martedì 14 febbraio 2017




GOETHE WOLFGANG (II).

Ecco un’altra opera che amo particolarmente: la pubblicazione di tutte le lettere scritte da Goethe alla signora Charlotte von Stein, a cura di Roberto Spaini, tradotte da Renata  Pisaneschi Spaini sulla edizione curata da A.Scholl, 2 volumi, Frankfurt a M., 1883. Le lettere si snodano dal 1776 al 1826.  L’editore Parenti  effettuò la stampa in due volumi riccamente illustrati, rilegati in tela in cofanetto,  curati da Amerigo Terenzi,  nel 1959, all’allora prezzo  14.000 £. (che equivalevano ad un terzo del mio stipendio mensile!).  Si tratta della versione integrale di tutte le lettere di Goethe, la prima italiana. Come sappiamo le lettere di Goethe alla sua amica Charlotte sono in Germania uno dei libri più amati. Le cinquanta incisioni fuori testo che  illustrano  i due volumi italiani sono tratte dalle “antichità”  di Ercolano  edite nel 1780 dal David a Parigi. Le lettere alla signora von Stein trovano così un contrappunto grafico che non sarebbe certo dispiaciuto  al loro Autore, che conobbe le “antichità” di Pompei ed Ercolano e ne fece ampia materia poetica negli Epigrammi veneziani e nella descrizione del suo Viaggio in Italia. Le lettere sono un grande e perfetto specchio dal quale balza vivo e attuale Goethe, con le sue doti universali e le sue umane debolezze.

Oggigiorno il modo di comunicare tra le persone, vicine e lontane, è del tutto mutato. La frenesia del movimento incessante delle vite umane e della quasi istantanea comunione del pensiero e conoscenza dei fatti del mondo,  non ha limiti. Carta, penna e inchiostro, carta assorbente, busta fogli, francobolli, attese, brevi e lunghe, emozioni visive, cartoline, piccoli fiori secchi, ritagli e intagli, disegni e cifrati ammiccamenti, son materiale per i “luoghi della memoria” dove gli studiosi e gli inguaribili “romantici” del tempo perduto trovano conforto. Io appartengo a quel mondo nell’anima, anche se  negli ultimi anni della mia vita mi sono avvalso della scrittura elettronica , post, sms e rare lettere scritte a macchina.  Per fortuna ho conservato alcune importanti “corrispondenze” bilaterali, unendo alle mie lettere anche quelle dell’interlocutore, amico od amica. La più importante tra loro è quella con “la signora di Zurigo”, che si è protratta  regolarmente tra il 1962 e il 2014, quasi il tempo di quelle di Goethe alla von Stein. Ed è per questo che un po’ mi ritrovo in queste lettere del Poeta alla signora Charlotte.

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