venerdì 3 febbraio 2017



Jan Twardowski, un poeta.

Nonostante  utilizzi il computer per due o tre ore ogni giorno, e lo ritenga indispensabile per il mio lavoro di scrittura, anche perché mi facilita aggiunte, cancellazioni, inserimenti, indici…ai testi senza dover faticare con schede, fotocopie e riscritture, il mio amore va’ ai libri stampati, specialmente ai “vecchi libri”, prime edizioni, nuove traduzioni, moderne introduzioni ecc. ecc, nonché, quando ci sono, illustrazioni. Il mio amore per la carta stampata mi ha portato a possedere oltre cinquemila volumi(volumetti/fascicoli/collezioni di giornali e riviste/fumetti e, in particolare, moltissimi testi di “proverbi”, aforismi, diciamo pure folklore. Per non parlare del materiale inerente al mio lavoro nel campo della geotermia, sia storico che tecnico e scientifico.
In questo preciso momento ho sottomano, sul tavolo alla mia sinistra, alcuni libri,  che leggo contemporaneamente. Interessanti tutti, ma mi ha colpito quello del poeta JanTwardowski “Affrettiamoci ad amare”, stampato da Marietti 2009/2015, un libro, come è scritto nella presentazione, di spudorata bellezza, fatto di poesie timide e scalze…le sue poesie hanno una forza prodigiosa e chiara. Sia che presentino un colloquio con le creature della natura, che sottintendano  i tanti drammi normali di tutti noi a riguardo dell’amore, della morte,  delle domande che agitano i cuori umani”. Jan Twardowski (1915-2006) è considerato una delle voci più originali della poesia polacca del Novecento. “Affrettiamoci ad amare” è la prima raccolta di poesie pubblicata in Italia.

Affrettiamoci ad amare le persone se ne vanno
                                                        così presto
e quelle che non se ne vanno non sempre ritornano
e non si sa mai parlando dell’amore
se il primo sia l’ultimo o l’ultimo il primo


Mi ci ritrovo, e lo dico sommessamente, con le mie poesie minimali, sia che colloqui con il vecchio castagno, il pero ed il cipresso, ed anche con il mandorlo fiorito ne “Il tempo dell’amicizia”. Grazie a mia figlia che me lo ha regalato!

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