Dal:
“Diario partigiano di Mauro Tanzini”,
“La
piccola banda di Ariano”, altri appunti sparsi e “I
preti
nella Resistenza delle Colline Metallifere Toscane”, di Carlo Groppi.
(XVI)
Riguardo al ruolo della
popolazione di Castelnuovo di Val di Cecina verso le vittime di Niccioleta, il vescovo di Massa Marittima, Faustino
Baldini affermò che: "...altre madri, altre spose, altri figli
seguiteranno a deporre un fiore sulle tombe dei nostri cari e faranno da madri,
da spose e figli, la gente di Castelnuovo gentile: i morti avranno un
sentimento di pietà". Toccherà infine al partigiano della III Brigata
Garibaldi, Mauro Tanzini, cittadino massetano, componente il Comitato promotore
per l'erezione del cippo ad eterna memoria sul luogo dell'eccidio in località
Le Bertole (1946), tradurre in realtà il senso della pietà popolare custodendo
per molti anni personalmente, con il solo aiuto di alcune persone amiche:
Astenio Di Sacco, Renzo Groppi, Niccolo Marconcini e Angiolino Rossi, la manutenzione
dell'area sacra, in seguito con il tangibile aiuto della "Larderello"
SpA, dell'ENEL, oggi ERGA. In due lettere si palesa infine l'ammirazione e il
riconoscimento dei rappresentanti delle vittime per la solidarietà della
popolazione di Castelnuovo di Val di Cecina. Il 25 luglio 1944 il CLN di
Niccioleta scrive al Sindaco, al CLN e alla popolazione: "Quando il triste
vento della sventura ci passa d'accanto, noi, nello smarrimento della bufera,
ci guardiamo d'intorno e se vediamo che qualcuno cammina a nostro fianco e
cerca di consolare il nostro dolore, ci sentiamo confortati. Nella triste
bufera che ci ha schiantato il cuore, togliendoci i nostri più cari, vi abbiamo
saputo vicino a loro, che morirono, e conosciamo tutta l'opera da voi svolta
per le salme; vi abbiamo sentiti vicino a noi in tutte le delicate premure che
vi siete presi in tante circostanze. Sentiamo infinita riconoscente gratitudine
per voi e ve la esprimiamo con la presente, per noi, per le mamme, le spose, i
padri, le sorelle, i fratelli, i figli dei nostri martiri e a nome di tutto il
Villaggio. Colui che veglia sulle cose umane e tutto accoglie che sia carità,
vi ricompensi con ogni più grato favore. Accanto al ricordo dei nostri cari ci
sarà sempre sacra la memoria di tutta l'opera da voi svolta si
benevolmente". Il 26 luglio seguente, il direttore della miniera di
Niccioleta, Luciano Mori Ubaldini, scrive al CLN di Castelnuovo di Val di
Cecina: "Desidero esprimere a codesto Comitato di Liberazione ed alla
popolazione tutta di Castelnuovo la commossa riconoscenza mia personale e della
Direzione per la partecipazione al lutto che ha colpito l'intero Villaggio dei
minatori di Niccioleta, vilmente trucidati dalle belve tedesche. La pietosa
assistenza ai caduti, prestata dagli uomini e dalle donne quando ancora
incombeva la minaccia delle SS non potrà essere dimenticata ed imperituro ne
resterà il ricordo...". Sulla figura politica e morale del Direttore della
miniera di Niccioleta non è stata mai fatta piena luce. I recenti lavori storici
di Pezzino, Battini e Taddei., mettono in risalto la sua ambiguità e il ruolo
passivo, se non accondiscendente, avuto nei riguardi delle SS italo-tedesche
durante il rastrellamento e la fucilazione e deportazione dei minatori.
Successivamente all'evento, da più parti, e soprattutto dal CLN di Massa
Marittima e di Niccioleta, si tenne a precisare che il Mori Ubaldini, ancora
Direttore della miniera, era stato un collaboratore dei partigiani e un
antifascista. Ben poche prove furono però prodotte ed al processo, nel 1949, la
sua posizione apparve ancora una volta molto ambigua. La lettera che l'ingegner
Giovanni Custer, vicedirettore della miniera di Niccioleta, inviò il 21
febbraio 1945 al CLN di Massa Marittima, più che un probante documento storico
appare, ad una lettura attenta, un atto di sudditanza gerarchica: "...io
sottoscritto ing. Giovanni Custer, vicedirettore della miniera di Niccioleta,
sono a conoscenza che nei precedenti mesi alla liberazione di questa zona da
parte degli Alleati, l'ingegner Mori Ubaldini Luciano, direttore della miniera,
collaborò con le formazioni della XXIII bis Brigata Garibaldi "Guido
Boscaglia" fornendo viveri, scarpe, coperte, attrezzi ed esplosivi,
benzina ed olii lubrificanti ai partigiani della zona. Nell'officina della
miniera inoltre fece riparare agli stessi, armi e costruire cavalletti per
mitragliatrici...".
La corretta trascrizione dei
nomi e dei dati anagrafici, l'esatto luogo di nascita ed altre notizie
biografiche delle persone citate in questo lavoro, anche se soltanto
parzialmente utilizzate, si è rivelata un'operazione molto complessa, imprecisa
e non ancora terminata. Ce ne scusiamo con tutti gli interessati, invitando i
lettori a fornirci integrazioni e correzioni scrivendo a: karl38cg@gmal.com e per l’eventuale inoltro di materiale cartaceo all’indirizzo di:
Carlo Groppi, Via Renato Fucini 11, 56041 Castelnuovo di Val di Cecina (PI).
(Fine)
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