò
a Massa, Volterra e Sarzana. Nel 1932 divenne arciprete di San Giusto a
Suvereto, ove rimase per 40 anni, fino alla sua morte avvenuta l’8 settembre
1972. Esponente del CLN clandestino del comune coordinò l’afflusso dei
renitenti alla leva nelle formazioni partigiane. Decorato con la croce al valor
militare nel 1967. I suoi grandi amori furono: la chiesa, il seminario, la
parrocchia, la Libertà.
Don Biondi è stato un uomo di parte, lo è stato perché lo
richiedevano i tempi: antifascista e partigiano, quando occorreva scegliere tra
dittatura e democrazia; anticomunista quando la scelta era tra fede e ateismo.
A Suvereto il clero dette pieno appoggio alla Resistenza e don Angelo Biondi
era il primo della lista delle persone da eliminare da parte dei fascisti
repubblicani, tanto che fu costretto a
raggiungere ì partigiani alla macchia dove rimase per molti mesi. Dopo la Liberazione ebbe
l’encomio solenne del Comando Raggruppamento Patrioti “Amiata”; il Certificato
di Patriota rilasciato dal generale Alexander; e la Croce al valor Militare
rilasciata dal Ministro della Difesa nel 1967.
(continua)
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