Con Gesù a
Gerusalemme, un libro di Bargil Pixner.
Guerre, odio razziale,
fondamentalismo religioso, commercio di armi, mercato globale della droga, le
tragedie dei “migranti” dall’Africa…e, naturalmente, la persecuzione della
religione e l’oppressione del popolo tibetano, mettiamoci anche il “fallimento”
dell’Argentina, e la lezione accademica del capitano Schettino su come
affrontare “il panico” tenuta all’Università di Roma, sono le notizie che ogni
giorno, per centinaia, anzi, migliaia di volte su tutte le emittenti
radiotelevisive e sul web ci vengono propinate, praticamente nell’indifferenza
“ideologica” della stragrande maggioranza dei cittadini. Ormai il sonno della
ragione, come direbbe Goya, ha generato mostri, e l’unica difesa alle tragedie
del Mondo sembra poter essere il menefreghismo. In questo brodo di coltura mi
colpisce però, nella parte più battagliera della gente, l’accanimento, anzi
l’odio, con il quale si analizza l’irrisolta questione israelo-palestinese. La
maggior parte dei commenti e delle analisi storico politiche, tradisce un
inquietante sottofondo di xenofobia irrazionale verso gli “oppressori”, “i
carnefici” “gli imperialisti” ebrei. Si, proprio gli ebrei, il popolo della
diaspora e della Shoa, accusato per quasi duemila anni, in tutto il mondo
cristiano, di “deicidio”, avendo ucciso Nostro Signore Gesù Cristo. Vorrei che
i miei amici, o semplici conoscenti su FB, leggessero un libro importante: “Con
Gesù a Gerusalemme: i suoi primi ed ultimi giorni in Giudea”, scritto da Bargil
Pixner, già priore dell’Abbazia benedettina della Dormizione in Gerusalemme.
Padre Bargil Pixner ha vissuto in Israele per più di 25 anni, è stato uno
storico, uno scienziato ed un prete. Egli si pone un quesito fondamentale: chi
fu responsabile della morte di Gesù? riuscendo a dare una nuova accurata
versione di quanto accadde intorno a lui, nel tentativo di ridefinire e
rinnovare le relazione tra Cristiani ed Ebrei, basate sulla tolleranza e sulla
comprensione che scaturiscono dal comune contesto storico e spirituale del
tempo di Gesù. Il volume, pubblicato da una casa editrice israeliana, è un
segno del nuovo approccio che consente agli Ebrei di vedere Gesù come un Maestro
e predicatore, un figlio del loro popolo, e ai Cristiani di considerare il
popolo ebraico con un nuovo spirito di fratellanza. Tuttavia, rispondendo alla
domanda: Chi voleva la morte di Gesù? un fatto deve essere tenuto ben fermo:
non fu il popolo ebreo a volere la sua condanna a morte. Quante sciagure sono
state causate da questa falsa accusa che ha semplicemente reso “gli ebrei”
responsabili della morte di Gesù! Questa incriminazione di un intero popolo ha
portato a distruzioni con il fuoco di intere comunità (Crociate), esecuzioni
(Inquisizione), espulsioni (1492 dalla Spagna) e massacri organizzati in Russia
(Pogrom). L’atmosfera avvelenata, creatasi per l’accusa di un delitto
collettivo da parte di un popolo, fu in parte ciò che fornì ai criminali
nazisti il pretesto per portare avanti i loro piani neo-pagani e assassini. Ciò
istigò il più orribile crimine dell’umanità moderna: la Shoa , l’omicidio in massa di
Ebrei ad Auschwitz e in altri tristi campi di sterminio in Europa. Solo in
occasione del Concilio Vaticano Secondo (1964), la Chiesa Cattolica mutò la sua
millenaria impostazione antiebraica nel decreto NOSTRA AETATE (1965),
riaffermando la non colpevolezza del popolo ebraico nell’uccisione di Gesù ed
invitando perciò a respingere tutte le manifestazioni dell’antisemitismo
dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque. Dunque, una cosa è “il
popolo ebraico”, altra è l’aristocrazia sacerdotale di Anna e Caifa al soldo
della politica degli occupanti romani sotto il Governatore Ponzio Pilato,
rappresentante dell’Imperatore romano. Tuttavia, come sappiamo, i veleni ideologici
profusi nei secoli a piene mani dalle gerarchie religiose dell’occidente,
contro gli Ebrei, riaffiorano continuamente nel subcosciente umano, e,
nonostante le innumerevoli voci di verità, come quella di padre Bargil,
continuano ad aver amplificazione e ascolto. In Italia e in Europa.
Nessun commento:
Posta un commento