giovedì 5 aprile 2018






PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 86.

Lettera di fine anno agli iscritti della Fnle-Cgil di Larderello (1980)

Caro compagno, l’anno che si chiude è stato così complesso e carico di avvenimenti di eccezionale importanza che davvero è impossibile è tentarne una sintesi in poche frasi. Diremo che il mondo sembra attanagliato da una grande incertezza, sia negli aspetti politico-economici, sia in quelli esistenziali, nei valori interiori di ogni essere umano. Il nuovo e il positivo che emergono, le voci miti e giuste che qua e là si levano, sono ancora soffocate dal vecchio e dalle forze del male, dai rumori della guerra e della violenza.

         Prevalgono visioni egoistiche, del singolo o del gruppo, concezioni edonistiche dell’esistenza, si espande, con la manipolazione e il controllo dei mezzi di informazione, un appiattimento delle coscienze e dei modi di vita, le teorie dell’irrazionale prendono dimora tra le giovani generazioni, conducendo troppe vittime nel labirinto mortale della droga e dell’alienazione.

         I punti di riferimento che avevamo, le ideologie portanti di decenni di lotte degli sfruttati, le società stesse che furono edificate su tali ideologie, attraversano una grave crisi che deriva essenzialmente dal fatto che una sovrastruttura ristretta di potere – credendo di governare interpretando i sentimenti ed i bisogni del popolo – si è isolata da esso, rendendosi estranea e oppressiva. Anche le ideologie sono state manipolate, rendendole non più strumento di liberazione, ma dogmi funzionali ai detentori del potere.

         Necessita quindi, più che mai indispensabile, liberarsi da dogmi e schematismi per rilanciare su basi nuove l’idea della fratellanza tra gli uomini, della pace, della “partecipazione”, del buon governo che da i suoi frutti con il consenso, della società socialista che non è l’utopia dei sognatori, ma la forza motrice della storia e che, solo essa, potrà trasformare il mondo e liberare l’uomo dai suoi affanni.

         Il sindacato – noi stessi e gli uomini e le donne che lo compongono – e i lavoratori più in generale, sono protagonisti di questa incessante lotta di cambiamento. Guai a non vedere in termini complessivi il nostro ruolo collocando in uno spazio sempre più ampio i problemi e i destini del singolo individuo: aiuteremmo le forze della conservazione e della reazione a mantenere e consolidare il loro potere!

         Ma il sindacato – che proprio in questi ultimi tempi sta ridiscutendo se stesso, cercando un coinvolgimento più pieno dei propri iscritti – deve essere alimentato incessantemente dalla forza delle idee, delle critiche, delle speranze di tanti uomini per trasformarsi insieme ed insieme sbagliare e ottenere successi.

         Nel nostro piccolo/grande spazio di questa Fabbrica che amiamo perché da tanti anni al centro della nostra vita (tenendo sempre presente il complesso delle questioni generali e le difficoltà della “crisi italiana”), abbiamo lavorato mirando alla concreta realizzazione di alcune condizioni fondamentali: l’allargamento della base produttiva, l’incremento ed il ripristino dei livelli occupazionali, la tutela della dignità, dei diritti dei lavoratori e il mantenimento di un clima di aperta democrazia, sollecitando sempre di più la partecipazione.

         Possiamo serenamente affermare che in questo senso abbiamo operato bene anche se non poche questioni restano tuttora irrisolte, in particolare quella di una più efficiente organizzazione del lavoro, che da una parte elimini sprechi, dall’altra dia piena soddisfazione alla professionalità di ogni dipendente.

         L’anno 1980 è stato,  per i destini della geotermia e della nostra zona, molto importante. È il primo anno di una “svolta”, che ci attende per le verifiche, sulla linea dello sviluppo. Tuttavia sappiamo bene che i problemi della Valdicecina e di altre zone geotermiche, sotto il profilo dell’occupazione e quindi del corretto rapporto uomo-territorio-vita civile, sono molto più grandi. Per risolverli dovranno scendere in campo altre forze, politiche e sociali, in modo da garantire la diversificazione produttiva e l’uso integrale delle risorse. E’ questo il compito che avremo davanti negli anni ’80, compito difficile, ma fattibile e pertanto, attraverso l’unità di tutti, è il momento di passare all’azione.

         Con le “opere concrete”, con le piccole realizzazioni, ritornerà la fiducia tra la gente e non mancherà il sostegno e il consenso, oggi perduti in parte tra carte e parole, per chi su questi obiettivi si sarà impegnato con coerenza. La Cgil, a tutti i livelli di territorio e di categoria, terrà nel 1981 il suo X° Congresso. Sarà una importante occasione di dibattito e di confronto su grandi temi che segneranno la vita del popolo italiano per il prossimo futuro. Anche la Fnle terrà i suoi congressi per definire meglio la propria linea politica e per operare il rinnovamento e il rafforzamento del suo gruppo dirigente, portando i giovani, le donne, i tecnici, gli operai, negli Organismi direttivi.

         L’appello che vi faccio è quello a un impegno maggiore, a un ruolo più attivo, a una visione più critica e consapevole degli avvenimenti attraverso l’innalzamento della coscienza politica e culturale, perché tutti insieme si raggiungano quei successi che le incessanti lotte e sofferenze degli uomini ci fanno desiderare. Tanti auguri e speranze per un Buon Anno 1981 a te ed alla tua famiglia.

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