lunedì 31 maggio 2021

 

Nonna Enélide Benucci.


Siamo sul torrente Pavone, a monte di Pietrabbilli: Mario Masselli, Adolfo Innocenti, Carlo Groppi e Giuseppe Ferrini.

Siamo nel Piazzone sulla carretta del giardiniere: da sin a dx Giuseppe Ferrini, Carlo Groppi, Mauro Lisi, più in basso a  centro Benito Volpi sulle spalle di Franco Nardi, col piede in terra Elmanno Benini

 Carlo, inverno e neve ,un vestito leggero e scarpe fini, poco adatte!


Ricordi e inediti…

All’avvicinarsi della morte, il Principe don Fabrizio Salina, personaggio del romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, descrive, in una stanza d’albergo, la propria malinconica fine cercando di condensare nei suoi settanta anni di vita, il tempo veramente vissuto. E’ una pagina famosa, alla quale mi capita di ritornare di frequente, per quell’esame di coscienza che, nel tempo che scorre, sempre di più mi assilla alla ricerca dei passaggi fondamentali e del senso profondo del vissuto.

La sorte degli uomini e delle donne di umile condizione sociale, nati alla vigilia della seconda guerra mondiale, in famiglie dove il saper leggere e scrivere e fare la propria firma era già un atto di notevole elevazione culturale, resta per molti versi oscura mancando quei supporti  documentali, scritti e visivi, filmici e orali, che oggi, al contrario, abbondano oltre ogni ragionevole misura.

Anche del mio remoto passato non è rimasto quasi nulla! I semplici documenti che comunque andavano a formare un “archivio” custodito in un cassetto sbilenco di un “comodino” nella camera dove in due letti dormivano mia nonna, e nell’altro, matrimoniale, mio padre ed io, venivano setacciati dalla mia curiosità ogni volta (e ciò avveniva abbastanza di frequente) che cadevo ammalato. Era allora che mia nonna mi porgeva il cassetto dicendomi di “fare lo spoglio”, cioè consegnare alle fiamme del camino, anche per ravvivarle, le carte ritenute “inutili”! Cosicché alla fine non è rimasto niente!

E stamattina, giorno di Ferragosto, 2007, chiuso in casa per una forte “influenza di tipo allergico”, solo tra i silenziosi amici Otto, amato e vecchissimo cane e Cirilla, la gattina zoppa per essere stata investita da una automobile killer, mi son messo a rovistare le poche carte, questa volta non per fare uno spoglio, ma per assecondare il moto di malinconia che mi ha pervaso.

Ed ecco cosa ho trovato! 1947: foto in posa della Prima Comunione, ero bellissimo. 1949: foto della IV elementare con il maestro Orsini Otello. Dei ragazzi son morti Luciano di Masino e Giano di Nepo mentre è ricoverato all’ospedale, in gravi condizioni, Franco di Ginona; tra le bambine manca Rosamaria, ma tre hanno seri problemi di salute. 1955: foto di me mascherato da donna nel carnevale del 22 febbraio 1955. Molto procace e con un luminoso sorriso di tutti i miei bianchissimi denti! Frontespizio di una piccola agenda  iniziata il 24 dicembre 1955 con le firme autografe di moltissimi amici, tra loro le “assenze” son più numerose. C’è anche un curioso diagramma a colori con i nomi delle ragazze delle quali m’ero innamorato e la durata stessa dell’innamoramento! (il più delle volte a “Solaio”). Dopo i primi acerbi moti del cuore, trovo, a partire dal 1951, l’inizio di un amore vero che mi fa annotare: “…ci vuole così poco per essere felici, a me basta vederla nel suo bel vestitino colorato e sorriderle e trascorrere insieme le sere nei giardini…” e più avanti (1952) “…i migliori anni sono quelli passati senza il presentimento della vecchiaia. Gli anni dolci che non si possono dimenticare, dei pantaloni corti, delle corse nei prati, dei giochi tra i castagni…ed ora rimane solo il ricordo dei suoi meravigliosi occhi verdi”. Trovo anche (1954) l’annotazione dei risultati del terzo anno di Scuola Aziendale dai quali risulta che sono promosso primo della classe! 8,8,8,8,8,8,7,6. E il 29 giugno 1954: oggi, lunedì, sono stato con mio padre a pescare in Pavone, 3-4 chilogrammi di pesce. Ed il 30 giugno: oggi martedì sono andato a Siena con l’ICAS. Buono il viaggio Sono stato alle prove del Palio ed alla Lizza  con Alberto, la mia cugina Jolanda, e i miei parenti senesi. Giovanni e Franca che mi ha presentato una sua amica, Rosella.” Inoltre vi si trova, per la prima volta, un accenno alla mia produzione poetica, dal quale risulta che nel 1954 avevo scritto trenta poesione ed altrettante ne avevo scritte nel 1955. Anche se ho qualche poesia datata 1953, è il primo vero documento comprovante una notevole attività letteraria!

Infine, dalla data del rilascio del “Libretto di Lavoro”, il 17 gennaio 1956 e dall’inizio dell’attività lavorativa vera e propria, come manovale della “Coop. Nuova Liberlavoro Larderello”, il 18 febbraio 1956 (il mese di una delle più grandi nevicate sul mio piccolo paesello), i documenti cominciano a comparire  in misura più rilevante. Ne citerò solo tre o quattro, tra i più significativi:  in data 28 dicembre 1957 trovo annotazioni e tentativi di traduzione di poesie del poeta bulgaro Nikola Vapzarov e del poeta Bertolt Brecht; in data  dicembre 1960 la prima tessera di iscrizione al PCI, “Cellula di Fabbrica”, con il versamento del “bollino” mensile di 800 lire; in data 17 luglio 1969 l’iscrizione all’AVIS e la prima donazione di sangue, gruppo A negativo, con cessazione nel 1984 e la medaglia d’argento per venticinque donazioni. Poche, in verità, perché il mio gruppo non è molto diffuso.

Lascio per ultimo un foglio dattiloscritto  nel 1993, dimenticato ed emerso tra carte recenti, che testimonia, in quel periodo, una ripresa della creatività. Si tratta di un elenco di titoli di poesie “mai scritte” sul tema “bicicletta: la bicicletta/l’hai voluta?/o pedala!

La strada della vita: una tappa in salita!

Ora si va per un secreto calle

Da Lampo

Rineo

Tour de France

Attilio Camoriano

Il Campionissimo

In canna

Giro del Canalino

Lo stoico

Il primo amore ritorna

Il fico

Sulle antiche strade

Radicondoli

Esploit

Maremma

Ricavolo

Sulla tomba di un caro amico

Lagoni Rossi

Il Pavone

In gara!

Mi vedessero gli amici lontani

Eddie Merckx

Acquae Populoniae

Pedalare nella tiepida sera

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