lunedì 18 maggio 2020





LETTERE

Le corrispondenze letterarie e d’amore di artisti, poeti, letterati, italiani e stranieri, mi hanno sempre affascinato. Anche quando non riuscivo a comprenderle. Tra le varie forme di scrittura alle quali mi sono dedicato, la lettera scritta è stata per me una delle principali. Non a caso raccoglievo tutte le emissioni filateliche del Giappone, dedicate appunto, ogni anno, alla “settimana della lettera scritta”. Oggigiorno credo che questo tipo di “letteratura” stia del tutto scomparendo, o quasi, soppiantato dalla scrittura elettronica  e dalla viva voce. Probabilmente anche dal fatto che non c’è più nulla da  dire di veramente importante! Io ho iniziato presto ad inviare e ricevere lettere. Diciamo pure  da quasi 70 anni! Di epistolari completi  andata e risposta, ne ho conservati una ventina. Uno di essi copre un arco  temporale di  63 anni ininterrotti, e la mia amica aveva disposto che alla sua morte la nostra corrispondenza fosse riunita! E proprio uno dei suoi figli è venuto da Zurigo a portarmi il grande scatolone! Adesso che la memoria comincia ad essere lacunosa, queste lettere mi sono utili per ricostruire la storia della mia vita, ed anche per mettere insieme quella indispensabile “cronologia” che accompagnerà il mio lascito, un Canzoniere 1952 - 2020, di oltre 1300 pagine. E stamattina, riprendendo in mano le lettere di Goethe a Charlotte von Stein, diciamo pure, tra i suoi tanti amori, quello più profondo e durevole,
leggo  ciò che il poeta ebbe ascriverle lunedì 23 dicembre 1815:

“…Tu nascesti nel giorno del natale di Cristo
e mi nacque in quel giorno  anche il mio diletto Augusto.
Lascia che io ti saluti, in questo giorno del freddo inverno
con un dolce presente che addolcisca la lontananza a me
che, come sempre,
quando mi manca il sole
in solitudine, amo, soffro ed imparo.

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