mercoledì 13 agosto 2014

Dal: “Diario partigiano di Mauro Tanzini”,
“La piccola banda di Ariano”, altri appunti sparsi e “I
preti nella Resistenza delle Colline Metallifere Toscane”, di Carlo Groppi.

(XVI)


Riguardo al ruolo della popolazione di Castelnuovo di Val di Cecina verso le vittime di Niccioleta,  il vescovo di Massa Marittima, Faustino Baldini affermò che: "...altre madri, altre spose, altri figli seguiteranno a deporre un fiore sulle tombe dei nostri cari e faranno da madri, da spose e figli, la gente di Castelnuovo gentile: i morti avranno un sentimento di pietà". Toccherà infine al partigiano della III Brigata Garibaldi, Mauro Tanzini, cittadino massetano, componente il Comitato promotore per l'erezione del cippo ad eterna memoria sul luogo dell'eccidio in località Le Bertole (1946), tradurre in realtà il senso della pietà popolare custodendo per molti anni personalmente, con il solo aiuto di alcune persone amiche: Astenio Di Sacco, Renzo Groppi, Niccolo Marconcini e Angiolino Rossi, la manutenzione dell'area sacra, in seguito con il tangibile aiuto della "Larderello" SpA, dell'ENEL, oggi ERGA. In due lettere si palesa infine l'ammirazione e il riconoscimento dei rappresentanti delle vittime per la solidarietà della popolazione di Castelnuovo di Val di Cecina. Il 25 luglio 1944 il CLN di Niccioleta scrive al Sindaco, al CLN e alla popolazione: "Quando il triste vento della sventura ci passa d'accanto, noi, nello smarrimento della bufera, ci guardiamo d'intorno e se vediamo che qualcuno cammina a nostro fianco e cerca di consolare il nostro dolore, ci sentiamo confortati. Nella triste bufera che ci ha schiantato il cuore, togliendoci i nostri più cari, vi abbiamo saputo vicino a loro, che morirono, e conosciamo tutta l'opera da voi svolta per le salme; vi abbiamo sentiti vicino a noi in tutte le delicate premure che vi siete presi in tante circostanze. Sentiamo infinita riconoscente gratitudine per voi e ve la esprimiamo con la presente, per noi, per le mamme, le spose, i padri, le sorelle, i fratelli, i figli dei nostri martiri e a nome di tutto il Villaggio. Colui che veglia sulle cose umane e tutto accoglie che sia carità, vi ricompensi con ogni più grato favore. Accanto al ricordo dei nostri cari ci sarà sempre sacra la memoria di tutta l'opera da voi svolta si benevolmente". Il 26 luglio seguente, il direttore della miniera di Niccioleta, Luciano Mori Ubaldini, scrive al CLN di Castelnuovo di Val di Cecina: "Desidero esprimere a codesto Comitato di Liberazione ed alla popolazione tutta di Castelnuovo la commossa riconoscenza mia personale e della Direzione per la partecipazione al lutto che ha colpito l'intero Villaggio dei minatori di Niccioleta, vilmente trucidati dalle belve tedesche. La pietosa assistenza ai caduti, prestata dagli uomini e dalle donne quando ancora incombeva la minaccia delle SS non potrà essere dimenticata ed imperituro ne resterà il ricordo...". Sulla figura politica e morale del Direttore della miniera di Niccioleta non è stata mai fatta piena luce. I recenti lavori storici di Pezzino, Battini e Taddei., mettono in risalto la sua ambiguità e il ruolo passivo, se non accondiscendente, avuto nei riguardi delle SS italo-tedesche durante il rastrellamento e la fucilazione e deportazione dei minatori. Successivamente all'evento, da più parti, e soprattutto dal CLN di Massa Marittima e di Niccioleta, si tenne a precisare che il Mori Ubaldini, ancora Direttore della miniera, era stato un collaboratore dei partigiani e un antifascista. Ben poche prove furono però prodotte ed al processo, nel 1949, la sua posizione apparve ancora una volta molto ambigua. La lettera che l'ingegner Giovanni Custer, vicedirettore della miniera di Niccioleta, inviò il 21 febbraio 1945 al CLN di Massa Marittima, più che un probante documento storico appare, ad una lettura attenta, un atto di sudditanza gerarchica: "...io sottoscritto ing. Giovanni Custer, vicedirettore della miniera di Niccioleta, sono a conoscenza che nei precedenti mesi alla liberazione di questa zona da parte degli Alleati, l'ingegner Mori Ubaldini Luciano, direttore della miniera, collaborò con le formazioni della XXIII bis Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia" fornendo viveri, scarpe, coperte, attrezzi ed esplosivi, benzina ed olii lubrificanti ai partigiani della zona. Nell'officina della miniera inoltre fece riparare agli stessi, armi e costruire cavalletti per mitragliatrici...".

La corretta trascrizione dei nomi e dei dati anagrafici, l'esatto luogo di nascita ed altre notizie biografiche delle persone citate in questo lavoro, anche se soltanto parzialmente utilizzate, si è rivelata un'operazione molto complessa, imprecisa e non ancora terminata. Ce ne scusiamo con tutti gli interessati, invitando i lettori a fornirci integrazioni e correzioni scrivendo a: karl38cg@gmal.com e per l’eventuale inoltro di materiale cartaceo all’indirizzo di: Carlo Groppi, Via Renato Fucini 11, 56041 Castelnuovo di Val di Cecina (PI).


                                                                                                          (Fine)

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